Autunno 1984. È appena scesa la sera nella suite 224 del Grand Hotel Aziz di Palermo. Come ogni giorno lavvocato Prestia, che lì risiede da oltre ventanni senza mai uscire, dopo la cena si è regalato la sua consueta partita a carte con Minico, il suo cameriere personale. Una bella partita, combattuta fino allultimo. Improvvisamente risuona uno sparo. Tutti accorrono nella camera dalbergo. Le carte sparpagliate ovunque, lavvocato riverso sulla sua poltrona di velluto, morto. A ucciderlo è stato proprio Minico, che ancora stringe in mano la pistola. Eppure, incredibilmente, il cameriere non fugge. Si fa arrestare e rimane in silenzio. E in silenzio rimane anche di fronte alla polizia, ripetendo senza sosta solo le sue generalità. La notizia arriva presto alla redazione del giornale dove lavora Leo Salinas, detto Occhi di sonno. Leo salta in sella alla sua Vespa e accorre subito, ma le informazioni sono poche. Ma il giovane giornalista non si arrende, gli occhi del killer sono quelli di un giovane ragazzo come lui. Un ragazzo che ama la vita, lamore, le donne (forse troppo), il mare e la libertà, non la morte e il sangue. Cè qualcosa sotto e solo Leo è in grado di capire cosa.