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Ciao maschio de Valeria Parrella

de Valeria Parrella - Género: Italian
libro gratis Ciao maschio

Sinopsis

Una donna che ha superato i cinquant'anni si ritrova in una sola assurda notte ad aver a che fare con tutti gli uomini della sua vita. Incanto? Pazzia? Verità? Rappresentazioni della sua mente? Qualunque cosa essi siano ella vi arranca dietro, li istiga all'azione e alla reazione, invoca il loro ricordo o torna a combatterli ancora una volta. Gli uomini di ciao maschio sono fantasmi reali, capaci ancora di far male, anche se la loro lancia sembra spuntata e il loro artiglio addolcito dal tempo.
Valeria Parrella crea un campo di lotta, dove lei e loro, gli uomini, superbi e ingenui contraltari, ingaggiano un corpo a corpo, senza esclusione di colpi, al netto della malinconia e dei bei ricordi, crudo e spietato. Ai maschi che ha avuto, non concede nulla più della nuda verità, perché nulla più della verità, lei, concede a se stessa. È tardi per altre generosità, è tempo di fare i conti e di arrivare al cuore delle cose, oltre che di se stessi.
"La mia vita intera: un metodo sperimentale
per il quale non ho avuto poi il tempo di redigere una teoria."


Reseñas Varias sobre este libro



MANGIARE, BERE, UOMO, DONNA



Nell'intervista-chiacchierata con Lella Costa, Valeria Parrella parla anche del suo tipo di scrittura teatrale, e lo fa in modo acuto, perfettamente consapevole: vorrei dissipare i suoi dubbi, potendo, perché questo scrivere 'alto' non 'quotidiano' mi pare funzioni benissimo in queste pagine e credo che funzioni anche sulla scena.

Ho letto questo libriccino in un fiato, l’ho letto con interesse e piacere: qualche volta ho avuto la sensazione che si trattasse di aria fritta, della scoperta dell’acqua calda, della solita scelta di depressione che parrebbe fare chic.
Ma sempre Valeria Parrella ha saputo in poche righe condurmi via da queste sensazioni e riportarmi sul terreno dell’attenzione viva e partecipe.

Alla fine avrei molta voglia di vedere il testo messo in scena.
Cosa chiedere di più?


”Ciao maschio” film del 1978 diretto da Marco Ferreri con Gérard Depardieu e Marcello Mastroianni che vinse il Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes. Solo omonimia con la pièce di Parrella, sono due storie totalmente diverse.italiana112 s Come Musica1,724 469



Il titolo di questa breve opera, prende spunto da "Resta vile maschio dove vai?" di Rino Gaetano

https://youtu.be/7I6Nx1aQlgQ

Una donna di mezza età mette in scena l'incontro con tutti gli uomini con cui è entrata in relazione: si riscopre ad essere molto più della somma scomposta degli uomini che ha amato e da cui è stata amata.
Andando indietro, lontano nel tempo, alla donna che desiderava diventare, passando per quella che è stata, fino ad approdare a quella che è, così distante dal sogno che aveva di se stessa.

"Eccoti: proprio, esattamente, la donna che non saresti voluta essere. Non parlate tutti assieme, uomini. (maschi?) Ti arriva confusa la nostra voce? Mi arriva chiara: ma se parlate tutti insieme è come se parlaste per uno. Siamo un coro: parliamo per uno. Ciascuno di noi è tutti. No, non siete un coro: siete un genere. E io sono stanca dei discorsi di genere. Ognuno di voi ho conosciuto a uno a uno."

Sfogliando l'album delle immagini attaccate nella sua memoria, percorre all'indietro tutti gli anni e arriva al primo uomo amato, il padre, a cui rivolge l'unica vera domanda:
"Dov’è l’amore, padre?

Stava là, dietro quella strada in salita, pietra calda alla fine del pomeriggio estivo, avevi tre anni, a piedi nudi volevi camminare avanti, sola, rifiutavi la mano. Ti vidi allora come i giorni non mi avrebbero dato modo di vederti, ora. Forte e sola. Disperata e sola. Disperata e forte. Eri già allora l’unica donna che saresti potuta diventare. Mi lasciasti la presa e scappasti avanti, fino a una fontana in cui nuotavano i girini.

Dov’era l’amore, padre?

Alle tue spalle. Io ti guardavo e ti lasciavo libera, la tua mente nuotava svelta tra i girini nella fontana, non chiedeva interferenze, non desiderava confronto né condivisione. Ma tu sapevi che io c’ero da qualche parte alle tue spalle. E ti guardavo. Ti guardavo essere libera. Accoglievo la tua solitudine. In quello sguardo tu hai nuotato fino a qui."

Un viaggio che la conduce all'unica risposta: nel caleidoscopio che è l'amore, si vede l'unica immagine della donna che sarebbe potuta diventare. Un invito alla resa, un invito ad assecondare la fluidità della vita:

"Però sai anche tu che l’amore genera bisogni, e che soddisfarli fa parte della fluidità della vita."8 s Sara Mazzoni430 142

All’inizio del libro, non ci sono indicazioni sulla scena, come invece accade in drammi e commedie. Potrebbe essere un racconto che si rifà a un immaginario classicheggiante, attraverso una struttura di botta e risposta tra la voce narrante e il coro dei suoi ex amanti. Viene da figurarselo in scena, in effetti, e poi si scopre, alla fine, che Valeria Parrella l’ha davvero scritto per il teatro. Eppure, l’autrice stessa non ne è del tutto convinta.

Nella postfazione, Parrella dice che quando scrive per il teatro non sta veramente scrivendo per il teatro. Puntualizza che «il lavoro del dramaturg è ben altra cosa dal soliloquio contenuto in queste pagine, così come in altre». Ci sono storie che non riesce a scrivere come novelle, dice Parrella, pezzi vaghi che non sa come collocare: Ciao maschio è uno di questi.

Ecco, a me ha trasmesso lo stesso senso di vaghezza di cui parla lei. Me lo immaginavo in scena ma anche no, mi risuonava in testa come un flusso di coscienza letterario. Poi c’è un altro discorso, che fa Parrella ancora nella postfazione. Dice che il suo scritto «corrisponde a una codardia: l’incapacità di essere io a dire, io a parlare». Qui spunta il motivo della non-fiction, da cui Parrella fugge, ma sempre all’ultimo momento, un passo prima di precipitarvi dentro. Forse è quella la strada che ha preso, nascondendosi ancora dietro a voci narranti e interpreti; e forse, quando smetterà di celarsi, scriverà le sue opere migliori.

Insomma, Ciao maschio è un libricino. Non è particolarmente interessante di per sé; lo diventa se lo prendiamo come un tassello di (non) fiction nel testo che è Valeria Parrella stessa, suo malgrado.3 s Gianni Ascione152

La relazione usa il corpo come interfaccia per non arrendersi alla solitudine Livia76 18

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