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Un gioco da ragazzi de Enrico Ruggeri

de Enrico Ruggeri - Género: Italian
libro gratis Un gioco da ragazzi

Sinopsis

I fratelli Scarrone, Mario, Vincenzo e Aurora, crescono nel dopoguerra figli di un'educazione borghese, fiduciosi in un avvenire scandito dai sogni dorati del boom economico: l'automobile per andare in vacanza, il televisore, il giradischi. Ma il vento tumultuoso del 1968 arriva a scompaginare le loro vite. Il padre Carlo, professore universitario, subisce la contestazione dei suoi studenti come un affronto da cui non sa riprendersi. Mario legge molto, frequenta il movimento, vive la sua formazione come una lotta per ideali che in famiglia non aveva conosciuto. Cosi? il solco col fratello minore Vincenzo, che preferisce il calcio e gli amici alla politica, si fa sempre piu? grande. La giovane Aurora cerca di tenere unita la famiglia mentre si avvicina al mondo della musica, e tra concerti e piccole tourne?e dopo il diploma entra in una casa discografica. Quando il boom economico lascia il posto al suono sordo dei proiettili e delle bombe che scuotono gli anni di piombo, Mario e Vincenzo si ritroveranno su fronti opposti, costretti a fuggire dalle loro vite troppo in bilico. Lontani, ripartiranno dal fondo per riscoprire solo molti anni dopo, nel modo piu? estremo e inaspettato, quanto era forte il legame che li univa. In una grande, intensa, storia di famiglia, Enrico Ruggeri racconta la nostra meglio gioventu? che scopre i suoi lati piu? oscuri, tra politica, musica, amori furiosi e una passione che non si spegne fino all'ultima pagina.


Reseñas Varias sobre este libro



Conosco Enrico Ruggeri come cantautore da una vita.
E mi sono innamorata di tante sue melodia, capolavori in musica come bianca Balena, La notte delle fate e la mia canzone, quella che pi mi rappresenta ossia Peter pan. Ma che sapesse scrivere libri, beh questa è una scoperta recente.
Non solo è bravo e fidatevi chi ama un cantautore diventa molto severo nei suoi confronti, perché tradire la musica a favore della letteratura non è sempre perdonato.
Scrivere un testo è qualcosa di completamente, almeno secondo me, diverso di cantare le emozioni e renderle poesie tutt'uno con il ritmo. Quindi credetemi, ho approcciato il libro di Enrico (perdonate, ma lo ascolto da cosi tanto tempo da considerarlo un amico fidato) con molto sospetto.
Avresti avuto la capacità di raccontare una storia nello stesso modo delle tue canzoni?
Avresti avuto la stessa musicalità e la stessa profondità?
Saresti stato cosi originale come nel caso di Contessa?
Non avrei mai tollerato nulla di meno da Ruggeri.
Stessa profondità, stessa capacità di incidere nell'anima tramite parola fatta musica stessa emozione.
Stesso coinvolgimento.
Se con gli esordienti la mia asticella si abbassa con Ruggeri si alza.
Perché non poteva scrivere nulla di meno poetco o incredibile di primavera di Sarajevo.
E sapete cosa è accaduto?
Mi sono innamorata.
Enrico è amato da ogni musa.
Da Calliope a Clio fino a Euterpe, ognuna di loro l'ha benedetto.
Perché non si sa, non si saprà mai ed è qual al vera magia: il non comprendere.
Ma un gioco da ragazzi non è meraviglioso solo perché lo ha scritto Ruggeri, come molti invidiosi diranno e' meraviglioso perché forse, e sottolineo forse, il suo impellente bisogno di narrare di essere un cantastorie non riesce a esaurirsi.
E cosi è sceso a terra dopo uno strabiliante viaggio nel mondo delle idee e ha preso quello necessario oggi a questo modo disastrato.
Scegliendo uno dei periodi che mi inquieta e al tempo stesso mi affascina di ogni nostra umana storia.
Gli anni di piombo.
Cosi vicini a noi e al tempo stesso cosi lontani.
Cosi troppo recenti per essere compresi e forse analizzati.
Perché una parte del nostro io rimpiange quella capacità assoluta di dare un unico senso a un ideale.
Poco ci importava se fosse combattuto non con azioni ma con le bombe e le violenze che oggi, sono politicamente scorrette.
Eppure ragazzi come noi lo consideravano un gioco in cui sarebbero stati vittoriaosi.
Una nuova alba avrebbe accarezzato l'Italia: non si sa se sarebbe stato il ritorno a una tradizione stantia o a una nuova società improntata sull'equità.
Ma quale tradizione si veste di sangue?
Quale equità potrebbe sopportare un cammino cosparso di cadaveri innocenti?
Non lo so.
Non ho mai saputo rispondere.
Il mio io, attratto dalla ribellione, dalla promessa del nuovo risuona con le parole di studenti che volevano uno stato meno padrone, meno pecore e più popolo.
Ma la mia etica quella che rende più importante l'uomo del sabato non può non ribellarsi.
Erano anni di grandi ideali.
Di grandi sogni.
Ma dietro a quei sogni c'era il mondo marcio del business e dell'interesse. E comandava tanti, troppi ragazzi in cerca di identità.
In cerca di un loro volto che fosse più autentico e meno plastificato.
Oggi in fondo, tutti noi nostalgici perché ai quei tempi si credeva in qualcosa non come ora con i selfie, non ci rendiamo conto che in fondo cambiano le mode, cambiano le chiamate al potere, cambiano i mandanti. Ma non la radice occulta di ogni arruolamento.
Siamo noi ragazzi di oggi come di ieri a essere usati perché nulla cambi. Ci danno L'illusione.
Della tecnologia cosi come della rivoluzione.
Ma assisi sul trono stanno gli stessi osceni e volgari regnanti.
Quello che uccidono facendoci passare il baratto della nostra anima come un gioco di ragazzi è la nostra fantasia.
Una volta scritto il nome con il sangue su quel contratto, essa non esiste più.
Siamo pedine di un gioco di scacchi assurdo e insensato.
Perché l'univa vera impresa eccezionale è essere normale.
Vivere la vita mordendola e prendendo ogni spazio che ci concede. Finché qualcuno lassù non ci chiama con se.
Ma saremmo stati cosi ingombranti da non poter essere mai dimenticati.
E forse oggi, a quarantanni io preferisco prendermi ogni spazio e non far parte di nessuna cricca, elite lobbies.
Perché la libertà vera, quella non è un gioco da ragazzi.
E Enrico lo spiega perfettamente in un libro che ha il sapore amaro, ma salvifico della verità
Grazie per avermi fatto comprendere che...per esistere bisgona aver voglia solo di volare.

Ogni donna ha un paio d'ali
Chiuse dentro sé
Ponta a certe ascese sconfinate
Enrico Ruggeri

Anzi io aggiungo ogni essere umano.

Per te
che hai occupato ogni spazio di questa vita
fino a riempirla cosi tanto
da lasciare un vuoto con la tua assenza.
Una presenza cosi ingombrante
capace di prendersi tutto ma allo stesso tempo di restituire tutto questo con un amore senza confini.
Sei li a ingombrare il cielo e a dar del filo da torcere agli angeli

1 LettriceAssorta366 132

Con il suo ultimo libro Enrico Ruggeri, cantautore e conduttore televisivo e radiofonico, dimostra di non cavarsela affatto male nemmeno con la scrittura. UN GIOCO DA RAGAZZI dispiega in chiave romanzata una delle pagine più atroci e controverse della storia recente: gli anni di piombo, e racconta della storia avvincente di due fratelli, Mario e Vincenzo Scarrone, l'uno terrorista rosso e l'altro nero.

Gli Scarrone sono una famiglia borghese come tante. Vincenzo e Mario hanno un solo anno di differenza; crescono nel periodo del dopoguerra e sembra che niente possa dividerli. Vivono quasi in simbiosi: occupano la stessa cameretta, condividono gli stessi orari, le stesse consuetudini, gli stessi amici. Perspicaci e piuttosto ricettivi, da piccoli trascorrono una parte dei momenti liberi ad ascoltare le storie della zia Margherita, che da giovane aveva sposato la dottrina fascista senza tentennamenti, e il cui rancore per la sorte riservata ai suoi cari, si è trasformato in odio verso tutto ciò che è prodotto dai nuovi tempi. Con l'adolescenza, i due ragazzi sviluppano caratteri e ideologie diverse, e questo porta a fratture insanabili tra loro e con il resto della famiglia.


Il focus è sui movimenti studenteschi degli anni Settanta: "Tutta la parte privata, amori famiglia, amicizie, fatica di crescere e di vivere, veniva filtrata dalla parte pubblica e l'ideologia finiva per condizionare i comportamenti".(Cit)

Le oltre quattrocento pagine di questo romanzo, testimoniano con grande chiarezza e spessore, l'atmosfera del periodo, sferzata da due diversi tipi di terrorismo, e gli schieramenti ad essi connessi: le botte, le randellate, le pallottole che hanno distrutto esistenze e famiglie. "Quando è finita la guerra tutti pensavano che non sarebbe successo più niente del genere. Magari sarebbe esplosa la bomba atomica, ma nessuno pensava che dei ragazzi andassero in giro a spararsi per strada, perchè qui sono tutti ragazzi, qui hanno deciso loro"(CIT.).

Numerosi e suggestivi i rifermenti musicali arricchiti dalle vivide e realistiche descrizioni dello stile di vita di quegli anni.

Mi sono commossa leggendo delle sorti di Marco e Vincenzo che prendono la strada dell'impegno e della lotta sostenuti dalle idee e dalle migliori intenzioni, ma purtroppo rimangono intrappolati in una rete di violenza e varie commistioni e alleanze tra politica e delinquenza, che finisce per stritolare loro e chi li ama.


Il finale è molto straziante.1 Katiuscia552 5

La storia della famiglia Scarrone tra gli anni '60 e gli anni '80, quando Milano (e l'Italia intera) viene sconvolta dalle rivolte universitarie, dagli attentanti delle Brigate Rosse e dagli attentati ai vari poliziotti o rivoluzionari politici. In questo periodo particolare si ritrovano, nelle fazioni opposte, Mario e Vincenzo.

Bello.
Bello.
Bello.
L'ho detto che è bello?
E' il primo romanzo di Ruggeri che leggo ma mi ha tenuta attaccata alle pagine in modo magistrale.
Ottima la trama, dove riesce a miscelare fatti reali e eventi romanzati senza far sembrare nè uno nè l'altro in difetto. La "mia" Milano esce in maniera protagonista, e riesco a rivedere molte delle zone dove ho vissuto e dove la mia famiglia è cresciuta.
Lo stile è ottimo, e i capitoli corti rendono la lettura veloce e coinvolgente.

Promosso a pieni voti! Elide Brambilla26

La storia della famiglia Scarrone, ambientata negli anni degli scontri studenteschi, delle scelte politiche, nella formazione delle Brigate rosse e della destra estremista. Due fratelli che scelgono strade opposte, e la loro successiva evoluzione, con una sorella che tenta di farsi strada nella sua vita e nell’amore per i due fratelli. Milano fa da sfondo alle vicende. Silvia151 5

Oltre a finire tra i romanzi più belli letti quest’anno lo faccio rientrare nella classifica di quelli più belli in assoluto. Lucy13 22

Bellissimo!! Complimenti Enrico, il libro è scritto davvero bene, è piacevole da leggere e spiega perfettamente le dinamiche della storia degli anni in questione. Ritengo sia molto toccante la descrizione dei caratteri dei due protagonisti, e le scelte che entrambi hanno preso. Non nascondo di aver pianto, arrivata ad un certo punto della lettura. Ti ringrazio per avermi dato modo di capire meglio quanto accaduto in quegli anni. 61pat753 12

https://sensazionidilettura.com/ Alessandro Bizzarri14

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