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L'inganno della felicità de Joseph Zoderer

de Joseph Zoderer - Género: Italian
libro gratis L'inganno della felicità

Sinopsis

Scomparso improvvisamente, Alexander lascia in eredita? la biblioteca al suo migliore amico. Tra i libri, un manoscritto molto particolare, un diario intimo e feroce in cui Alexander racconta la sua grande storia d'amore vissuta con una donna, molto piu? giovane e sposata. L'erede, colpito da questo sorprendente ritrovamento, decide di pubblicare il diario. Alexander era un giornalista viennese ormai anziano, uomo colto e raffinato, inviato di successo, bello e desiderato. Anche gli amici piu? stretti pensavano che avesse avuto una vita felice e appagante, nonostante la solitudine.
Ma Alexander aveva accuratamente nascosto i dolori e le gioie del suo cuore. Soprattutto l'aver vissuto, in tarda eta?, un amore grandissimo e impossibile, fondato sull'assenza, sull'impossibilita? di stare assieme, ma bruciante e senza scampo. Con un linguaggio graffiante e considerazioni spietate, con la forza del poeta e la disperazione dell'amante appassionato ma irrimediabilmente solo, Alexander riflette sull'amore, sulla vecchiaia, sulla morte e su quanto il sentimento, anche nelle sue incarnazioni piu? strane e inaspettate, possa fungere illusoriamente da antidoto contro la caducita? della vita.
Joseph Zoderer, una delle voci piu? riconoscibili della letteratura europea, racconta in maniera lucida, affilata e senza alcuna compassione un amore che va oltre l'eta? e il tempo, e che per questo e? sublime e definitivo.


Reseñas Varias sobre este libro



In tutta franchezza: un bel po' noioso. Una scrittura monotona, che tratta grandi sconvolgimenti interiori con grande distanza, impendendo così sia lo sviluppo del personaggio in sé che l'attaccamento del lettore ad esso, l'appassionarsi alla sua vicenda, il entrare in sintonia con le persone e quindi con le loro vicende. Una letteratura decisamente intimista che ne esce però schiacciata dal peso delle vicende umane molto pesanti che premono sull'apparente freddezza della loro gestione. Sorge il dubbio, per quel poco che ho letto di letteratura altoatesina, che sia un tratto stilistico dei suoi autori (ripenso a "Eva dorme" e a quanto poco mi sia piaciuto il libro anche per questo motivo), probabilmente per cultura poco abituati a scandagliare e a lavorare sulle emozioni. Può piacere, può essere considerato "caratteristico" ma è un tipo di letteratura che così com'è non potrà mai varcare i confini delle montagne - ed è un peccato, perchè invece si intuisce che le storie hanno una valenza umana notevolissima e che avrebbero molto da insegnare. Ma la bidimensionalità inevitabile dei personaggi fa storie di cartone, rigide e smorzate.2 s Cami65 36

L'«Italiana» è un romanzo sudtirolese di un autore che sto scoprendo a poco a poco e che non mi aveva convinto, inizialmente, fino a questo romanzo. E' conosciuto proprio grazie a questa piccola breve opera, che esplora attraverso la problematicità esistenziale della protagonista un astio di lunga data fra tirolesi italiani e tirolesi tedeschi.

La traduzione italiana del titolo non è riuscita a mantenere la carica semantica del titolo originale, che fa riferimento a un termine spregiativo utilizzato dai parlanti di lingua tedesca per definire gli italiani, Walsche. L'elemento spregiativo ricorre spesso nei tre giorni che compongono l'arco narrativo dell'opera, caratterizzata dal lutto della protagonista, Olga, per la morte del padre da un lato, e l'amore della stessa per un Walsche, un italiano, Silvano.

L'apertura del romanzo ci immette direttamente in un mondo che si mantiene per tutte le 120 paginette affollato e rumoroso e, soprattutto, violento. La violenza o, meglio, la cattiveria gratuita espressa dialetticamente in oppressore/oppresso, boia/condannato, dà vita alla rappresentazione caratteriale dei cittadini di lingua tedesca. Una cattiveria espressa nel degradare il più debole, in genere l'Italiano.

Olga è una donna in crisi: ha abbondato quel mondo germanofono per amore di Silvano, grosso e "meridionale". Si trova in una situazione di mezzo, in cui la sua identità territoriale è annullata da due poli a cui non sentirà mai di tendere: da una parte il paese di origine, dall'altra la città e gli italiani. Della prima ha i ricordi del fastidio, della violenza, probabilmente incarnati in un tentativo di stupro; dell'altra non riesce ad assimilare lo spaesamento di una cultura amichevole, ma ciononostante diversa, altra, non ancorata alla sua cultura e che le impedisce di avere una realizzazione di sé genuina. E' peculiare notare come proprio in un contesto di amicizia (gli amici di Silvano) lei non riesca a stabilirsi, ma si sente, piuttosto, offesa:

"[...] In fondo le erano grati [gli amici di Silvano] del suo imbarazzo nell'esprimersi e trovavano le sue approssimazioni nient'affatto approssimative, ma divertenti: lei era una persona particolarmente divertente."

Imperante è il motivo della cecità e della decadenza fisica di un paesello che si aggrappa a convinzioni ideologiche scivolose e non più, oramai, giustificabili. Olga vede, testimonia, assiste a un processo di stagnazione quasi secolare di questa ideologia, che sembra quasi volersi diffondere in maniera endemica in quei boschi dove la natura si perde. Un'ideologia che si perde quando Olga fa un'ultima cosa per se stessa: accettarsi.1 Norbert Lochmann55

Vorausgeschickt: ich bin Südtiroler und mit einer „Walschen“ verheiratet. Und ich bin weggegangen in die Stadt wie die Olga des Buches. Deshalb hat mich das Thema des Buches sehr interessiert. Und, ja, einiges habe ich wiedergefunden: dieses Gefühls der Fremdheit unter den Italienern, auf der einen Seite, und ein Gefühl des Anders-Seins, durch mein Weggehen und „Stadtler“-Leben, auch gegenüber den Familienmitgliedern, Freunden und Bekannten, die im Dorf geblieben sind, auf der anderen Seite.
Aber die Sprache des Buches ist anstrengend, zerhackt, verzögernd. Warum, frage ich mich und finde keine Antwort. Ausser, in der Tat wie ich finde, dass ein Grossteil der Südtiroler Literatur so auf eine möglichst genaue Wortwahl fixiert zu sein scheint, als ob Deutsch eine Fremdsprache wäre - was es wohl auch ist für dialektsprechende Südtiroler. Was die Bücher dann aber intimistisch, auch hermetisch, werden lässt. Leider. Oder aber zu nah an Poesie. Gewollt? Auf jeden Fall anstrengend.1 Pao328 22

Letto con il gruppo Libri dal mondo.
Mi è piaciuto molto l'alternarsi della storia quasi banale (una giovane donna torna nel paese in cui è cresciuta per il funerale del padre) con le riflessioni e i ricordi della protagonista. In poco meno di 150 pagine Joseph Zoderer riesce a restituire la complessità di questo villaggio sud tirolese in cui il diverso è l'italiano (o chi li frequenta).
Interessante il contributo di Italo Alighiero Chiusano che permette di conoscere meglio l'autore, italiano di passaporto ma di madrelingua tedesca.
Conclusa la lettura si vuole soggiornare in una stube.

Read along with the group Libri dal mondo.
I really d the mix between the almost trivial plot (a young woman comes back to the town where she grew up for her father's funeral) and her thoughts and memories. Joseph Zoderer succeeds in less than 150 pages to show the complexity of a South Tyrolean town where the freaks are the Italian (or the people who hang out with them).
The article by Italo Alighiero Chiusano placed after the novel is interesting because it allows to understand better the author, who is Italian for passport but his mother tongue is German.
When the book is over, you want to visit a stube.g-novels gdl y-2019-readings ...more Monica Dara85 2

Libro noioso e scritto male. Nonostante l'esiguità del racconto, non sono riuscita a terminarlo. Abbandonato poco dopo la metà Katharina4 1 follower

Ju schualbuach holt ah Leale35 1 follower

Eigentlich 0 Sterne... eva16

wtf is this Alexej Belskij11

This book did dissapoint me. It is written in a quite difficult, painfully detailed and complex language. The plot does not really move much forward, the author kind of tries to milk the alienation topic for too long and this hours long meditation on characters not really feeling at home in most of the places starts to irritate. You'd think it's easy to read the 120 pages, but I did not make it until the end. In_situ13 3

Nach dem Tod ihres Vaters kehrt die Protagonistin Olga zurück in das kleine Dorf, in dem sie aufgewachsen ist - und das sie nur zu gern verlassen hatte, als sich mit dem Wegzug ihrer Mutter in die Stadt die Gelegenheit dazu ergeben hatte. Die Liebe zu einem Italiener, dem sie verbietet, sie während dieses Moments zu begleiten, macht sie zur Walschen, zur Fremden im deutschsprachigen Dorf.

Das Buch beschreibt nicht nur diese Situation - das Warten auf die Konfrontation und die langsame Zuspitzung. Es beschreibt auch die Härte des Dorflebens und die Rohheit der Charaktere, die sich vor allem auch in einer Sprachlosigkeit äussert. Man bleibt sich fremd. Dies betrifft nicht nur Olgas Vater in besonderem Masse, sondern auch sie selbst.

Zoderer schreibt in langen Sätzen, was manchmal ein Gefühl der Atemlosigkeit vermittelt und sicher zu der ein oder anderen kritischen Rezension geführt hat. Ich persönlich finde, es passst zum Buch und der beschriebenen Situation. Das mit 121 Seiten dünne, aber nicht unbedingt schnell zu lesende Büchlein hat mich während einer längeren Zugfahrt beschäftigt und durchaus auch darüber hinaus zum Nachdenken angeregt. Gaia9

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