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Nova de Fabio Bacà

de Fabio Bacà - Género: Italian
libro gratis Nova

Sinopsis

Del cervello umano, Davide sa quanto ha imparato all'università, e usa nel suo mestiere di neurochirurgo. Finora gli è bastato a neutralizzare i fastidiosi rumori di fondo e le modeste minacce della vita non elettrizzante che conduce nella Lucca suburbana: l'estremismo vegano di sua moglie, ad esempio, o l'inspiegabile atterraggio in giardino di un boomerang aborigeno in arrivo dal nulla. Ma in quei suoni familiari e sedati si nasconde una vibrazione più sinistra, che all'improvviso un pretesto qualsiasi – una discussione al semaforo, una bega di decibel con un vicino di casa – rischia di rendere insopportabile. È quello che tenta di far capire a Davide il suo nuovo, enigmatico maestro, Diego: a contare, e spesso a esplodere nel modo più feroce, è quanto del cervello, qualunque cosa sia, non si sa. O si preferisce non sapere.


Reseñas Varias sobre este libro



Scusatemi davvero per questo commento un po' a gamba tesa. Però, cito un po' qua un po' là:

"Trovò il cellulare, sfiorò lo schermo, e si mise ad analizzare le conseguenze del suo diteggiare sfoggiando il repertorio di microespressioni insoddisfatte che esibiva da un po'".

"Era attaccato al muro, con le braccia allargate e i talloni sollevati: sembrava un tremebondo dilettante dell'adulterio che avesse trovato riparo sul cornicione dell'alcova appena profanata".

"La sua vita era giunta all'atto conclusivo sul sedile di pelle di una mostruosità ecocida.
Il suo compasso aveva completato il cerchio. Lo spiraglio si era richiuso. La connessione interrotta. [...] Che mondo, si disse. Che razza di diabolico, sorprendente, benedetto mondo".

Mi sono fermata al capitolo 9 dopo che tizio è "criogenizzato nell'algor mortis delle membra" e ho riso parecchio.



55 s Fede La Lettrice658 60

Leggo:

"[...]insinuando le dita tra le cedevoli miofibrille, divaricandogli le cartilagini costali in un fulgore scarlatto di fluidi e tessuti recisi, gli avrebbe strappato il cuore, imponendogli la semplice malia narcotizzante di quei torbidi occhi azzurri cui Davide non avrebbe opposto altro che una spettacolare emottisi purpurea, negli orrendi spasmi epilettici dell'agonia."

"Far coincidere la propria infanzia o adolescenza con l'apogeo della felicità collettiva sembrava sottintendere una fortuna da tredicista, o più semplicemente un delirio apofenico."

E leggo ancora che un 16enne al suo primo concerto rock non può che pensare che a eccitarlo è "l'impatto ierofantico del loro inverosimile leader"

E sempre quel 16enne, durante il suo primo approccio amoroso "all'improvviso avvertì la radianza di uno strano calore nella confluenza tra i rispettivi pubi, preceduta da un inopportuno fremito erettile"

Potrei continuare perché tutto il libro è scritto in questa prosa iperbarocca e assurda, assolutamente fuori contesto, esagerata, gonfiata, forzata e che mostra con irritante evidenza la sua meccanica costruzione.

Allora magari posso ripiegare sul contenuto, ecco sì, il contenuto sarà profondo e interessante o divertente o costellato di personaggi indimenticabili e ben congegnati e invece questa prosa tutta 'frizzi e lazzi' nasconde il nulla cosmico. Forse è il motivo per cui è così pompata.
L'unica cosa interessante, l'unico stimolo, era sapere quando, come e perché Barbara durante un caos tragicomico a un concerto, caos con la stessa coerenza della prosa, è rimasta senza scarpe quando indossava delle All-star alte che certo non si sfilano casualmente. Barbara perché eri a piedi nudi? Perché? Perché? E qui, la genialità dell'intreccio tocca il picco perché lo scrittore non lo svelerà affatto e il lettore continuerà a chiedersi quando, come e perché Barbara non ha più le scarpe in sæcula sæculorum.35 s Paolo149 175

Che dire ? Di Fabio Bacà avevo letto il primo libro, un pastrocchio improbabile ma con una sua spensierata freschezza che mi piacque e divertì.
Questo secondo libro (per il quale ho a lungo considerato la stella solitaria...) ha maggiori pretese ma difetti a non finire. Personaggi inattendibili, laddove ambientazione e trama li vorrebbe realistici, e per la parte adolescenziale anche abbastanza insopportabili , dialoghi concitati, descrizioni appesantite da aggettivazione inutilmente ricercata.
Insomma temo che l'opera prima sia stato un caso di fortuna del principiante.34 s Marcello S560 243

Bello il progetto grafico.
Deludente o fastidioso tutto il resto.

[52/100]25 s Giorgia Legge Tanto364 11

Il protagonista, Davide, è un neurochirurgo che vive a Lucca, con la moglie Barbara, logopedista e il figlio adolescente, Tommaso. La sua è una vita assolutamente normale, ma un giorno sua moglie viene minacciata in un ristorante mentre lo sta aspettando per pranzare. Davide che assiste alla scena dall'ingresso del locale non fa nulla e non dice niente, è fa finta di non aver visto niente. Quel momento gli cambierà la vita.

La storia, che sembra di per sé semplice e lineare, si legge con una tensione crescente. Ho iniziato la sera a leggerlo e non riuscendo più a smettere, tranne per compiere le mie funzioni primarie e fare finta di essere una madre, ho finito di leggerlo il pomeriggio del giorno dopo. La protagonista di questo romanzo è la quotidianità, che viene deformata da qualcosa che sembra lontano ma che non lo è assolutamente. Fin dalle prime pagine (dal prologo di cui non vi dico niente ma che secondo me dice tutto del romanzo) la storia sembra un conto alla rovescia che termina con le ultime pagine. Il lettore ha l'idea leggendo, che il libro sia una bomba ad orologeria e che debba esplodere da un momento all'altro. L'autore ci porta ad una domanda: cosa sceglieremo fra dominare o essere dominati dalla violenza?

La scrittura poi è particolare perché l autore esprime frasi semplici con parole non comuni ma che non appesantiscono la lettura. Riempie le pagine di concetti di neuroscienze, che personalmente ho adorato, e che mi hanno incuriosito ancora di più nella lettura.

Un libro che consiglio a chi ha voglia di leggere una storia non banale, forte, amara e coraggiosa. Lo consiglio anche a chi vuole guardare nell'abisso e non ha paura di vedere che quell'abisso assomiglia alla nostra vita.18 s Siti336 126

Ennesimo candidato al premio Strega, lo leggo nella convizione che l'impossibilità di attribuire valore alla letteratura italiana contemporanea sia tutta una mia invenzione e una mia colpa. Non vengo smentita neanche ora, aldilà di un lessico forbito, unica caratteristica che riesco ad apprezzare, il resto è prosa che manca di narrazione, di personaggi, di contesto. Breve parentesi aperta nella vita di un medico che da vigliacco tenta di redimersi scoprendo dentro di sè la violenza sempre circoscritta con l'impiego della ragione. Finale irrisolto.letto18 s1 comment Meike1,658 3,505

Bacà juxtaposes the beauty and plasticity of the human brain with its capacity to base violence: Our protagonist is Davide, a neurosurgeon, who freezes when he sees his wife and son being molested by a drunk guy - then zen master Diego intervenes. Davide is embarrassed and tries to learn from Diego, while the conflict with his noisy next door neighbor slowly escalates...

The novel ponders cowardice in the face of threat, the flight option when fight is the moral thing to do, and how to deal with the human urge to violence, but not on a societal level, but broken down to the individual - and unfortunately, only in a male context: Barbara, Davide's wife, a vegan who insisted on buying a wooden house, features as a victim who dreads her 40th birthday and laments her intellectual husband's limited sex drive - which is supposed to say what exactly about "being a real man" and "being a woman"?

Especially using problematic zen dude Diego as a catalyst, the novel intends to make a statement about combining the mind and the body, but the result is undercomplex, as violence is not purely physical or psychological, and the way the books ponders its necessity is... weird, or at least logically incoherent: My hot take is that ending is not Davide's triumph, but his ultimate defeat, because the story largely disregards the question of morality, namely WHEN violence might be justified, and to what degree. To have the theoretical ability to fight a threat does not mean that there are only the options to do nothing or go all overkill.

Middle class, heady, domesticized man cannot stand up to conflict - this set up does not automatically guarantee Fight Club quality. The pacing here is uneven, the one female character is very badly written, and the core topic isn't granted enough nuance. What a missed opportunity, the basic idea was great. italy14 s Elena181 9

La ricercatezza del lessico è quello che ho apprezzato maggiormente di questo libro, il modo in cui parole desuete o - anche esageratamente - sofisticate formano i periodi grammaticali.
Mi stava piacendo anche la storia di questa famiglia composta da padre, madre e figlio con i vicini di casa "problematici", peccato che nel momento in cui viene introdotto il personaggio di Diego si sfalda tutto, la tematica della rabbia e di come viene percepita/considerata nella società era molto interessante, ma per come è stata sviluppata la storia non si arriva a una riflessione o conclusione convincente.
Proverò a leggere altro di Bacà perché mi piace il suo stile, ma questo romanzo non mi ha molto soddisfatto.z-2022-letti10 s Ilaria Quercia315 87

Per me più che una Nova è stata una nebulosa, fortissimamente detesto quando in un romanzo comincia ad esserci troppa carne al fuoco e a un certo punto mi sono persa.
Qual era il messaggio? Che mi voleva dire Bacà?
Mi voleva raccontare che in ogni esistenza c'è una forma inconsapevole di violenza?
Mi voleva parlare di una setta per individuare il potere di sè? Mi voleva parlare di vicini molesti? Di veganesimo?
Di eredità familiari? Cosaaaa?
Da un inizio promettente mi sono ritrovata in una selva oscura a tratti un po'onirica, forse sono io che non ho capito?
Una cosa però mi è davvero chiara: i finalisti dello Strega non mi stanno entusiasmando.202210 s La lettrice controcorrente518 229

Nova di Fabio Bacà (Adelphi) è un libro che mi ha preso completamente alla sprovvista. Dopo aver letto e amato Benevolenza cosmica (LEGGI QUI la mia recensione), non dico che mi aspettassi un libro simile ma pensavo di essere riuscita a inquadrare lo stile dell’autore. E invece, anche qui, Bacà si è divertito a prendere tutti in contropiede. E questa, per chi come me cerca sempre qualcosa di nuovo, è una sensazione bellissima.

Bacà è stato anche il protagonista di un’iniziativa chiamata Exourdium, ideata da Billy il vizio di leggere – il gruppo su Facebook.

Un esordiente pubblicato da Adelphi. La domanda che mi sono fatta è stata: “Riuscirà a fare meglio di così? “. Esordire con Adelphi assomiglia molto di più a un punto di arrivo, piuttosto che a uno di partenza. E invece ecco qui che Bacà stupisce ancora. Con una storia esplosiva, cupa, feroce. Con una scrittura più matura, più densa, Bacà ci trasporta in un incubo quotidiano.

Se in Benevolenza cosmica la protagonista era la straordinarietà, in Nova, la scena è tutta della quotidianità, di una normalità deformata da qualcosa che solo all’apparenza è lontano. Cosa succede quando si affronta quello che non si conosce, quando si lasciano liberi gli istinti o quando proviamo a imbrigliarli.

La storia di Bacà, fatta eccezione per la parte iniziale, si legge con una tensione crescente. Mi è sembrato di osservare un countdown con sentimenti contrastanti: da una parte volevo andare avanti, dall’altra avevo paura che Nova mi esplodesse in mano.

Ed effettivamente Nova esplode e lo fa nella manciata di pagine finali che ho cercato di diluire nel tempo, perché volevo immaginare un finale tutto mio.

Ci ho dormito sopra. La storia di Davide aveva bisogno di essere assorbita e anche ora, a distanza di giorni non saprei dove collocare il romanzo.
RECENSIONE COMPLETA: www.lalettricecontrocorrente.it9 s lapeanuts55

Uno spreco di ricercata prosa per una inconsistente e fastidiosamente vuota trama7 s Come Musica1,724 470

Parto subito con il dire che con la scrittura di Fabio Bacà ho qualche problema: Benevolenza Cosmica l'ho iniziato e mai finito.
Di questo secondo romanzo posso subito dire che almeno l'ho finito: se la prima parte del romanzo è lenta e invita il lettore ad abbandonare la lettura (almeno questo è stato l'istinto costante provato), nella seconda parte il libro decolla, tanto che nel finale è riuscito a strapparmi la terza stella.

Il sentimento intorno a cui tutto ruota è la violenza: il neurochirurgo Davide assiste inerme all'aggressione della moglie Barbara da parte di un ubriaco e dimostra a se stesso e al figlio Tommaso di essere un vigliacco:

“Aveva lasciato che il suo vicino lo minacciasse senza dire una parola. Aveva permesso che sua moglie e suo figlio fossero infastiditi da un ubriaco.
E c’era persino di peggio.
Tommaso lo aveva visto.
Ormai ne era certo. Lo aveva visto immobile e terrorizzato mentre uno sconosciuto allungava le mani su sua madre.
Non poteva negarlo.
Era un vigliacco.”

All'immobilismo di Davide davanti all'aggressione della moglie, si contrappone il dinamismo di Diego, che con poche mosse riesce a neutralizzare l'aggressore: “Lo sconosciuto fece un passo indietro e guardò il suo avversario. Era attaccato al muro, con le braccia allargate e i talloni sollevati: sembrava un tremebondo dilettante dell’adulterio che avesse trovato riparo sul cornicione dell’alcova appena profanata.
«Vedi, amico,» gli disse «non voglio costringerti a non farti più vedere qui dentro, ma credo sia il caso di istruirti sulle condizioni necessarie affinché la nostra convivenza prosegua in modi più civili di quanto le premesse spingerebbero a ritenere».
Alzò una mano e l’avvicinò al viso dell’uomo, il quale, temendo il peggio, atteggiò i lineamenti a una maschera di genuino terrore. Ma l’altro si limitò a chiudere la mano e a tirare fuori il pollice, puntandolo verso i suoi talloni sollevati.
«In punta di piedi» disse. «Impara a muoverti così: in punta di piedi. Credo tu abbia capito che mi piace la gente silenziosa».”

Davide e Diego non solo si contrappongono l'uno all'altro (sono un po' come lo Yin e lo Yang), ma sono l'uno funzionale alla crescita dell'altro.

“Inalò a fondo e ripudiò ogni pensiero, lasciandosi cullare dal sospiro del mondo. Non c’era altro da fare.
La vita è una questione di giuste proporzioni.
A un certo punto deve succedere. O sei illuminato, o non lo sei. O sei innamorato, o non lo sei. O sei pronto, o non lo sei.
Si allungò sul ragazzo e gli posò una mano sul petto. Tagliare o morire: non aveva alternative.”

Nel finale, il libro si riscatta e Bacà interrogandosi sulla violenza, indaga gli istinti più feroci che ahimè fanno parte della natura umana: “Ora so che l’universo è infinito perché contiene tutto l’odio generato dalla razza umana dall’inizio dei tempi. Questo è ciò che siamo. Questa è la sostanza di cui siamo fatti: sangue, furore e detriti di sogni al confine tra sonno e veglia.”


Davvero il problema è solo in termini dualistici: “Dominare la violenza o esserne dominati. ”, oppure c'è una terza via che non presuppone la dominazione?


La motivazione di Diego De Silva per la presentazione di Fabio Bacà al Premio Strega 2022

«Fabio Bacà è l’ex esordiente più anomalo che conosca. Alla terza pagina del suo primo romanzo, Benevolenza cosmica, ero già fuorviato dalla maturità di una scrittura in cui non c’era ombra di acerbo, di veniale. Come un musicista giovanissimo che suona lo strumento perfettamente, e per di più inventa soluzioni armoniche mai sentite.
A conquistarmi del tutto fu il senso dell’umorismo, una dote di cui pochi autori dispongono.
Poi esce Nova, un libro diverso, letterario nel senso più seducente del termine, che racconta a scopo di riflessione. Parla di violenza e di vigliaccheria. A queste due categorie inflazionate dall’etica restituisce un senso culturale molto più autentico e comunemente sottostimato.
La scrittura ha una puntualità e un’esattezza che mi hanno confermato il valore di un autore che oggi trovo ancora più forte di quando l’ho conosciuto.
Presentarlo allo Strega è un vero motivo di orgoglio. Perché su Bacà avrei scommesso fin da subito.»8 s Sadie873 225

Schade: Dieser preisnominierte Beitrag aus Italien zum Themenkomplex toxische Männlichkeit/ Umgang mit Gewalt hat mich leider ziemlich kalt gelassen, da waren die Erwartungen höher.

Mehr zum Buch in unseren ausführlichen Besprechungen @ Papierstau Podcast: Folge 271: Klicknutteriche0-im-podcast-besprochen 2-stars-okay g-novel ...more6 s dv1,310 50

Un romanzo che parte male, con nelle prime due pagine frasi come “mozione di coito avanzata dalla fugace libidine dell’erezione mattutina” e animali domestici battezzati con nomi improbabili. Poi prosegue e illude di essere in crescita, creando un'atmosfera di mistero e imprevedibilità che fa sopportare il linguaggio e pensare a certe opere di David Lynch, ma poi cade in un baratro di medietà "thriller" con un rapporto fra due uomini che evoca Fight Club - per fare un altro esempio cinematografico, ché del del resto il libro di Palahniuk non l'ho letto - con una caratterizzazione dei personaggi rigida e priva di qualsiasi credibilità. E su questa china si prosegue, sempre con una lingua pretenziosa e con scene poco sensate e/o prevedibili e perfino con grandi ingenuità di costruzione narrativa, come citare dopo più di 100 pagine un personaggio secondario menzionato in una riga, supponendo che il lettore lo ricordi (per di più un personaggio che sparisce di nuovo e non acquista senso nemmeno nelle pagine successive). E poi un finale scontato nel suo voler lasciare col fiato sospeso. Insomma, un pessimo esempio di letteratura e, verrebbe da dire, per quel che vale, non da Adelphi e non da Strega. Preso usato al Libraccio, almeno l'ho pagato la metà (e penso che lo metterò in qualche book crossing).narrativa6 s FrancescoAuthor 3 books73

Cosa succede quando un atto violento - un’aggressione, un litigio, una minaccia - irrompe nella nostra pacifica e civile realtà?
Bacà è un narratore fuori dagli schemi che dopo il suo bell’esordio, si conferma con Nova, un romanzo che ruota intorno a Davide - un chirurgo di talento - e la sua famiglia. Ha dei problemi con il vicino e dei dissidi sul lavoro - come tanti di noi - ma un giorno l’equilibrio si spezza ed entra in scena Diego, parlandogli di filosofia Zen e della necessità di saper dominare il Potere, inteso come il controllo sugli istinti, altrimenti si rischia di venirne sopraffatti, annichiliti.
In un momento storico in cui la censura e il politicamente (e noiosamente) corretto, dominano la narrazione, Bacà è l’outsider che indica la luna, invitandoci a non dimenticare il lato oscuro che sonnecchia in tutti noi. 6 s Taidelli Lorenzo1 review

Alla fine della lettura ho pianto, pensando agli alberi abbattuti per stampare questa opera vuota.
6 s Laura CR126 4

Una scrittura esageratamente sofisticata per una misera dissertazione sul "potere" della violenza, senza tuttavia addivenire a nessuna conclusione. Non mi è piaciuto. Concedo una stella in più solo per il linguaggio ricco di termini ed espressioni colti, sebbene inappropriati per questo romanzo.gialli5 s Marianna Illiano69 10

Voglio parlare di violenza, intesa sia come fenomeno sociale sia, soprattutto, come fenomeno psichico.
Allora sai che faccio?
Scelgo come protagonista un neurochirurgo, uno che conosce il funzionamento del cervello umano, una persona per bene che ha sempre evitato lo scontro. Poi racconto di un episodio di violenza che coinvolge la moglie e il figlio e che vede il neurochirurgo spettatore inerte. A questo punto succede qualcosa nella mente del protagonista che si sente un codardo e si mette in contatto con il tipo che ha aiutato la moglie e il figlio. E questo tipo com’è? Un giovane da un passato turbolento e doloroso che decide di diventare una sorta di monaco zen e di riflettere sulla violenza.
Dopo aver impastato questa trama artificiosa e costruita, inizio a scrivere con un linguaggio iperbarocco e completamente distante dal vissuto dei personaggi, facendo sfoggio di un lessico forbito e ricercato.
Ecco come immagino sia andata…

Risultato?
Una storia inautentica, un esperimento narrativo che dietro tutti gli orpelli linguistici, nasconde il vuoto.5 s LauraT1,175 84

Libro su cui devo ragionare ancora, e parecchio.
La prima sensazione è quella di un leggero fastidio per uno stile ed un linguaggio decisamente fuori dall'ordinario, un linguaggio ed uno stile ricercato, complesso, poco usuale nei libri degli ultimi anni.
La storia poi è frammentata, tra marito, moglie, figlio, sconosciuto che entra prepotente nelle loro vite, ognuno chiuso nella sua isola di "soliti" problemi.
Poi però le cose si complicano, si fanno molto più profonde di così.
La storia diventa irreale, i personaggi finiscono per essere quasi simboli - il bene, il male, l'odio, la violenza, l'innocenza perduta, quella ancora da perdere.
Fino alla NON conclusione della vicenda, che lascia tutti i dilemmi aperti, come a chiedere al lettore: e tu che faresti fossi al posto di Davide? Dove sta il giusto e lo sbagliato? Dove la morale?
Sono contenta di averlo letto, anche se ammetto che mi ha disturbato non poco; è un autore che approfondirò a stretto giro...
5 s Frabe1,095 46

Il termine nova può indicare sia un'enorme esplosione nucleare sulla superficie di una stella (nana bianca), fenomeno questo che la rende molto più luminosa, sia la stella stessa al momento dell'esplosione.
Tema del romanzo è la violenza, così presente nelle nostre vite e perlopiù accolta – fa capire il narratore – con eccessiva arrendevolezza. Il protagonista Davide, uomo inizialmente remissivo, viene suggestionato sempre più dall'ammonimento "dominare la violenza o esserne dominati" e gradualmente cambia, finendo col trovarsi dentro un'esplosione di violenza esagerata... paragonabile a quella nucleare della "nova".
Ho trovato la lettura un po' faticosa, specie per l'uso frequente di termini difficili, ma anche soddisfacente per coinvolgimento e stimolo alla riflessione.5 s Franco 35 1 follower

NO5 s Vania Rivalta102 12

Se lo spunto della trama l’avesse sviluppato Stephen King sarebbe venuto fuori un capolavoro.
Qui ci sono alcune parti leggibili e altre che mettono a durissima prova la pazienza e la voglia di arrivare alla fine di qualsiasi lettore.
Un esercizio di onanismo stilistico e lessicale.
Leggetevi un manuale di neurologia.
Oppure, meglio ancora, leggete “La coscienza di Zeno” e “It” in contemporanea.4 s Alberto234 9

L'esordio di Bacà era stato più scoppiettante ed avvincente. Qua i personaggi faticano a reggersi in una sceneggiatura zoppicante.3 s incipit mania2,589 65

Incipit
A cosa pensa un uomo appena si sveglia?
Nova Incipitmaniabac-f4 s Cristina MoscaAuthor 11 books40

deflagrante.

le ultime cento pagine valgono il superamento di qualsiasi dubbio che possa esservi venuto durante la lettura.lettore-maestro-20224 s Daniela LaB Di Pierro92 5

Fabio Bacà ci racconta la storia di una vita ordinaria che, improvvisamente, deraglia da quelle che sono le sue rotaie, il suo percorso sicuro.

Davide è un uomo che dall’oggi al domani si trova a fare i conti con la parte più profonda di sé, con le sue paure più nascoste. E se questo, per molti, potrebbe essere una nota positiva, per il protagonista di questo romanzo non lo è: fare i conti con i suoi demoni lo porterà a diventare l’opposto di quello che è sempre stato, ad agire impulsivamente senza rendersi conto di quali potrebbero essere le conseguenze mettendo in serio pericolo la propria famiglia.

Se da un punto di vista psicologico questo romanzo si rivela estremamente interessante e regala qualche punto di riflessione è dal punto di vista stilistico che si iniziano a riscontrare seri problemi.

Il linguaggio usato da Bacà è pomposo, desueto, costantemente alla ricerca di una ricercatezza linguistica spinta agli estremi. Se a questo poi si aggiunge la massiccia presenza di termini tecnici dovuti alla professione del protagonista (neurochirurgo) ci si ritrova davanti un libro che si fa fatica a leggere.

Inoltre ci sono delle scelte narrative inspiegabili, coincidenze che hanno quasi del ridicolo, scene che per me non hanno senso. Il tutto poi ridotto ad un finale che finale non è: troppe questioni lasciate in sospeso, troppe domande aperte, nessuna chiusura del cerchio.

Nova di Fabio Bacà aveva un potenziale ma è stato sprecato dall’autore. Quello che rimane è la consapevolezza che Bacà possiede una vasta conoscenza della lingua italiana, in uso e non.3 s Nejapah10

Una grande tortura caratterizzata da un unico lato positivo, la fine.
Libro esageratamente caricato da nozioni inutili, false introspezioni che servono solo per paragoni inverosimili e quindi lontani.
Ho sentito un grande stacco tra il libro e la mia persona, non sono riuscita ad entrarci in sintonia e ho trovato Davide un po' sterile come personaggio verso la fine. Gli altri personaggi? Tentativo fallito di parlare di diverse vite con la stessa importanza. Se è stato voluto, peggio mi sento. Erano insopportabili.
Non so, ho percepito un filo di arroganza nello scritto ed una passione per la fretta di mostrare le proprie competenze/capacità descrittive tutte in un singolo secondo.
Una risultante di effetti che mi hanno causato una disperazione estrema, non ho mai borbottato tra me e me o urlato cose insensate mentre leggevo un libro. Ebbene sì, con Nova è accaduto.
Sono contenta di averlo portato a termine, sembrava impossibile. Se potessi cambiare le cose, vorrei annullare le mie memorie di questo libro. Grande delusione, poteva avere delle alte potenzialità.3 s Matteo Mazzoli302 14

Già, solo tre stelle (e sono largo perché stimo Fabio). Non me lo sarei aspettato, ma sin dalle prime pagine ho sentito una sorta di avversione, un fastidio nella lettura che mi capita di rado. Parto dalla trama. Sicuramente più scura nei temi trattati di Benevolenza cosmica, la violenza, la vendetta, l'uomo buono nel mondo crudele, la debolezza, ecc., poteva anche essere interessante, e in alcuni passaggi ho apprezzato e, forse, capito quanto Bacà intendesse comunicare. I personaggi sono tutto sommato ben strutturati e delineati, ma a mio avviso non sempre coerenti, a partire da Davide, il protagonista. Ciò che però più mi ha infastidito, e mi ha fatto pensare di mollare la lettura, è stata la scrittura. Se in Benevolenza potevo accettare il barocchismo sfrenato della penna dell'autore, che estremizzava l'elemento comico, l'assurdo, rendendolo quasi parodistico ma con intelligenza e cognizione di causa, qui è un polpettone di vocaboli aulici e frasi sconclusionate, quando non completamente fuori contesto, che mi hanno fatto andare fuori di testa. Giustamente ognuno ha la propria sensibilità, e ho amici che lo hanno apprezzato anche, se non soprattutto, per la scrittura. Io, personalmente, detesto questo modo di scrivere perché costruito, artefatto, con una ricercatezza che mi sa tanto di profumo spruzzato dalla nobiltà francese per coprire il puzzo di giorni senza bagno. Peccato, perché l'aspettativa era parecchio alta.3 s Natasciaf161 3

bello senz'anima.3 s Camy78 3

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