Sinopsis

Nel cuore della notte, una giovane cuoca di nome Priscilla Thurlby, si precipita in commissariato per chiedere aiuto: nella pensione in cui lavora, un uomo è stato brutalmente assassinato: si tratta di John Zebedee, un giovane in luna di miele con la neo moglie sofferente di sonnambulismo. Come prevedibile, i sospetti ricadono sulla sposina (che tra l'altro confessa), ma il ritrovamento di un misterioso coltello, complica le cose. Per la polizia è un caso da archiviare, ma il giovane poliziotto che ha raccolto la denuncia di Priscilla, è deciso a saperne di più...

A raccontarci la vicenda è il poliziotto stesso che, presumibilmente nella sua vecchiaia, e in fin di vita, su consiglio del proprio confessore, decide di liberarsi la coscienza da un peso che lo tormenta.
La storia è molto breve, ed è uno dei molti racconti che Wilkie Collins pubblicò a puntate sui periodici di fine Ottocento, e che attraverso una trama gialla, parla d'amore, gelosia e vendetta. Onestamente, dopo aver conosciuto Collins attraverso un bel romanzo come Senza nome (peraltro non privo di difetti) non posso dire di essere rimasta eccessivamente colpita: la trama è semplice, il colpo di scena facilmente immaginabile, e il finale scontato, e per quanto la storia sia ben scritta, la terribile traduzione non rende affatto giustizia a Wilkie Collins: ci troviamo di fronte un testo inspiegabilmente infarcito di errori grossolani, espressioni inappropriate, e lacune anche sotto il profilo della resa in italiano.
Ad ogni modo, un'occasione per conoscere anche gli scritti minori di colui che viene considerato il fondatore del genere poliziesco inglese.