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L'ultima intervista de Eshkol Nevo

de Eshkol Nevo - Género: Italian
libro gratis L'ultima intervista

Sinopsis

«Un tempo mi alzavo felice e oggi mi alzo triste. Non sono certo di sapere il perché». Così comincia questo romanzo in cui, sotto l'occasionale forma di un'intervista a un sito internet, uno scrittore provvede a mettere a nudo il suo cuore. Le risposte, che si susseguono come «fuochi d'artificio», non risparmiano nulla: passioni, amori, inimicizie, tradimenti, la stessa apparente vanità dell'esercizio della scrittura, magnifica via di fuga quando la vita imbocca sentieri troppo stretti, ma futile scappatoia quando la vita arranca miseramente per la via, e la donna amata non trova più in te la felicità, la figlia abbandona casa, l'amico si ammala. Non c'è scrittore, è noto, che non menta nelle interviste, che non risponda, appunto, da scrittore, in maniera calcolata, cauta, misurata. Un'ipocrita precauzione che non alimenta queste pagine, che non costituiscono per niente un educato diario intimo. Sono pagine in cui irrompe la verità nuda e cruda, divertente, triste, scandalosa, politicamente scorretta, una verità così vera da aprire non soltanto le porte alle stanze nascoste di una vita, ma da mostrare persino come al suo centro si insedi spesso la più spudorata menzogna. Dai quesiti più banali: "Cosa la spinge a scrivere?", "Come descriverebbe la sua giornata lavorativa?"; a domande di carattere più intimo: "Che tipo di bambino era?"; fino ad arrivare agli interrogativi temuti da ogni fragile anima:" Quand'è stata l'ultima volta che le si è spezzato il cuore?"; lo scrittore danza, con le sue risposte, sul proprio abisso personale, su quella voragine che costituisce la zona d'ombra di ogni singola esistenza.


Reseñas Varias sobre este libro



TERRA VENTO FUOCO…ACQUA



Un libro che si capisce facilmente come possa suscitare entusiasmo: la classica buddy novel, un inno all’amicizia maschile.
A me, che non sono neppure un fan dei buddy movie, è servito più tempo per una valutazione positiva, per passare dalla delusione iniziale all’interesse e apprezzamento.



Il tempo necessario per capire che Nevo è solo apparentemente un autore facile da affrontare, perché trae in inganno con la sua scrittura semplice scorrevole e piana, che erroneamente può sembrare piatta.
In realtà, poggia su una struttura narrativa, già ampiamente sfruttata certo, ma sempre interessante (il manoscritto recuperato, il romanzo nel romanzo) e nutrita di aspetti stimolanti.



Si parte dal classico prologo nel quale uno dei quattro protagonisti, Churchill, afferma d’aver ricevuto il manoscritto di Yuval per revisionarlo.
Subito dopo inizia il manoscritto in sé, che è la storia raccontata da Yuval, con qualche sporadica nota del redattore, l’amico Churchill.
Qua e là, brani della tesi incompiuta di Yuval sulle metamorfosi dei filosofi, i loro cambiamenti d’opinione (argomento affascinante); sparsi in più punti, interessanti articoli e saggi che Yuval traduce dall’inglese in ebraico.
A chiudere il cerchio, il post-scritto del redattore e revisore, e migliore amico del vero narratore.
La trama succinta suona così: quattro amici si frequentano fin dall’infanzia e hanno scelto come rito il ritrovarsi in occasione dei mondiali di calcio. Prima della partita scrivono dei bigliettini dove lasciano traccia dei loro desideri. Quattro anni dopo, al successivo mondiale di calcio, l’appuntamento si rinnova come l’occasione per scoprire se quanto scritto si sia avverato.



Mi è servito tempo, come dicevo.
Perché un’amicizia tra quattro ragazzi, man mano giovani e poi adulti, che viene descritta così da un’aspirante flirt:
In tutta la mia vita non ho mai conosciuto una persona che parla così tanto dei suoi amici, che mostra alle donne con cui esce l'album con le loro foto, e nel suo appartamento appende le loro fotografie incorniciate al posto dei quadri… direi che forse vivi la vita dei tuoi amici, invece che la tua.
un’amicizia così esclusiva fa cascare le braccia.
Se si aggiunge che il protagonista narratore, Yuval, è una specie di calimero che ricorda molto il personaggio che Verdone ama tanto interpretare nei suoi film (bruttino, timido, introverso, ma tanto sensibile, buono, comprensivo, accogliente) – uno che ha una storia d’amore di gran lunga più corta del tempo che gli serve per metabolizzarne la fine.
Se si aggiunge anche che il leader del gruppo, il redattore revisore, è uno sciupafemmine...
Se si aggiunge perfino che i quattro, ahimé, scandiscono il tempo sulla base dei campionati mondiali di calcio…



Ma questa è l’apparenza.
O meglio, parte della sostanza, ma non tutto.
Man mano Nevo conquista, e il suo progetto letterario coinvolge.

E spunta un quinto amico, che c’è e non c’è, si vede e non si vede, ma se ne parla tanto, è come lo zelig della situazione, Shachar Cohen, un’invenzione narrativa geniale.



C’è Israele, che è stata la presenza che ho di gran lunga preferito.
Israele di cui non si vuole raccontare esclusivamente lo stato di guerra perenne, di paese diviso, Israele del terzo millennio.
E se sembra un po’ sbrigativo, e quasi qualunquista, il modo in cui Nevo liquida l’attualità:
Ai morti seguivano i feriti cui seguivano gli incidenti cui seguivano gli spintoni cui seguivano le botte cui seguivano le pugnalate cui seguivano i morti.,
la cronaca quotidiana fa capolino, qua e là, dai tg, dai posti di blocco, da personaggi minori e secondari, e dimostra la voglia di una generazione, di una parte del paese, di avere prima di tutto una vita di pace e normalità, non schiacciata dal perenne stato di guerra.



Il romanzo è ambientato nel periodo tra la prima e la seconda intifada, quando l’esercito svolgeva essenzialmente funzioni di polizia, ed era difficile che nascessero grandi amicizie storiche come succedeva ai loro padri, e forse anche fratelli maggiori, durante la guerra dei sei giorni e quella del Kippur.
Infatti, i quattro si conoscono e uniscono prima del militare, già sui banchi di scuola.

C’è il fascino di un titolo indimenticabile ed evocativo, che si traduce in una trama che lo rispecchia: i desideri dei quattro amici si realizzano, in un ordine che non è necessariamente quello previsto, ma rispettando la simmetria.
Titolo che è un colpo da maestro di qualche traduttore o editore italiano o spagnolo, considerato che quello originale suona banalmente "I desideri della Coppa del Mondo".


Forse, il mio buddy movie preferito: “Four Friends-Gli amici di Georgia” di Arthur Penn, 1981.

Il percorso esistenziale dei quattro è prevedibile e inaspettato, quotidiano ed epico.
Il finale è geniale, per nulla appiccicato.
Direi proprio che il libro finisce meglio di come inizia, sia il romanzo di Yuval che la chiosa di Churchill.
Finisce e rimane aperto, in un equilibrio di rara suggestione.

A volte è proprio la capacità di colpire là dove fa più male… non avevamo idea di cosa succedeva fra loro quando arrivavano a casa e si toglievano le maschere, perché noi non c’eravamo.


Un altro esempio di buddy movie niente, niente male.israele221 s Ilenia Zodiaco272 15.1k

Nevo usa questa tattica: scrive romanzi dalle tematiche fruste e logore ma te le inzucchera con una prosa piacevole, "simpatica", tutto sommato abbastanza affabulatoria da farti proseguire nella lettura. Non è mai esaltante, non è mai orrendo. È nella media, una storia come tante ma che in qualche modo senti vicina perché è simile a quelle che hai già letto, vissuto direttamente o indirettamente, visto da qualche parte, su schermo o faccia a faccia.

Appunto, nella media.

Poi senti arrivare - è proprio uno schema quello che usa - un colpo di scena. Lo senti montare, lo intravedi in alcune frasi, in alcune atmosfere che cambiano all'interno di una storia consunta di amicizia tra quattro ragazzi israeliani con sogni, aspettative, dolori e tutto il carrozzone. Sembra uno di quei pasti precotti, che basta infilare nel microonde, ma su cui, sconfezionandolo, trovi una minuscola macchietta di muffa. C'è qualcosa di insolito, allora. Sì, ma anche la tristezza e il dolore che sentiamo nei capitoli finali risultano tiepidini.

È un autore che ha delle capacità narrative apprezzabili, che consiglierei a chi cerca storie per emozionarsi senza complicazioni, chi ha la lacrima facile o semplicemente chi ha la voglia di uscire da un blocco del lettore. Rimane privo di quella profondità che mi aspetto in autori così incensati.

N.B. Ascoltato in audiolibro, esattamente come "Tre piani" che, tra i suoi romanzi, ho preferito di gran lunga. la-vita-troppo-breve70 s Raisa Beicu84 340

Nu am mai citit o carte atât de bun? despre prietenie de la O via?? m?runt?, de Hanya Yanagihara. În momentul în care am terminat Simetria Dorin?elor, dar mai ales în timp ce o citeam, gândul mi s-a dus la for?a din cartea aceea. Eshkol Nevo, un autor pentru care am dezvoltat o real? pasiune, scrie despre dorin?e la care renun??m, despre dorin?e altora tr?ite de noi. Despre cel mai bun prieten care ne tr?ie?te visul.

Patru prieteni î?i fac o list? de dorin?e, cu scopul ca acestea s? fie îndeplinite în urm?torii 4 ani, pân? la urm?toarea final? a Cupei Mondiale. Via?a, îns?, duce la mici deplas?ri. Simetria Dorin?elor este despre iubire, prietenie, sacrificiu, normalitate - c?ci nimic nu este idealizat aici. Adeseori renun??m la vise, la speran?e, dar ce am face dac? cei mai buni prieteni ai no?tri ar tr?i fix ceea ce ne-am fixat noi ca ?el pe p?mânt?

Incredibil cât de lin r?spunde Eshkol Nevo acestei întreb?ri :)62 s piperitapitta982 381

«Qualunque nobody crede di poter scrivere un libro. Qualunque nobody».

Quando sono arrivata al 99% dell'ebook c'è stato un momento in cui ho avuto la tentazione di interrompere lì la lettura, perché in fondo non mi interessava sapere cosa fosse successo a Yuval, per quale motivo il suo manoscritto fosse nelle mani di Churcill, tutto sommato era bello così, non mi serviva altro.

Ma neanche questo è vero, scriverebbe Yuval, non è andata affatto così: la verità è che ho avuto paura, paura di soffrire.
E quando alla fine l'ho letto, quell'1%, e ho chiuso il mio libro elettronico, la seconda cosa che ho fatto, con gli occhi pieni di lacrime e una commozione mista di tristezza e felicità, è stata quella di alzarmi e fare una lunga passeggiata sulla spiaggia, perché avevo un'oppressione forte alla bocca dello stomaco e avevo bisogno di respirare profondamente, liberare la mente e pensare solo a loro quattro, Yuval Churcill Ofir e Amichai, i quattro amici trentenni di Haifa, israeliani di seconda generazione, che parlano una lingua, l'ebraico, che non gli appartiene ancora completamente, frammista a inglese o a polacco, e alla loro amicizia e alle loro vite proiettate nel futuro, e poi ridere, e piangere, e ridere ancora.
Volevo pensare a questa bellissima storia, che se fosse una partita di calcio, a dispetto della nazionale israeliana che non arriva mai alla qualificazione, sarebbe una di quelle memorabili in cui si soffre ci si diverte si impreca ci si esalta, e che se fosse una squadra di calcio giocherebbe con un fantastico 4-4-3: quattro come i protagonisti, quattro come gli anni che trascorrono tra un mondiale e l'altro e che scandiscono le loro vite - «Per fortuna che ci sono i Mondiali, così il tempo non diventa un blocco unico, e ogni quattro anni ci si può fermare a vedere cos'è cambiato» - tre come gli anni di militare che per un ragazzo israeliano non sono un servizio militare qualsiasi, ma un pezzetto di vita in cui ci si confronta con la morte, con il dominio, con l'occupazione, ma nel frattempo si vive, ci si diverte e si soffre: insomma, si gioca.
Volevo pensare a tutte quelle parole non dette ma scritte da Yuval, che invece nel suo libro diventa come un fiume che ha travolto gli argini, impetuoso e inarrestabile, e a una tesi mai discussa in cui raccontare come la filosofia si blocca quando incontra la vita, e come i più famosi tra i filosofi, a un certo punto della loro vita, si siano fermati, si siano ricreduti e abbiano cambiato percorso, proprio come succede a noi che amiamo e odiamo, sogniamo e realizziamo, ridiamo e piangiamo: insomma, giochiamo.

Avrei talmente tante cose da dire su questa storia struggente e malinconica, pervasa da un'ironia sottile e delicata come una brezza leggera, capace di raccontare Tel Aviv, una città che per me è solo un luogo da notizie del telegiornale, fino a farmene sentire i rumori e comprendere lusinghe e insidie, ma che allo stesso tempo decide di lasciarla sullo sfondo, dolce e crudele, straniera e materna, una storia che non è il pretesto per narrare di un conflitto tra popoli, che pure si respira e lambisce con realismo le storie dei protagonisti, ma è il racconto di un'amicizia che sopravvive a successi e delusioni, all'amore e alla morte, ed è anche la storia a volte dimenticata di quattro bigliettini ai quali consegnare i propri desideri e con i quali confrontarsi dopo quattro anni, alla prossima finale; ma invece non dirò altro, perché ci sono emozioni che è difficile raccontare, e preferisco continuare a conservare la magia di un luogo in cui terra fuoco acqua e vento «(e se poi ci aggiungiamo Shachar Cohen possiamo dire di avere avuto anche l'etere, il quinto elemento, quello celeste, sfuggente, di ci parla Aristotele)» riescono a ricreare l'armonia del giardino Bahá'í ai piedi del Monte Carmelo, in un romanzo che non è perfetto, ma che è perfetto perché è assolutamente normale - «Siamo tutti sballati per il semplice fatto che siamo esseri umani» -, perché nella sua imperfezione riesce a svelare non solo la simmetria dei desideri, ma anche qualcosa che credevo impossibile: per la prima volta nella mia vita ho desiderato essere un maschio, perché una storia così, un'amicizia così, tra femmine non sarebbe mai stata possibile raccontarla e io avrei voluto essere Yuval, oppure Churcill, oppure Ofir, oppure Amichai, «persone delle quali tu ti fidi abbastanza da farci «testa o croce» al telefono», amici a Tel Aviv al tempo dei mondiali.

«È proprio questo il bello di Tel Aviv, ha detto lui. Ti può capitare di tutto. E la cosa ancora migliore è che nessuno fa storie.»amicizia autori-israeliani letteratura-israeliana ...more46 s ???? ??????????1,643 167

The four became friends as boys when they were at school together. Such a friendship usually lasts as long as life does not scatter, but Ophir, Amihai, Yaar and Yuval turned out differently. They graduated from school, served in the army (all in different troops and in different parts of the country), returned, continued their studies, moved from Haifa, and all this time continued to meet once a week.

Ophir works in advertising, believes that someday he will write his book and make a brilliant film based on it. Amihai, an insurance agent of Telemeda, dreams of opening his own alternative medicine clinic, but so far he has to work hard without days off and vacations - he is the only one of the four who is not only married to his sad Ilana, but managed to become the father of twins. But Yaar, whom no one calls by name, but since childhood the nickname Churchill seems to have grown to him, knows for sure that he will achieve what he aspires to - He will become a prosecutor consistently and steadily following the path of his vocation, and does not intend to turn off.

And only Yuval, the hero-narrator, has no clear purpose. He's that, the last romantic. From a family of English repatriates (did you think you went to Israel only from the former Soviet Union?), who brought the stiff restraint of Albion to their sultry homeland. He is not tall, prefers solitude to companies, bilingualism provides an opportunity to support himself with translations. And he loves the best girl in the world, Yaara. Bright, catchy, confident. As a child, her parents took her to London and she kept the warmest memories of England, dreams of saving ninety-one thousand dollars to go there to study.

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30 s Sandra933 275

Le stelle sarebbero state probabilmente due se non fosse stato per gli ultimi capitoli, così intrisi di tristezza, grondanti solitudine e sofferenza, che mi hanno emozionato tanto.
Perchè due stelle? Perchè ho sempre avuto la sensazione, durante la lettura, che il libro fosse scontato, gli argomenti trattati già letti o visti al cinema (la storia di grandi amicizie maschili con in mezzo una donna tanto amata da uno e per lui irraggiungibile è un tema che non può non farmi pensare a "C'era una volta in America", il film più bello che sia mai stato girato). Insomma, niente di nuovo sotto il sole.
Il finale mi ha fatto riflettere, andare oltre lo stereotipo. Magari ci ripenso ed arrivo a 4 stelle, non so...letteraura-israeliana31 s Emilio Berra248 232

Alla ricerca del tempo presente
E. Nevo, scrittore israeliano contemporaneo, rappresenta la nuova generazione di autori che ambiscono ad essere non solo 'commerciali' .
"La simmetria dei desideri" è ambientato fra il 1998 e il 2002, in territorio israeliano. Protagonisti, quattro amici intorno ai trent'anni (virtuali coetanei dello scrittore stesso) che , durante la finale dei Mondiali di calcio, scrivono in segretezza tre desideri ciascuno per l'imminente futuro, la cui realizzazione dovrà essere verificata quattro anni dopo, ai successivi Mondiali.

Si tratta di un'amicizia nata nell'adolescenza fra ragazzi molto diversi fra di loro.
E' la diversità a creare complementarietà, oppure a reggere è il rapporto di fratellanza che non bada a divergenze?
Yuval, voce narrante, che sente di non essere "stato abbracciato a sufficienza", si definisce "una persona sola che ha molti amici" e si porta dentro un senso di colpa per un'azione che vuole tenere segreta.
Churcill manifesta una brama di vivere un po' sospetta, "un bisogno disperato di riflettersi negli altri".
Ofir, pur dotato di grande talento, ha scarsa autostima. Vive il gruppo come "la cosa più simile a una famiglia".
Infine Amichai, già sposato e padre di due gemelli, pare il più defilato, ma desterà sorprese.
Non mancano le figure femminili, fidanzate o mogli.

Ad una più sottile analisi, però, emerge come di fatto si portino dentro l'ombra lunga dei padri, un Super-Io che ne condiziona atteggiamenti, sensibilità e comportamenti : è ben triste credersi liberi e nel contempo essere succubi di lontani fantasmi, anche quando apparentemente con essi non c'è condivisione alcuna.
Questi giovani rappresentano un campionario di certa fragile gioventù della nostra società, coi piedi d'argilla, frutti acerbi di una disarmante realtà superficiale ed omologata alla ricerca di senso.
Nevo sa raccontare con uno stile di buona leggibilità. Ma , un po' come i nostri piccoli 'eroi' rappresentati, anche lui può ancora considerarsi lungo il percorso di un' auspicabile maturità letteraria.
letto27 s Fructitza ?229 43

Prietenia e un lucru ciudat, greu de cuantificat ?i de evaluat." De sus?inut. De trecut proba timpului. Asa cum e greu ?i s? calculezi ?i s? cuantifici distan?a ?i apropierea, fidelitatea ?i tr?darea, iubirea ?i dorul. ?i poate c? nici nu e necesar s? faci asta prea des ?i prea mult. Dar f?r? prieteni, suntem ni?te singuratici oarecare, iar locurile familiare sunt triste ?i mohorâte. Al?turi de prieteni, suntem acas?.
Unul dintre cele mai bune romane despre prieteni ?i despre prietenie, citite în acest an.24 s Roberto627 1 follower

“Ciascuno riscrive la propria vita quando la racconta a se stesso”

La simmetria dei desideri è un racconto della vita di quattro amici, Yuval, Amichai, Ofir a Churchill.
Yuval, raccontando in prima persona, ci fa vivere tutti gli episodi della loro vita tra i mondiali di calcio del 1998 e quelli del 2002. Ognuno di loro, durante i mondiali del 1998, ha scritto i suoi desideri su un bigliettino; questi desideri saranno poi rivelati a tutti dopo quattro anni.

Di questi quattro anni, Yuval racconta le ambizioni, i desideri, le scelte, le delusioni, i sogni, le amicizie, i rapporti con le donne e i viaggi per il mondo dei quattro amici.
La sua voce ci cattura fin da subito, perché introduce gli amici nel racconto in una maniera così naturale come se anche noi li conoscessimo da sempre, svelandoci i dettagli che caratterizzano le singole persone. E presto è come se i quattro fossero anche nostri amici.

Gli eventi fanno sì che ognuno di loro, inconsapevolmente, realizzi i propri desideri in modo diverso da quanto immaginato. Questi desideri si intrecciano tra loro, per cui il sogno espresso dal primo è realizzato dal secondo, l’aspirazione del quale trova compimento nel terzo e così via fino a creare una “simmetria dei desideri”.

“Uno scrittore è come un Baha’ì: prende la realtà e cerca di fare un lavoro estetico con quella. Scrivere è dare forma estetica alla realtà e capire il caos della vita. La bellezza ha un significato nella vita.”

La vera protagonista del romanzo è l’amicizia, fatta di parole, di silenzi, di condivisione, di divertimenti, di litigi e riconciliazioni, di presenza. Perché gli amici ci sono sempre, anche se a volte non ce ne rendiamo conto.
Proprio un bel romanzo.israele22 s Ginny_1807375 151

« …e perché ogni persona ha bisogno, a quanto pare, di un sassofono verso cui dirigersi. »

Quando ho iniziato questo libro, credevo si trattasse di una tipica lettura disimpegnata, da consumare come piacevole passatempo nei momenti di relax.
Un'amicizia tra giovani maschi che puntualmente si ritrovano per vedere in TV i Mondiali di calcio; l'idea piuttosto puerile di scrivere su bigliettini i rispettivi desideri, per poi verificarne la realizzazione dopo il fatidico quadriennio; e infine, l'amore "totalizzante" del protagonista-narratore per la sua Yaara: gli indizi sembravano esserci proprio tutti, ma per fortuna mi sbagliavo.

Da questo esordio all'aroma di caramello, Eshkol Nevo intesse un romanzo intenso, appassionante, mai monotono o scontato. Un romanzo che diverte e commuove, portando il lettore a condividere le emozioni, le gioie e le amarezze dei personaggi, ad interrogarsi insieme con loro sull'amore e la felicità, sulla solitudine e la sete di affetto, sulle rivalità e sul perdono, sulle scelte da operare e sul destino; ma soprattutto sulla necessità di avere uno scopo, un progetto, un sogno, per dare senso alla propria vita.
Un desiderio da realizzare, insomma, e non importa in base a quali meccaniche.
Il segreto di un simile coinvolgimento sta principalmente nella scrittura schietta e spontanea, ironica, incisiva. Una scrittura che non indulge all'enfasi o al patetico neppure quando tratta di temi complessi come il conflitto israelo-palestinese. E che ci fa amare in Yuval l'uomo che ogni donna desidererebbe avere accanto. Anche se, come ben si sa, noi donne alla fine tendiamo sempre a scegliere i Churchill.favorites romanzi23 s Arwen561,218 294

Prodottino confezionato in modo accattivante, con un mix attentamente dosato di umorismo, tristezza, quotidianità e imprevisto, nonché un finale aperto, che però chiude comunque il cerchio iniziato con i bigliettini dei “desideri” scritti dai quattro protagonisti nel corso del primo capitolo.

Scorrevole è scorrevole. Leggibile è leggibile. Ma il problema è che, in fondo, non dice granché di interessante e, addirittura, con la storia di Yaara e Yuval arriva a tediare non poco per i toni da telenovela che finisce per assumere (sul tipo: Ti amo alla follia, ma di stare con te non se ne parla neanche, preferisco vivere con quel cretino di Churchill. Però ti amo, eh? Non ti preoccupare, caro, e stai su di morale, altrimenti poi deperisci).

Insomma, è una roba un po’ così, a metà strada … una roba che, poi, non ti diverti neanche a stroncare. :-(
israele lett-israeliana romanzi18 s Alessia Claire142

E' un libro davvero bello e toccante, sul tema della lealtà. Nevo è uno scrittore bravo, brillante, intelligente. Il tono del libro è malinconico, ironico, fresco ma tanto struggente da togliere il fiato. I personaggi vivono al di fuori del libro. Vorresti che non finisse mai.libri-bellissimi-e-imprescindibili18 s Jovi EneAuthor 2 books225

Cei mai buni prieteni î?i imagineaz? viitorul împreun?, dar când cei patru din acest volum î?i scriu dorin?ele pentru urm?torii 4 ani nu-?i imagineaz? c? totul se poate schimba ?i c? pân? ?i rela?ia lor va avea de suferit. A?a c? urm?rim evolu?ia lor între dou? Campionate Mondiale de fotbal, cu dese întoarceri în trecut, într-un carusel de sentimente, dureri, întâmpl?ri, iubiri ?i gelozii care îi determin? pe cititori s? empatizeze, pe rând, cu introvertitul, cu extrovertitul, cu familistul sau cu boemul. Nevo plaseaz? ac?iunea în Israel, dar evenimentele politice nu î?i au locul aici, a?a c? putem privi personajele ca neavând teritorialitate, ci ele ne repreazint? pe fiecare dintre noi, cititorii. Dorin?ele lor ne apar?in, iar de aici se degaj? senza?ia de angajare ?i de încredere în personaje, precum ?i mult? naturale?e ?i sensibilitate pentru ansamblul creat de scriitorul israelian.
Categoric, unul dintre cele mai bune romane citite de mine în 2019.16 s Andreea Mitran15 62

Una dintre cele mai bune c?r?i citite în ultimul timp. Am c?utat îndelung o carte care s? îmi aduc? aminte de for?a din “O via?? m?runt?” ?i am g?sit-o aici. Am citit cartea asta cu sufletul la gur?. O poveste despre via??, prietenie, dorin?e care se schimb? sau r?mân la fel. Dorin?e pe care le tr?ie?ti ?i nu sunt ale tale.
Nu mai zic nimic altceva, merge?i ?i citi?i-o.
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