Definito la prima memoria scritta della shoah italiana, 16 ottobre 1943 è la testimonianza letteraria della retata nazista nel Ghetto di Roma. In poche ore di una mattina dautunno, le SS agli ordini del maggiore Kappler rastrellarono oltre mille ebrei italiani per indirizzarli verso i campi di sterminio. Queste pagine, scritte a pochi mesi dai fatti, rappresentano una delle rare avventure narrative di Giacomo Debenedetti, critico prolifico, studioso di Proust e Joyce e del romanzo novecentesco, editore e saggista. Un racconto che ricostruisce la banalità del male di uno dei momenti più neri della storia dItalia, un testo esemplare tra letteratura e impegno civile che colpì le coscienze del tempo, su tutti Sartre e Sciascia, e che resta ancora oggi di ispirazione, per non dimenticare quello che è stato. Il secondo testo qui raccolto, Otto ebrei, rievoca il salvataggio dalleccidio delle Fosse ardeatine di otto condannati. Protagonista è un commissario di pubblica sicurezza con lambizione di ripulirsi la coscienza dopo la Liberazione, testimone di quella persecuzione dellamore vissuta dalla comunità ebraica nel dopoguerra su cui Debenedetti fu tra i primi a riflettere. In questa nuova edizione, le opere di Debenedetti sono accompagnate dagli interventi di Alberto Moravia, Natalia Ginzburg e Guido Piovene e da una nota di Mario Andreose, che inquadrano limportanza capitale di due classici della letteratura sulla seconda guerra mondiale.