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Menzogna e sortilegio de Elsa Morante

de Elsa Morante - Género: Italian
libro gratis Menzogna e sortilegio

Sinopsis

Scritto subito dopo la seconda guerra mondiale, la Morante con questo romanzo ha iniziato il suo lungo percorso letterario. "O impareggiabile prosapia! Mia madre fu una Santa, mio padre un granduca in incognito, mio cugino Edoardo un ras dei deserti d'oltretomba e mia zia Concetta una profetessa regina. Si fissarono così, in solenni aspetti a me familiari, le maschere delle mie futili tragedie...". Così assediata da tali "magnifiche" ombre, l'io narrante di Menzogna e sortilegio s'incammina verso la necropoli del proprio mito familiare: pari a un archeologo che parte verso una città leggendaria. Christian, fratello minore di Thomas, muore in sanatorio; la sorella Tony passa da un matrimonio all'altro, l'ultimo erede Hanno muore infine di tifo.


Reseñas Varias sobre este libro



Mi chiedo come, in tredici anni di scuola, nessun insegnante o manuale abbia pensato di farmi conoscere Elsa Morante. Al pari di molte intellettuali italiane, questa autrice geniale (la prima donna a vincere il Premio Strega!) ha subìto un processo di marginalizzazione che ha relegato alcune delle sue migliori opere a distratte menzioni nei saggi di critica letteraria.

La scarsa attenzione dedicatale dall’establishment culturale, però, non ha potuto impedire che i suoi romanzi diventassero fonte d’ispirazione per una nuova generazione di scrittrici: da Elena Ferrante a Donatella Di Pietrantonio, molte autrici contemporanee hanno infatti raggiunto fama internazionale rielaborandone i temi e la poetica. Per queste nuove esponenti della narrativa italiana, Menzogna e sortilegio sembra essere un’opera fondamentale; e una volta letto il libro in questione, è facile capire perché.

In settecento pagine di narrazione densa e febbrile, Morante racconta le amare vicissitudini di una famiglia siciliana afflitta dal morbo incurabile della menzogna, qui identificata con la tendenza a vivere di immaginazione e di sogni incompatibili con la realtà. Fin dal prologo, l’approccio dell’autrice appare destabilizzante: come può una donna che vive di scrittura equiparare la capacità di immaginare con la menzogna? Come può sostenere che inventare storie porti inesorabilmente all’infelicità?

Ma gli aspetti parossistici non si fermano qui: l’io narrante, non a caso chiamata Elisa, è lei stessa una scrittrice visitata dai fantasmi dei suoi avi. Nella clausura della sua stanza, la giovane porta infine a compimento il desiderio che ha portato alla rovina i suoi predecessori: rinunciare al mondo reale, abbandonarsi al sogno di un passato glorioso che, grazie alla sua natura inconsistente, può essere rielaborato a piacimento senza alcuna pretesa di veridicità.

Così, con un linguaggio lirico e viscerale, l’autrice-narratrice ci accompagna nella rievocazione delle vicende della sua famiglia; una famiglia condannata, non solo da una società bigotta e meschina, ma anche e soprattutto da uno spirito incapace di rassegnarsi alla banalità del reale.2021 2023 adoro ...more153 s Francesco232

prima c'è Elsa e dopo le altre

così sia detto così sia scritto

per me la più grande scrittrice di tutti i tempi più della woolf54 s1 comment Dagio_maya 970 295

” ...sulle rovine dell’antico romanzo materno costruì la chiesa delle proprie frottole”


Una saga familiare in un tempo indefinito e collocata in uno spazio vago (sicuramente una città del sud, forse in Sicilia).
E’ il primo romanzo di Elsa Morante (1948) che finì di scrivere alla fine della guerra.

L’immagine è quella di un bilocale dove da una parte Moravia stava scrivendo “La romana”- romanzo perfettamente allineato con la letteratura dell’epoca- e dall’altro lei stava finendo questo libro così stranamente fuori tempo.
Il dopoguerra vede, difatti, il mondo intellettuale concorde nel portare in letteratura tutto quel diffuso bisogno di ricostruire e ricostruirsi: è uno sguardo che si concentra sul futuro e dichiara morto il romanzo nei termini fino ad allora intesi.
“Menzogna e sortilegio”, invece, sia per contenuti e sia per forma, si àncora completamente al passato.

Le voci del passato e le immagine della memoria si mescolano alla fantasia e danno vita alla storia di un famiglia in parte autobiografica e in parte di pura invenzione. Lo stile stesso e la scrittura adotta richiamano a tempi sepolti.

La voce narrante è quella di Elisa che, come se fosse vittima di un incantesimo (il sortilegio) non può sfuggire al richiamo di voci e visioni che dal passato la strattonano affinché racconti la storia della sua famiglia da cui afferma di aver ricevuto in eredità il dono della menzogna, ossia quella tendenza ad indossare delle maschere per una profonda incapacità di accettare ed affrontare la realtà.

Tutto in questo romanzo è sdoppiato a partire dal mescolamento continuo tra reale e immaginario, tra descrizione e visione
La stessa collocazione della storia è ambigua svolgendosi, verosimilmente, a cavallo tra Ottocento e il primo ventennio del Novecento e, presumibilmente, in una città siciliana che alcuni riconoscono come Palermo.

Elisa inizia questa epopea chiaramente matriarcale partendo dalla nonna Cesira e riallacciandosi ad Anna sua madre attraverso figure maschili utili soprattutto a rimarcare l’egocentrismo di queste donne.
L’eccezione è rappresentata dal personaggio di Rosaria (esterna alla famiglia) che, tuttavia, come tutti gli altri (uomini compresi) è succube di forti passioni.
Il romanzo, infatti, si basa molto su amori mai corrisposti e per cui non ci si dà pace fino ad essere preda di una dolorosa follia.
Anche la maternità ha due volti: morbosa nei confronti dei figli maschi, totalmente anaffettiva con le femmine.

Ma lo sdoppiamento principale è ovviamente quello tra un narrare oggettivo in terza persona e un narrare soggettivo in prima, Elisa, infatti, comincia il racconto come colei che voce che ha raccolto memorie per poi trasformarsi in testimone oculare degli eventi.

E’ inutile, comunque, girarci attorno: questa è un’opera che richiede pazienza ma soprattutto amore per la Morante oltre ad una minima conoscenza dei suoi tratti biografici che qui si riversano e mescolano.

Mi è piaciuto riconoscere alcuni elementi che compaiono sia ne “L’isola di Arturo” sia ne “La storia”: innanzitutto, il sogno con tutte le sue valenze simboliche, e, non da meno, la presenza di animali (qui il gatto Alvaro nel finale) che hanno un potere salvifico su questi personaggi tragici altrimenti condannati alla rovina.

Un romanzo che, alla fin fine, non si allontana di molto dalla realtà di molte famiglie che costruiscono nel tempo le loro relazioni su bugie ed inganni rimanendone talmente imbrigliati da non poterne più fare a meno.

” Ella voleva esser l’ingannatrice di se stessa; e lusingarsi e innamorarsi d’una finzione, vaneggiando dietro le invenzioni della sua propria mente! Sí, voleva credere al non vero ed esser cieca alla realtà che le era insopportabile nel suo squallore da quando lui l’aveva esaltata con la sua promessa!”
classica43 s nastya 382 361

Abandoned on page 337. With 600 pages of unbearably dull prose, antiquated storytelling, Italian melodrama left to suffer, but by somebody else. How the hell I even found out about this book? I think I saw it in my library and then I read that it was inspired by Orlando Furioso, one of my favorite works of fiction, and Don Quixote, that I didn't enjoy but I thought had a lot of humor. Now I am profoundly puzzled by the comparison. This is a humorless bore about stupid passion, love triangles, love squares of immature teenagers and young adults written by a writer who I can't help but think hated or at least strongly disd women. Hard pass.1900-1949 over-600 translated38 s6 comments julieta1,210 28.2k

Uno de los libros más maravillosos que he leído en mi vida. Es felicidad de principio a fin. Un libro luminoso que te da felicidad. Y lo extraño es, que no hay un solo personaje feliz, pero no es lo que importa. Lo que importa, es la lectura que hace Elsa Morante de la naturaleza humana, te acerca a la
vulnerabilidad, a la tristeza, a el fracaso, al amor, de una manera que he visto pocas veces. Y es siempre pura luz
su mirada, todo el libro es pura felicidad.

Es un clásico indiscutible, una lectura que me ha cambiado, una novela enorme por su profundidad, por sus personajes, sufridos y maravillosos.
Es una injusticia que no esté Morante donde debe estar, que no la conozca todo el mundo, que no se encuentre en ninguna librería, estoy segura de que si todo el mundo la leyera, tendríamos la oportunidad de ser mejores personas.

Hay que pedirlo en todos lados, o como es que llega un libro a tener la exposición que merece?europa favorites37 s Aprile123 92

Grazia, delicatezza, capacità di introspezione psicologica, caratteri delineati tramite le azioni, scrittura pacata anche per esprimere grandi passioni, elevata, elegante, che proietta in un passato ancor più remoto dei fatti a cui si riferisce, eppur molto comprensibile per qualsiasi lettore - se quest’ultimo riesce a superare il timore che la mole può incutere -. Grande romanzo classico che per scandagliare l’animo dei suoi personaggi non ricorre allo stream of consciousness ma ad un’ordinata esposizione di sporadici fatti e molti stati d’animo e sentimenti. Splendida la descrizione del carattere superficiale di Teodoro, della gelosia – o meglio - della brama di possesso e dominio del cugino Edoardo, della vita volontariamente sprecata di Anna, della solitudine di Elisa, della generosità e al tempo stesso dell’egoismo di Rosaria, e così via a dar vita a tre generazioni. Grande il potere di immedesimazione della Morante che le permette di dar precisa voce ogni volta a personaggi differenti, senza mai tralasciare la coerenza.
1974, Roma 1912 - Roma 19850-gut-emotions italy34 s Emilia37 16

Un giorno, nei dizionari, alla voce perfezione comparirà questo romanzo. preferiti29 s Siti336 126

Settecento pagine racchiuse da un incipit tra i più belli della letteratura italiana e da un epilogo necessario, straziante, che acquieta l’animo dopo una lettura lenta, a tratti statica e ripetitiva, sicuramente impegnativa e al limite dell’abbandono. Semplici umori da lettrice che nulla hanno a che vedere con la grandezza di questo scritto la cui statura si può decifrare solo a lettura ultimata. Un romanzo dal respiro ottocentesco che pare restituire ambientazioni e sentire di un’altra epoca, tratteggiando invece gli arcani misteri dell’alchimia d’amore che cavalcano generosamente tutte le epoche. Una storia apparentemente sospesa, indefinita nei luoghi e nei tempi che restituisce, a ben guardare, la Sicilia e l’Italia a cavallo tra ‘800 e ‘900.
A Palermo, probabilmente, e nei suoi dintorni, due rami di una stessa famiglia seguono percorsi differenti, il primo cresce rigoglioso nei fasti e nelle ricchezze, l’altro, avvizzito sopravvive nella povertà generando ramoscelli sempre più esili. La famiglia è quella dei Cerentano che troverà una nuova via comune in una infatuazione adolescenziale dei suoi frutti, il ricco Edoardo e la sua bella cugina povera Anna, la madre della narratrice Elisa che ricostruisce la sua storia di orfana prematura all’indomani della morte di Rosaria, la meretrice che le dà sostegno e amore. Elisa è infatti frutto di un’unione di ripiego tra Anna e Francesco, l’amico di Edoardo che ha preferito sparire dopo aver imbastito legami infernali tra lui, Anna e Francesco e la stessa Rosaria, prima donna amata da Francesco. In realtà scrivendo la sua storia la malinconica Elisa traccia la storia di tre generazioni, della sua nonna Cesira e nello sfondo della nonna paterna Alessandra, della sua mamma Anna e di se stessa. Donne accomunate, la nonna e la mamma, da una certa alterigia che mal le ripaga, in particolare Anna, il cui mal d’amore la condanna all’infelicità perpetua, all’insania, alla follia. Scrive di riflesso, Elisa, di se stessa, e della fanciullezza persa in un ambiente famigliare insano, schiacciata da due genitori che inseguono la chimera di un amore che non può essere corrisposto, il padre Francesco ama la moglie Anna ma lei è ancorata al passato amore per Edoardo che anche da morto la perseguita, l’annulla e la consuma. Elisa è semplicemente una bimba che subisce influssi insani in un ambiente morboso e che ora, da adulta, cercherà di ricostruire il tessuto su cui sono state ordite le emozioni di cui si è imbevuta la sua mente. La grandezza del romanzo risiede proprio nella capacità di ricostruire, con il recupero degli eventi, la giusta dimensione dei fatti in un immaginario fanciullesco che avrebbe potuto soccombere anch’esso alla follia, immerso com’era tra apparenza e realtà, tra menzogna e sortilegio. Evaporate le nebbie dell’apparenza e della menzogna, resta il nudo fatto che spogliato anche della dimensione irreale della magia, concede solo il triste vissuto di una bambina poco amata dai genitori.
letto26 s Kevin Adams397 88

I forgot to include this months ago. One of my favorite reads of the year. And the first (of many) books by Elsa Morante I’ll read. 23 s1 comment Dakota Bossard106 333

Reading this book is a massive undertaking, it took me two months, but it is so rewarding, especially if you are a fan of Ferrante. I have been so eager to read this, as Ferrante regularly references Lies & Sorcery and Morante in essays and interviews, and we finally have the first unabridged English translation thanks to New York Review Books.

Similar to the Neapolitan Quartet, this is a multigenerational epic following three generations of a Sicilian family and all of the lies, trauma, betrayal, regret, and grief that makes up their family history. Elisa, our orphaned protagonist, retells her grandparents and parents history after the death of her guardian. Completely alone with no living relatives, she is haunted by the ghosts of her family and she begins to write, starting with her grandmothers childhood all the way through Elisa’s own upbringing and ultimately, her abandonment.

At nearly 800 pages you have to read through a lot of background information and build up, but about halfway through the tension explodes. A Shakespearean level of drama ensues and you have an intimate understanding of each characters motivations. My jaw dropped, my heart broke and I couldn’t wait to see how her story ended.

It’s unsettling to witness how the actions of one or two malicious characters can completely ruin a woman, and with that her entire family. In Jenny McPhee’s introduction the story is described as “a brutal illustration of how desire, disappointment and trauma are passed down through familial relationships and reinforced by social structures. The characters Elisa draws for us do not evolve or change; their stories allow for no progress or possibility. The novel is a stunning depiction of humanity’s eternal stagnation.”

The writing is poetic, dramatic, brutally honest, and at times humorous and even snarky. As the story builds you can’t help but see how inspired Ferrante was while reading, and I would go as far to say that Lies and Sorcery was Ferrante’s own “Blue Fairy” — the secret heart of her work, though the Neapolitan Quartet remains a incomparable triumph. In fact, Lies and Sorcery made me fall in love with the Neapolitan Quartet even more :-)22 s Evi *364 261

Elsa Morante dirà a Natalia Ginzburg, parlando della stesura del suo romanzo, Menzogna e Sortilegio:
Riguardo a questo lungo romanzo, veramente, cara Natalia, mi è difficile parlarne. Quel che so, è che da più di due anni non vivo che di questo, e lo scriverlo m’ha procurato una felicità straordinaria. Di più non so dire, ma sono certa che, per quel che mi riguarda, non potrei fare di meglio.
Romanzo che György Lukács, filosofo e storico della letteratura definirà “Il più grande romanzo italiano moderno” (e dire poi che lo conobbe solo nella versione tedesca...)

Romanzo scritto dalla Morante in pieno neorealismo ma facendo come un tuffo carpiato all'indietro a fine '800.

È il lungo racconto fatto da Elisa

L'imbronciata docile fanciulla che apprezza la malinconia

e che ripercorre le origini della sua eccentrica prosapia in un gioco tra "menzogna" (ogni componente mente a se stesso e agli altri) e quel "sortilegio" che rappresenta l'elemento magico ma solo nella misura in cui può diventarlo la potenza delle passioni, quindi più che reale.

Un "classico" romanzo con un flusso narrativo inarrestabile, avulso dalle pretese di oggi di un postmodernismo letterario sperimentale che cerca sempre nuove strade per riciclarsi, provando piacere ad ingannare il lettore dicendo il contrario di ciò che è, che fa fare buon parte del lavoro al lettore che deve inprovvisarsi poliziotto in uniforme a mettere insieme frammenti e indizi che l'avaro autore rilascia come i sassolini bianchi di Pollicino.
E dire che la Morante non è assolutamente semplice ma tortuosa nei suoi pensieri, complessa ma non complicata se la sai seguire, e dalla prosa sontuosa né mai inutilmente barocca.

700 pagine e non sentirle, solo goderne senza fine.
Così bello che spesso in alcuni passaggi, o pagine memorabili, o dinnanzi a immagini voluttuose mi intimavo di fermarmi, sopraffatta dalla profondità psicologica nel tratteggio dei temperamenti dei suoi personaggi, per procrastinare il mio piacere.
Quei romanzi che, molto banalmente, non vorresti concludere mai, li leggi come una febbre, e là vola il tuo pensiero durante il giorno mentre sei in altre faccende, sterili ma necessarie, affacendato.
Come una oasi di pace mentale dove tornare e ritrovare sempre intatte e cristalline: bellezza, energia e conforto.donne-scrittrici ebook letteratura-italiana21 s Lucrezia176 98

Ovvero della disfunzionalità familiare.21 s Chiara64 77

Goodreads, ma cosa vuoi che ti dica?

Lukács l'ha definito «il romanzo italiano moderno più importante», penso basti.

Aggiungo che ho toccato vette paradisiache leggendolo, che ho pianto, che credo con ogni mia cellula che sia il romanzo più bello che ho letto e uno dei più geniali di sempre.

Se non ha vinto lei il Nobel, allora il Nobel non esiste.
Eternamente immensa, splendida Elsa Morante.elsa-morante la-ciccia masters24 s Martinis272 59

Che spettacolo.
Ti sfrange il cuore.classici italiana16 s PoveroNicola45 27

Era il 1948, la DC iniziava la sua ascesa al potere sconfiggendo la sinistra del Fronte popolare e ogni intellettuale - e quindi ogni scrittore - che si rispettasse doveva avere la tessera del PCI. Il panorama letterario italiano era votato al racconto della Resistenza, e per l'ennesima volta, da quando le avanguardie di inizio '900 avevano decostruito i grandi pilastri della tradizione letteraria, si annunciava la morte del romanzo. Morte mai avvenuta, che è tutt' oggi un vaticinio ancora lontano dall'avverarsi. A sbriciolare le certezze delle varie sibille funebri, venne la pubblicazione di Menzogna e sortilegio, che nel 1948 vinse il Premio Viareggio. Il primo romanzo di Elsa Morante nasce con un'ambizione privata, lontana cioè dalle tendenze letterarie del suo tempo: Morante voleva scrivere il grande romanzo definitivo, sul modello letterario che da Stendhal arriva a Proust, passando per Tolstoj e Dostoevskij; e ce l'ha fatta.
Menzogna e sortilegio è un enorme racconto che attraversa tre generazioni, in cui ogni personaggio sembra devoto ad una logorante ricerca dell'infelicita. Lo sguardo pervicace della narratrice si posa su una miseria continua, sulla mesta decadenza dell'aristocrazia cittadina, della quale però si conserva il linguaggio ampolloso, antico, ricco di digressioni e di descrizioni esplicite fino alla minuzia dei particolari. A ciò si affianca un secondo sguardo, perforante la realtà umana, che raggiunge l'imo di ogni personaggio, raccontandone i segreti viluppi della mente, i deliri e le passioni. Leggendo Menzogna sortilegio, si ha la sensazione di assistere alla sfilata di un'umanità impolverata, della quale, nei rari e lenti movimenti dei personaggi, si apprezza in particolar modo il luccichio dei pulviscoli che se ne distaccano, creando nembi magici che ogni essere trascina con sé. La menzogna regola i rapporti con gli altri, ma soprattutto con se stessi. Il sortilegio invade gli squarci lasciati aperti dalla menzogna, in un intreccio di cristianesimo e paganesimo inscindibile; la luce dei santi, nel romanzo di Morante, è minacciosa, violacea, tenebrosa; e i fantasmi dei morti si tramutano in dei ai quali votare la propria vita terrena. Non è un caso che il romanzo sia ambientato in una cittadina del sud Italia - i continui richiami a Sant'Agata farebbero pensare a Catania o Palermo, in ogni caso alla Sicilia -, terra che nella tradizione letteraria italiana ha ospitato molta narrativa pregna di religiosità arcaica e tenebrosa (basti pensare a Verga). L'enfasi dello stile raggiunge i parossismi di una teatralità pomposa; in ciò sembra potersi individuale uno stretto legame con quello che è il romanzo italiano dell'800: il melodramma. Insomma, Morante, con Menzogna e Sortilegio, realizza una summa del grande romanzo, innestando sul terreno dei grandi maestri luoghi e realtà che le appartengono. E ovviamente fa anche molto di più, ma per conoscere questo, bisogna aprire l'opera e iniziare a leggere.15 s Dax271 149

Not for me. There's not a single able character in this story except for a few minor players that make only brief appearances. Unable central characters are not necessarily a detriment to a novel, but I also found these characters uninteresting. Morante wanted to illustrate the emotional impact of the class system in early 20th century Italy, but her characters are just mean spirited to the point of being unrealistic. I couldn't handle nearly 800 pages of this, so I called it quits around page 500. Perhaps this novel is more significant to those readers who are more familiar with Italian culture and society at the time. This ignorant American is probably the wrong audience.

Morante's writing is flowery and self-indulgent, but she is clearly a very talented prose stylist. I still want to read her magnum opus, 'History', but this one isn't worth the time commitment. fiction italians nyrb ...more16 s4 comments Lidija58 1 follower

Absolutely exceptional - Morante is a master storyteller. If you want to see from whom Elena Ferrante learned her craft, start with this (unfortunately not well known) writer, particularly her novel "History", one of the best books I've ever read.

Stunning. literature13 s Sara Morelli648 58

Meraviglioso e niente da dire. Bello, proprio bello.2021 2021-faves g-lit-var ...more13 s Kalkwiese71

Erstmal das Technische. "Lüge und Zauberei" ist eine Familiengeschichte, die drei Generationen umspannt. Da ist bei einem Umfang von 900 engbedruckten Seiten in meiner Ausgabe also ordentlich Platz für die Figuren. Erzählt wird die Geschichte vom letzten Mitglied der Familie, Elisa, die mit dem Schreiben bald nach der letzten Beerdigung beginnt.

Bevor die Geschichte aber beginnt, gibt es eine Einleitung von drei Kapiteln. Darin wird man mental auf das vorbereitet, was noch kommen soll; es wird benannt, dass die Familienmitglieder Elisa heimsuchen und sie umlauern, und dass sie von ihnen getrieben, die Geschichte niederschreibt. Es wird auch erklärt, dass wir eine Geschichte voller Lügen und Verblendung bekommen werden. Das bestätigt sich auch alles im Verlauf der Handlung.

Diese Struktur aber zeigt bereits die Attitüde wie hier erzählt wird. Jemand wird vorgestellt. Seine Persönlichkeit wird uns erklärt, dann wird sie an einem Beispiel gezeigt und dann erst wird sie in die Handlung eingeflochten. So etwas passiert immer wieder. Das Ergebnis ist ein Gefühl von Monotonie und Wiederholung, und leider ist das hier keiner dieser seltenen Fälle, in denen das zum Vorteil des Buchs funktioniert. Bei einem modernen Roman würde ein gutes Lektorat diese Abschnitte straffen und nur auf das letzte Drittel reduzieren, wo diese vorgestellten Elemente in die Handlung einfließen. Andere Autoren, die auch Familiengeschichten geschrieben haben, hätten manche Kapitel in ein paar Absätzen angehandelt; manche Absätze in einer einzigen Zeile. Emily Brontes "Sturmhöhe" könnte einem in den Sinn kommen, Gabriel Garcia Marquez' "Hundert Jahre Einsamkeit" oder das noch einmal deutlich längere, aber nicht minder großartige "Das achte Leben (Für Brilka)" von Nino Haratischwili. Liebebeziehungen, Verrat, Verblendung. Das gibt es alles tiefer erkundet und besser auf den Punkt gebracht aus der Feder anderer Autoren.

Nachdem Erzählerin Elisa die Großeltern abgehandelt hat, werden dann die zentralen Figuren ihre Beziehungen eingeführt. Rosaria, die Hure, liebt Francesco. Francesco, der Bauernjunge, der so tut, als sei er adelig, liebt Anna. Anna, die nicht arbeiten kann und will, liebt aber Eduardo. Und Eduardo, der wirklich adelig ist, liebt eigentlich nur sich selbst. Er schwebt über den drei anderen, wie ein böser Geist und vergiftet nur zum Spaß oder aus Langeweile die Beziehungen anderer. Da Eduardo die Zeit und das Geld dazu hat, könnte man die Geschichte durchaus als eine Kritik an einer Standesgesellschaft lesen.

Die Handlung verläuft sehr schlüssig, lässt sich teilweise Raum für weite Rückblenden, am Ende jedes der sechs Teile des Buchs ist aber zu erkennen, wozu diese dienen. Und doch kann man sich öfter Fragen: Musste das so lange dauern? Diesen Verdacht der Überlänge wird das Buch bis zum Schluss nicht mehr los. In diesen Rückblende-Passagen verliert sich der Fokus etwas, und durch den Erzählstil, in dem die Stimme Elisas eine prominente Rolle einnimmt, gibt die reiche Sprache einem nur bedingt sensorische Details in die Hand, dass man hier von einer besonders immersiven Erfahrung sprechen könnte. Das mag kein moderner Erzählstil sein, aber es wäre auch nichts Negatives, wäre die Geschichte auf den Punkt erzählt.

Auf diese Weise werden Bedürfnisse von modernen Lesern durchaus vernachlässigt: Der Plot weiß nicht zu überraschen, die Intrigen schockieren wenig, die Dialoge bleiben etwas hölzern und über allem schwebt dieses Gefühl von Überlänge. Einzig die Sprache und der Erzählstil geben immer mal einige Lichtblicke. Wenn Elisa die Handlung unterbricht und ihre Kommentare gibt, glänzt das Buch. Dann gibt es dieses Gefühl, jemandem nahe zu sein, und seine echten Gedanken zu erfahren. Aber leider auch hier: Wären diese Abschnitte etwas kürzer und fokussierter gewesen, wären sie noch besser.

Dieses Mal gibt es keine Empfehlung von mir. Wahrscheinlich gibt es einen Grund, warum dieses Buch mehr oder weniger vergessen war. Ob die neue, englischsprachige Ausgabe, die diesen Buddy Read angestoßen hat, an dem ich teilgenommen habe, das ändern kann, wird sich zeigen.10 s Francesca Corsetti134 5

Da leggere! Non lo voglio recensire perché deve essere letto assolutamente senza nessuna indicazione. Uno dei romanzi più belli del 900.9 s ? Sono sempre vissuta nel castello Chiara185 286

Piacevole in alcune parti, ma decisamente troppo lungo, troppe parti superflue, noiose...devo ammettere infatti che non ho amato molto lo stile della Morante, che descrive il pensiero e la storie di ogni singolo personaggio. Una storia veramente triste, di odio, gelosia..di amore non corrisposto...mi ha lasciata con l'amaro in bocca..do tre stelline perche alcune parti si leggevano volentieri e mi hanno incuriosita a continuare la lettura. Nonostante questo non lo consiglierei donne-scrittrici letteratura-italiana10 s Terry86 86

Dopo averlo temuto, odiato, maledetto, amato, mi lascio alle spalle questo libro popolato da spettri. Ha richiesto tempo, pazienza, ma mi ha regalato alcune fra le pagine più belle che abbia mai letto. Il mio cuore è tuo, Elsa.gruppo-di-lettura italiana preferiti8 s Bruno253 130

Maestosa Nobile Bella Dolce Sacra Augusta Magica ELSA MORANTE!classici favourites italiana8 s Chiara Basile172 116

Non c'è niente che si possa dire se non: l'ennesima mazzata emotiva che mi coglie assolutamente impreparata.
(Rimane il fatto che queen dei malesseri come Anna Massia nessuna mai)7 s Maria Teresa666 55

È con enorme dispiacere che scrivo questa recensione, perché il libro non mi è proprio piaciuto.
Ho adorato la Morante di La storia e L'isola di Arturo, motivo per il quale sono approdata a questo mattone con l'aspettativa di immergermi in una storia avvolgente, un capolavoro che mi avrebbe arricchita e da cui avrei fatto fatica a staccarmi, invece non è stato così.
Non ho nulla da dire sullo stile della Morante, sul suo italiano perfetto. Ma quanto ai contenuti ahimè mi sono ben presto resa conto che non mi interessava niente di quello che mi stava raccontando.
Il romanzo è una saga familiare che copre un arco di tempo di circa vent'anni. La storia è narrata da Elisa che rimasta sola dopo la morte della sua madre adottiva, Rosaria, racconta la vita dei suoi genitori e dei suoi nonni. I personaggi sono crudeli, il contesto degradante e ostile, nulla nella trama invoglia a proseguire la lettura.
Per quanto si profondesse in dettagli, in descrizioni di situazioni da mille angolazioni diverse, per quanto analizzasse i pensieri dei personaggi, le loro aspettative, perfino quello che sognavano di notte, io non mi sono sentita coinvolta e spesso arrancavo sulla pagina senza vederne la fine, senza fare progressi, scoraggiata dalla lunghezza (quasi 800 pagine). Non sono riuscita a farmelo piacere nemmeno mettendomi nell'ottica di leggerlo come romanzo che mi stava raccontando come si viveva in quell'epoca... che poi quale epoca di preciso non si sa perché il contesto storico-geografico è completamente assente...
Da qualsiasi lato lo prendessi, non mi andava giù. Al primo tentativo l'ho mollato dopo 180 pagine. L'ho ripreso dopo un mese, alternandolo ad altre letture ma procedendo veramente mal volentieri.italiani letteratura-contemporanea7 s La lettrice controcorrente518 229

Quattro stelle e mezzo
Un incantesimo. Fin dalle prime righe si è completamente catturati dalla voce di Elisa. Quale storia avrà mai da raccontare una ragazza che viveva con una "donnaccia"? Menzogna e sortilegio ha il sapore di un romanzo Ottocentesco ma ha la crudeltà che non ti aspetti. Morante smaschera i suoi personaggi senza pietà:mentono e ingannano pur di conquistare soldi e posizioni.

Difficilissimo raccontare un romanzo così ricco di colpi di scena e di significati. Non vi ho svelato quasi nulla perché io l'ho letto così, senza sapere nulla e mi sono goduta ogni pagina, straziata dalle mancanze di Elisa e arrabbiata per i comportamenti di Edoardo. Diciamolo, anche un po' inquieta per gli atteggiamenti di Concetta, madre di Edoardo.

Quando sono arrivata alla parte finale ho pianto. Non tanto per la sorpresa di un finale già annunciato nelle prime righe ma per il dispiacere di veder andar via Elisa, o meglio, Elsa. Non mi capita spesso ma mentre leggevo pensavo: "Voglio rileggerlo". Sono arrivata a trent'anni senza mai aver letto Morante, quanto tempo perso.

Non ho dato cinque stelle solo perché cinque stelle le ha La storia.

(...)Il significato dell’intera scena penetrò, allora, nella mia mente tarda. Io presi a battere i denti cosí forte che rovinai, assordata dal loro rumore fantastico; un vento invernale mi aggirò, fui succhiata da una gelida acqua
senza lumi. E l’amata camera materna, accesa dal mezzogiorno d’agosto, fuggí per sempre dai miei sguardi,come una nave straniera.

Consigliato per chi vuole perdersi in una storia familiare dolorosa, avvincente e scritta magnificamente.
RECENSIONE COMPLETA: www.lalettricecontrocorrente.it7 s B. H.183 162

2023 Re-read: I did it. I don't know how I managed to read this in under a month last time, but then again I was a different, pre-pandemic person back then and my brain was not yet scrambled.

There are some books that contain the whole world in them: they show you how the economics of class work, how nations are built, what keeps them from fraying, how fragile it all is. This kind of book describes how love, desire and obsession manipulate us, how we turn to words to find refuge and then they betray us too. How an entire history unfurls in the living room of a three-person family and their entourage, how it can be read in their gestures, conscious or unconscious.

You read these books and then you go out in the world and every philosopher you come across, every small interaction between you and another person leaves you thinking, "Oh, this is just what I read in this book." Or "X author describes this precisely feeling so beautifully." This is one of those books. I don't know what else to say about it.

Original 2019 review

I will hopefully come back with a full review, but suffice to say that though this book might not be for everyone, it is absolutely fantastic. Incredibly smart and modern and with so many layers that will take me several re-readings to understand properly.

The only downside is the incredibly misogynistic introduction by Cesare Garboli, absolutely awful. A literary analysis riddled with the biases and techniques that are used at large to analyse and criticise women's writing.favourites5 s Mariaelena Di Gennaro 403 123

4,5 stelline. italiani romanzi-familiari7 s Silvia218 14

Saga familiare, cronaca al femminile ricca di sentimenti, potenti e spesso negativi, coinvolgente fino all'ultima pagina. Non sembra ambientato a fine Ottocento ma in un punto imprecisato dell'"ancien regime", vuoi per le ambientazioni e le suggestioni, vuoi per la lingua barocca e volutamente antica.6 s1 comment Danila43 1 follower

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