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Il giovane sbirro de Gianni Biondillo

de Gianni Biondillo - Género: Italian
libro gratis Il giovane sbirro

Sinopsis

Quando ha deciso di entrare in polizia, Ferraro? Qual è stato il primo morto che ha visto nella sua carriera di poliziotto? Quando ha incontrato per la prima volta il suo collega Augusto Lanza? Perché si è separato dalla moglie? Molte erano le domande lasciate in sospeso da Biondillo sul passato del suo personaggio preferito. Questo romanzo risponde a tutte, raccontando gli anni di apprendistato nella polizia del futuro ispettore Ferraro, in una sorta di album di ricordi e di fotografie dove ogni storia, ogni inchiesta, ogni incontro lo segnano e lo trasformano. Lo seguiamo dalle prime esperienze nelle valli alpine, quando è un giovane marito alle prese con la nascita della figlia, al trasferimento sulle volanti a Milano, dove ritroviamo amici a cui siamo già affezionati, come Don Ciccio e Mimmo O' Animalo. Non sempre Ferraro trova una soluzione alle sue indagini, così come alla sua vita privata, ogni giorno più compromessa, mentre è alla ricerca di Kledy, un immigrato albanese, scomparso misteriosamente e in realtà finito nelle reti di una giustizia incomprensibile e assurda.


Reseñas Varias sobre este libro



Episodi un po' slegati della vita dell'ispettore Michele Ferraro, episodi di gioventù con amori, indagini e intuizioni. Delitti spesso irrisolti, o risolti e insabbiati per mancanza di vera delittuosità, il tutto legato dalle vicende dell'albanese Kledy, immigrato con permesso di soggiorno misteriosamente sparito in Via Corelli.
Come ho detto, un po' troppo slegato per poter essere apprezzato fino in fondo.ebook narrativa-italiana noir-italiano2 s Obione_TdG416 18

Niente di che'. La scrittura e il taglio dell'autore non sono malaccio, ma i casi non dicono molto.crime fiction italy2 s Wu MingAuthor 43 books1,120

WM1: "Un bel pomeriggio d'autunno. Ne esistono anche a Milano, sapete? Bella gente per le strade. Belle sensazioni tutto intorno" (Giancarlo De Cataldo, Nelle mani giuste).
Riporto questa frase perch? mi ? stato riferito un aneddoto. Autunno 2006, De Cataldo presenzia a un festival letterario in Francia. Di fronte a una bancarella, una lettrice soppesa e rigira tra le mani l'edizione gallica di un romanzo di Biondillo (Pourquoi tuons-nous?), indecisa se acquistarlo. De Cataldo si avvicina e le fa: "Lo compri, ne vale la pena. Biondillo ? l'unico scrittore che ti fa amare Milano, e ce ne vuole!"
Per questo, quando a pag.55 di NMG il narratore onnisciente (immagino sia un part-time, poich? si fa vivo molto di rado) si sbilancia a quel modo, io ci vedo un piccolo omaggio a Biondillo. Un'influenza.
O quantomeno un raffreddore. Comunque sia, una forma di malanno che altera la percezione. A me non ? mai capitato di fare considerazioni del genere, camminando per Milano: "belle sensazioni tutto intorno"...
Seguo Gianni Biondillo da diversi anni. Ho letto tutte e quattro le sue opere di narrativa (ha scritto anche saggistica, ma non la conosco) e una l'ho recensita.
Non ho usato la parola "romanzi" perch? in almeno due casi (l'esordio Per cosa si uccide e questo Il giovane sbirro) si tratta di raccolte di racconti, tutti tessuti in un grande arazzo, uniti da rimandi e collegamenti a formare un ipertesto cartaceo e, di libro in libro, un grande ciclo.
Il giovane sbirro ? una nebulosa di storie e storielle, ed ? un prequel. Vi si narrano formazione e apprendistato dell'ispettore Michele Ferraro, anomalo protagonista del ciclo.
[La recensione prosegue qui: http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/nandropau… ]1 Laura CostantiniAuthor 39 books83

Dal punto di vista editoriale questo libro è una furbata, perché mette insieme tutta una serie di racconti legati alla figura di Michele Ferraro. Ma va riconosciuto a Biondillo di essere riuscito a cucire il tutto con una maestria tale da renderne la lettura piacevolissima. Ho trovato drammaticamente esilarante l'episodio legato all'ospitata televisiva dello scrittore che sclera in diretta. Spassosa presa per i fondelli della categoria. Da notare anche che Biondillo sembra legato alla figura dei padri privati (non senza colpa) dei propri figli. Qui Michele Ferraro viene lasciato da moglie e figlia e sfiora il suicidio. Più o meno la stessa cosa che accade al protagonista di "In nome del padre" dello stesso autore. In entrambi i casi Biondillo adotta l'escamotage di rivolgersi in quanto voce narrante direttamente al lettore, descrivendo le scene, le sensazioni. Una soluzione stilistica estremamente pericolosa se non la si sa tenere sotto controllo. Ma Biondillo è un ottimo timoniere.1 Stan413 6

As you can see from a recent review, I think Gianni Biondillo is a very accomplished writer. This book was not up to the standard of Con la morte nel cuore, but I think I understand. it is a kind of "prequel" to stories, trying to establish how Michele Ferraro came to be who he is, and sometimes it is a bit tedious. Also Biondillo tried a few stylistic tricks in this book that didn't do much for me.
Having said that, there are a couple of good stories here (it is basically a number of cases connected by one ongoing thread), especially the one that introduces Vice Comissario Lanza, one of Biondillo's great creations. So even though this book is not one of my favorites, it's a good read, and won't stop me from looking forward to more novels by Biondillo. 1 Paolo14 1 follower

Mah... Scollegato... Mi sono perso che fine ha fatto Kledy....1 icaro502 41

...mi pare che Biondillo abbia scritto di meglio; anche se, verso la fine, si risolleva un po'...voto d'affezionenero-giallo-contemporaneo1 Simona MoschiniAuthor 5 books41

Va molto di moda tra i giallisti scrivere il prequel spiegando genesi e psicologia del loro protagonista: l'ha fatto Camilleri, l'ha fatto Mankell, perché non dovrebbe farlo il quasi esordiente Biondillo, autore dell'ottimo "Per cosa si uccide"?

Per cui gli perdoniamo volentieri la vanità di averlo fatto dopo un solo romanzo dell'ispettore Ferraro, perché bisogna ammettere che se l'abbiamo comprato significa che la curiosità un po' ci era rimasta (addirittura era rimasta a mia mamma, che si è rimessa a leggere dopo anni di ignavia libresca e, dopo essersi pappata tutto Montalbano e tutta Pedra Delicado, ora sta assaggiando altri chef su consiglio mio). Proprio come doveva essergli rimasto il prurito a lui, all'autore. Assolto, quindi. Anzi: promosso a pieni voti.

Se era valida la struttura vivaldiana del primo libro, altrettanto si può dire dell'inanellarsi di episodi brevi, medio-lunghi o anche fulminei delle indagini del giovane sbirro "su tutto l'arco alpino" per poi concludersi come già sapevamo a Quarto Oggiaro; ben intervallate da un corsivo ipnotico e agghiacciante ove narransi le Mirabolanti Avventure di un Giovane Extracomunitario Che Non Aveva Fatto Nulla Di Male ma Aveva Perso il Permesso Di Soggiorno (tale Kledi, garzone del fruttivendolo amico di Ferraro) in un simpatico Centro di Accoglienza italiano per stranieri.

Nota di merito all'episodio dello Scrittore al talk show, che spara a zero senza risparmiare nessun protagonista del nuovo circo televisivo, scrittori compresi.

Di Biondillo - che nasce architetto - c'è poi una cosa che mi piace da matti: non solo prende per il culo i suoi ex colleghi che hanno sfigurato l'Italia, in particolare la Lombardia (che è anche la mia terra), in particolarissimo Milano; ma ne cita angoli segreti che c'è da vergognarsi a non conoscerli, e infatti neanche Ferraro li conoscerebbe se non ce lo avesse portato sua moglie quando l'onda dell'ammmore era ancora alta.

Un prequel insomma per niente superfluo: non aggiunge nulla a quanto si intuiva ampiamente del carattere di Ferraro, o del suo rapporto con l'acidissima ex moglie, o ancora dei personaggi di Lanza e Comaschi, ma per la prima volta - mi pare - troviamo nel giallo italiano un poliziotto malgré soi, totalmente non convinto, totalmente privo di senso della missione, sbirro per caso, idealista ma solo per gli ideali suoi privati, musicista mancato (con struggente passione per Battisti sia prima che dopo Mogol), perfino debole di carattere.
Non che Biondillo indaghi sui massimi sistemi, però ci introduce a un personaggio che si fa interprete della Giustizia e della Legge quasi per sbaglio, spesso inorridito dal gergo, dalla burocrazia, dal razzismo, dalla violenza dei suoi colleghi.

E no, non siamo dalle parti di Ellroy; la commedia all'italiana, rassicurante, sbuca sempre fuori da qualche pertugio, con una spruzzatina semmai di Peyton Place che (in molti giallisti nostrani, ma pensiamo anche alla Jimenez-Bartlett di "Serpenti nel paradiso") si compiace di scoperchiare i verminai della piccola e grande borghesia e di smentire i luoghi comuni per cui il delinquente è sempre il nero, lo zingaro, il rumeno, il povero.
Ha ragione Camilleri: oramai è il giallo il vero romanzo sociale dei nostri tempi.italian-fiction mystery-novel Ananda327

Dopo il primo impatto con uno stile a tratti apparentemente troppo colorito, si entra nel gioco delle parti e il libro scorre via che è un piacere.Biondillo è sempre Biondillo e questo fa piacere.Bella l'impostazione del libro, a miniepisodi attraverso i quali scopriamo come il nostro Ispettore è diventato quello che abbiamo conosciuto nel primo libro a lui dedicato. L'unica cosa che un po' mi ha lasciato perplesso è che sembra quasi che per Biondillo i criminali siano per lo più psicotici a piede libero. Ma comunque nel complesso è un bel romanzo noir di ambientazione nostrana.
2009 biblioteca narrativa ...more Ivan Zullo140 13

Interessante l'idea di un "prequel" che spieghi la genesi delle avventure dell'ispettore Ferraro. Sfortunatamente i diversi piani temporali, sia quelli passati che quello presente, risultano slegati.
Biondillo si conferma scrittore abile e capace, purtroppo questa volta strappa solo la sufficienza. Aurora191 45 Read

forse un po' tirato per i denti. forse.
da leggere, ma con garbo. e senza aspettative particolari."padre nostra che sei nei cieli. non smetterò mai di odiarti. ogni giorno che passa io ti odierò, di ora in ora, di giorno in giorno, sempre di più, nei secoli dei secoli. perché sei un padre egoista, un dio geloso. perché sei un padre. e come tutti i padri sei assente. nel giorno della morte di tuo figlio non c'eri. ma sua madre era lì, sotto la croce, a straziarsi il cuore. come si fa a essere così crudeli?" Monkey Businness92 23

Io ho amato questo libro dalla prima fino a l'ultima pagina. Forse perchè, avendo letto i precedenti, mi sono molto affezionata al protagonista e ai suoi "amici/colleghi/antagonisti" o forse semplicemente perchè Biondillo scrive semplicemente con un'umanità che fa spavento. O forse ancora per quei momenti in cui persino lui, preso dallo sconforto per certi avvenimenti, si intromette nella storia... chi lo sà. Il punto è che fino ad ora non c'è un suo romanzo che non mi abbia appassionata.
Perciò, non andateci affatto con le pinze. Leggetelo e amatelo, perchè non si può fare altro. 61pat753 12

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