Genio, passione, solitudine e follia nella vita di Camille Claudel, allieva e amante di Auguste Rodin.
«Dal sogno che è stata la mia vita, ora è rimasto solo lincubo. Da cosa deriva tanta ferocia umana?» Camille Claudel
Parigi, maggio 1881. Camille Claudel percorre spedita boulevard du Montparnasse, diretta allAcadémie Colarossi, una delle due scuole darte private della città che accettano anche allieve donne. Ha sedici anni e arriva dalla campagna, dove ha strenuamente lottato per ottenere dai genitori il permesso di recarsi nella capitale e realizzare il suo sogno: studiare scultura. Sin da quando, in una giornata di pioggia, largilla umida tra le sue mani di bambina ha assunto docile la forma di una colomba addormentata, Camille sa di avere il dono di modellare e di riuscire a scorgere le figure nei blocchi informi ancora prima di prenderli in mano. Ora, finalmente, sotto lattenta guida di Alfred Boucher, che la ritiene la più dotata tra i suoi allievi, può lasciarsi alle spalle i pregiudizi di quanti ritengono che la scultura non si addica alla sensibile natura femminile, e dedicarsi alla sua passione. Passione che minaccia di trasformarsi in ossessione quando, a sostituire Boucher, arriva Auguste Rodin. Rodin, che Camille conosce di fama per essere il creatore di una gigantesca porta dellinferno ispirata al regno di tenebra della Divina Commedia, ha quarantanni, spalle e braccia così muscolose che le cuciture della giacca sembrano sul punto di esplodere e una barba rossiccia che gli arriva fino al petto. È considerato lo scultore migliore della sua epoca, e cè chi sostiene che sia un genio, mentre altri lo considerano un impostore. A Camille, tuttavia, basta uno sguardo per capire che quelluomo irradia unenergia incontenibile, unaura tanto abbagliante da risultare irresistibile. Tra genio e follia, passione e tormento, la drammatica e tempestosa vita di una grande artista in un romanzo capace di penetrare nella zona dombra di unepoca, la Belle Époque, passata alla Storia col suo volto frivolo e spensierato.