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Pura rabia (Los crímenes del Piamonte #03) de Davide Longo

de Davide Longo - Género: Ficcion
libro gratis Pura rabia (Los crímenes del Piamonte #03)

Sinopsis

No te pierdas el nuevo caso de la serie Los crímenes del Piamonte.  «Uno de los grandes valores de la nueva novela negra italiana.» Juan Carlos Galindo, El País «Una serie redonda, entretenida, ambiciosa y adictiva.» Ahora qué leo Vincenzo Arcadipane tiene cincuenta y cinco años, un matrimonio fallido a sus espaldas y un futuro que no promete mucho. Además, en los últimos tiempos se ha convencido de que ha perdido el instinto que le guiaba en las investigaciones. Pero cuando una mujer es golpeada en la puerta de una estación de metro de Turín y al cabo de unas horas se localiza al culpable, es precisamente el instinto el que sugiere que en ese caso hay algo que no cuadra. Por tanto, decide profundizar más, con la ayuda de Corso Bramard, antiguo jefe y mentor, y de la sagaz agente Isa Mancini: un equipo de éxito al que se une un extraño ex policía con rasgos obsesivos. Juntos se encontrarán descubriendo las reglas de un juego loco y letal, un descenso al mundo subterráneo de Internet que, ronda tras ronda, los llevará hasta donde se hacen «las tareas que no necesitan ojos».


Reseñas Varias sobre este libro



UNA VITA DA MEDIANO



Non credo proprio che siano le trame il punto di forza di questi gialli – la cosiddetta trilogia Arcadipane che se non sbaglio è nel frattempo diventata una quadrilogia – io, anzi, li trovo l’elemento più esile, quello dove fatico di più a sospendere la mia incredulità. A conferma mi pare di poter tirare in ballo i finali che sul versante plot giallo rimangono sempre confusi, incerti.
Ma credo anche che Longo ne sia perfettamente consapevole e che usi il “giallo” per parlare anche di altro, soprattutto per raccontare essere umani, strani, forse improbabili, ma più che umani, e raccontare un’atmosfera, fatta di malinconia, di apparenti fallimenti, di mezze misure.


I sucai sono caramelle a base di liquirizia insaporita all’arancio e ricoperte di zucchero. Arcadipane le compra sciolte, mezzo chilo alla volta, e le tiene in tasca, attingendo alla scorta con ritmo martellante. Sarei curioso di sapere cosa ne pensa il suo dentista, se il commissario ne ha uno abituale, cosa che è facile dubitare.

Il commissario Arcadipane, cresciuto a pane e Bramard, viene dal sud, dalla Basilicata. Ha adesso cinquantacinque anni – al contrario di quello che succede nella maggior parte delle “serie” giallo poliziesche come questa, qui i personaggi crescono e invecchiano da un romanzo all’altro – è ormai divorziato, conserva buoni rapporti con la ex moglie, ma nessuna speranza di riconquistarla. Per i figli è un padre di poco aiuto, i due ragazzi fanno volentieri a meno di lui, crescono senza la sua presenza, anche se lui vorrebbe invece marcarla: ma poi, il lavoro vince sempre, è a quello che dedica il meglio di sé.
È bassotto, tarchiato, calvo o giù di lì: sul versante fisico tutto meno che attraente. È o gioca a fare l’ignorante, il tonto, quello di comprendonio lento: ma gira e rigira, la sua mente è quanto mai attiva e i casi li risolve.
Longo lo definisce un mediano, uno che gioca a tutto campo, pedala avanti e indietro: incapace di usare entrambi i piedi, ma c’è, su lui si può contare.


Giorgione: La tempesta. Quadro più volte citato nel romanzo, a proposito di mistero e misteri.

Oltre che deboluccio sul piano dell’aspetto fisico, Vincenzo Arcadipane è in una lunga crisi, ha bisogno della psicologa (la parte più bizzarra di questo e del precedente romanzo), la sua autostima è latitante, umanamente fragile, facile al pianto. Condizione pessima per brillare nella sua attività.
E invece, con tenacia e parsimonia di parole, il nostro commissario, facendosi aiutare dai soliti Bramard e Isa Mancini, arriva in fondo, risolve il caso, svela il mistero.

A completare il quadro Torino, e i dintorni, le cascine, i casali, le montagne. Il cane con tre zampe chiamato per lÂ’appunto Trepet (tre piedi). Le caramelle sucai che Aradipane mastica a ritmo da catena di montaggio. E un indagine sul e nel dark web.

giallo-thriller-poliziesco italiana109 s Marcella Rossi320 13

In occasione dellÂ’uscita dellÂ’ultimo libro, Una rabbia semplice, Einaudi pubblica lÂ’intera trilogia scritta da Davide Longo.
Sempre scettica quando leggo delle recensioni estremamente lusinghiere, questa volta mi sono dovuta ricredere: questi tre romanzi sono effettivamente notevoli.
Se il primo libro può avere qualche esagerazione nella trama, gli altri sono perfetti. I personaggi principali, Bramard il commissario a riposo, Arcadipane il suo allievo in servizio, Isa la poliziotta ribelle, sono dipinti in maniera umanissima e precisa, e altrettanto si può dire di ogni personaggio presente nelle storie. Le atmosfere, i luoghi, fra Barriera a Torino e i monti dove vive Bramard, le valli del nord, sono descritti in maniera affascinante.
Sono lo stile e la scrittura di Longo a tenere i lettori incollati ai libri, scrittura insieme letteraria e scorrevole. Se si vuole trovare una scrittura simile o paragonabile bisogna arrivare a Fred Vargas.
Consigliati davvero.9 s Uhtred300 17

I d a lot this book. It's a noir, sure, but in the end what remains with you the most is the personality of Inspector Arcadipane. A man who is the opposite of what one would expect as the protagonist of a detective story; he is an antihero in all respects, both for his physique and for the very little presumption of being the best. Indeed, he is a man who is starting to reflect on his life, he is now in his fifties, and every now and then he makes a balance. And he doesn't what he finds very much, but he knows that after all it's his life and everything has helped him get to where he is.
The detective plot of this book is quite interesting, but it's not what holds the whole thing together; instead, the relationships that Arcadipane creates with the people around him, namely Ariel, Isa, Bramard and also the two old women who live in his condominium, are central. In the lines in which we see Arcadipane interacting with them, it seems that not much happens and instead as soon as we move on to another scene, we understand that certain things said and unsaid could even be the ideas for a whole other book, with Arcadipane and the other person as protagonists, as there are so many things that the author lets us understand without saying. Arcadipane is a man who cares about human relationships, even if he seems a little grumpy, he knows his peers very well and knows what drives them to do many things. He understands a little less why certain criminals ( the ones he meets in this book) do certain things, but that's another story that I obviously don't want to spoil. A beautiful book, very well written, with a very cultured and at times poetic style, but never heavy and always suitable for the situations. Three stars well deserved.
8 s Mariafrancesca di natura viperesca sta con gli ultimi della terra345 225

Alla fine degli anni '90 "Famiglia Cristiana" si decise a seguire le orme di altre riviste e per qualche settimana pubblicò, come supplemento per le edicole, le opere "minori" dei "I grandi della letteratura europea": non sbagliò un colpo almeno tra quelli che riuscì a pubblicare perché le uscite si interruppero per mancanza di lettori.

Certo queste collane vanno sul sicuro ma non tutti i lettori sono usi a leggere anche le opere più famose dei grandi e quindi benvengano. Se poi si pubblicano le opre di nicchia...
Ecco, questa collana "Anima noir" è per me una piacevole sorpresa. Non essendo una estimatrice ma solo una lettrice a singhiozzo (una pausa quando la testa comincia a fumarmi andando dietro le "Grandi opere"), mi sembrano tutte opere più che decenti anche come forma. Magari l'intreccio è un po' stiracchiato e i personaggi( soprattutto i protagonisti) un po' macchiettisti, come in questo, ma il contesto sociale, là "dove non c'è bisogno di occhi per vedere", ce lo hanno questi autori per me egregi sconosciuti ( e di cui dimentico i nomi, mi perdonino).
Lo dico io che sono i giallisti a essere gli epigoni dei feuilleton del XIX secolo.

P.S.
ma il titolo, che vuole dire?7 s Come Musica1,754 482

Tra 3 e 4 stelle.
Bella la voce di Wlliam Angiuli5 s Ermocolle413 34

"Si sporge verso di lui e Arcadipane può sentire per intero l'odore di ferro che emana il suo corpo: ferro usato, di ringhiera, di tenaglia, di maniglia. E olio esausto, erbe cresciute sui muri, sabbia. L'odore che ha il vetro, quello delle cose trasparenti, che hanno conquistato questa qualità con una mossa iniziale di ingegno seguita da un lungo lavorio. Questo potrebbe dire Arcadipane se avesse le parole per scomporre quell'odore e rimontarlo, invece può solo riceverne in faccia lo schiaffo."

La scrittura è quella originale, colta e frizzante che ho trovato nei primi due romanzi della serie.

I protagonisti si sono evoluti, sono trascorsi cinque anni e alcune relazioni si sono consolidate, altre invece sono naufragate nella desolazione del fallimento e della solitudine. Il cane a tre zampe, la psicopazza, l'ex superiore Bramard e l'indomita quanto anticonvenzionale collega Isa, il cast è al completo ma non mancherà l'effetto sorpresa: un nuovo arrivo di difficile decriptazione.

Il lavoro quotidiano è quello di sempre e mentre si arranca per trovare un equilibrio nelle proprie vicende personali, un'altra indagine chiede a gran voce di essere rielaborata, dentro storie in bilico fra realtà attuale e leggenda metropolitana sul tema della rete e delle sue sfumature di tonalità: surface, deep, dark.

Una lettura che mi ha ulteriormente convinta del talento di Longo e che mi ha coinvolto con interesse e piacere.5 s Deesse141 3

Premessa: i precedenti romanzi di questo autore mi erano parsi interessanti, anche se non sempre entusiasmanti. La scrittura è talvolta chiusa, ostica, come la personalità delle genti delle valli del nostro Piemonte. Ho letto che Baricco lo ha accostato a Paolo Conte, o a Camilleri. Ecco, penso che Camilleri sia molto più accessibile, nonostante il suo ricorso al dialetto. L'avvocato di Asti, invece....
Questo libro necessità, per la sua piena comprensione, della lettura dei precedenti 2 episodi. Altrimenti non si possono cogliere appieno tutte le cose accennate, lasciate trasparire, o peggio considerate acquisite, che definiscono i personaggi base. E, peraltro, i primi 2 libri della serie del commissario Arcadipane sono godibili, se non addirittura molto piacevoli. Quest'ultimo lavoro impone il sacrificio della difficoltà nella lettura delle prime, diciamo, 50 pagine. Che insinuano dubbi circa la direzione verso la quale l'autore vuole condurci. Poi, finalmente, la storia acquisisce respiro, inizia a palpitare, a coinvolgerci sempre più, in un crescendo che porta alla soddisfazione che accompagna la conquista di un traguardo ambito ed appagante. Lo consiglio assolutamente, non solo agli amanti del poliziesco. 3 s Stefano226 12

Di una bellezza “strug-gen-te”.

Un libro che termina con le parole:
- Niente, - dice lui. - Non importa.

Â… secondo me importa, importa molto!
Mi è piaciuto tanto. 2 s Lucia lulu1538223 6

È un libro per molti ma non per tutti. Si inserisce in una simil trilogia dove questo è il terzo libro della serie Arcadipane e Bramard. A tratti la trama richiede molta concentrazione, a tratti rallenta mentre a tratti va veloce. È molto particolare il suo modo di scrivere: in certi punti ti lascia quasi senza fiato mentre in altri fai fatica ad andare avanti. Quasi quattro stelline ma la curiosità è talmente alta che cercherò gli altri due libri.1 Simona936 211

Una Torino appena abbozzato, un personaggio cinico e malinconico, una indagine serrata che scava anche nell'occhio umano. 1 Vincenzo130 1 follower

Bella scoperta Davide Longo e i suoi problematici poliziotti che mi ricordano Adamsberg e i suoi della Vargas.
Torino e le valli del nord fanno il resto.
Leggerò anche gli altri due,
Bramard e Arcadipane meritano.1 Agnes379 190

Lo abbandono…non posso sprecare tempo così…ebook polizieschi1 Ghibli51 1 follower

Forse non bisognerebbe leggere tutti di seguito i libri di una serie, per esempio quando nella storia, tra un romanzo e quello successivo, sono passati 5 anni... Il rischio è di trovarsi un po' spaesati perché per noi sono trascorsi 3 giorni, invece i protagonisti si sono invecchiati, separati, licenziati, ammalati fuori scena. Ma io invece faccio sempre così. Un autore mi conquista e via, leggo tutto il leggibile in un solo fiato di fila. Quindi questo terzo capitolo della serie di Arcadipane mi ha accolto con un po' di malinconia, quasi disappunto. Ma poi è diventato struggente ed emozionante ancora più dei due precedenti. L'indagine da risolvere è ancora più avvincente (meno "storica" e più contemporanea). E la scrittura di Davide Longo è sempre una nutriente delizia per il cervello del lettore. Sono già in crisi di astinenza.1 LauraT1,198 84

Terzo – e per il momento almeno – ultimo libro della trilogia Arcadipane. A me sono piaciuti tutti; molto. Strani, alle volte confusi apposta – il non voler usare il nome del personaggio di cui sta parlando, ma il pronome generico – e cambiando persona senza un apparente stacco! – involuti a tratti.
La trama forse è la cosa meno azzeccata: sempre abbastanza improbabile; si regge sulle descrizioni della città e delle montagne, e soprattutto sulla descrizione psicologica dei personaggi.

Lo trovano al terminale. I capelli rossicci e lÂ’aria del ragazzino, anche se ha trentasei anni, due figli, una laurea in Informatica e abbastanza cervello da non voler fare carriera.
– Aveva già un sacco di difetti, cos’è, in questi cinque anni è diventato anche permaloso?
– No, stavo solo riflettendo.
– Non si lanci in attività spericolate. Mi dica cosa non funziona e sia concreto, sia crudo, non indori la pillola. Lo sa che se scrive in un messaggio «Ho tanta voglia di…» il T9 automaticamente aggiunge «lavorare». Quindi i suoi problemi, per quanto orrendi, non possono rovinarmi la giornata.
– Sua moglie è una donna sana, quindi non tornerà con lei nemmeno con una pistola alla tempia. Capitolo chiuso, è stata un agricoltore paziente, ha preso quel che poteva e doveva, sopportato i suoi silenzi, il suo lavoro, ma soprattutto il fatto che lei sia genericamente un uomo. Questo finché i figli lo richiedevano, adesso può assecondare la sua vera natura, e non sto parlando di sesso, parlo di crescere, di evolvere.
– Isa, tu sai chi è Muna? – chiede già chino per metà.
Isa non apre gli occhi, pare che la branda faccia quellÂ’effetto.
– Tutti lo sanno, – risponde, – è una specie di Banksy della grafica. Pare sia tedesco, altri dicono viva ad Amsterdam. Mistero. Anche perché l’unica cosa che si chiama Muna è un fiume della Siberia nordorientale gelato da ottobre a maggio, che nel suo corso non incontra nessun centro abitato. Forse ha a che fare con la sua idea di non farsi riconoscere. Ma chi cazzo se ne importa? Conta quello che fa, non chi è!
Invece si sale eccome, Isa e Arcadipane lo sentono dallÂ’aria rarefatta che entra dai finestrini e da come il tempo comincia a rallentare, a bucarsi, a riempirsi di vuoti. Normandia, sul sedile dietro, cosa senta nessuno lo sa.
– Di buono, – dice Isa, – c’è che cosí arriviamo che ha diciott’anni e la procedura si snellisce.
– Cosa è meraviglioso?
– Farvi tacere. Chiudervi finalmente la bocca. Voi che avete sempre cosí tanto da dire, da spiegare. Vedervi per una volta senza parole, senza la possibilità di nascondervi dietro tutto quel rumore… Vale la pena anche solo per questo.
ti devo dire tre cose. Due non sono belle e una è decente, in che ordine le vuoi?
– La decente in mezzo.
– È appropriato, – dice lei, sollevando la testa per guardarlo. – La prima è che non ti amo e tu invece sí.
– Non importa.
– «Non importa» è una bella risposta, tenuto conto che ci hai messo cinquant’anni per usarla. Vuoi sapere le seconda?
Arcadipane fa un gesto che vuol dire «procediamo».
Libreria Tua E Mia210 10

Trilogia finita stanotte, con tanto di nodo alla gola dovuto allÂ’improvvisa sensazione di abbandono. Abbandono da parte di chi? OvvioÂ… Arcadipane, Bramard e Isa.
Mi hanno lasciata qui, a chiedermi cosa succederà adesso, se li rivedrò, come li rivedrò e quando li rivedrò.
Ormai è un gruppo di amici con i quali mi piace passare del tempo, prendere un caffè e farmi una chiacchierata, mi mancano già a livelli indicibili!

Ma veniamo alle cose importanti: Davide Longo è uno dei migliori scrittori di noir che abbiamo in Italia.
EÂ’ riuscito a dar vita a due personaggi tanto diversi tra loro, quanto complementari.
Arcadipane: commissario di rara sensibilità e intuizione. Incasinato (tanto) sia nella vita privata che in quella professionale, ma capace di risolvere un caso proprio grazie alle sue doti speciali.
Bramard: mentore di Arcadipane, suo maestro e amico, un uomo burbero, ombroso, ma sempre presente, nel bene e nel male.
Intorno a loro non possono mancare donne forti e indipendenti, abbiamo Isa (che ho già definito la nostra Lisbeth Salander), e Ariel la terapista di Arcadipane, una tipetta sui generis che abbiamo conosciuto nel secondo libro della trilogia “Le bestie giovani”.

In questa nuova avventura Arcadipane si trova coinvolto in uno strano episodio di violenza. Un caso apparentemente semplice, ma niente è come sembra, no?
Il commissario dovrà a scontrarsi con un mondo a lui sconosciuto, quello del dark web, in un gioco folle e mortale che lo metterà a dura prova.

Che devo dirvi? Se non l’avete già fatto, correte a comprare tutta la trilogia, io, da parte mia, vado a rincantucciarmi in un angolo a morire di solitudine! Franci 5

Non ho letto i precedenti di Una rabbia semplice (ma lo far?? subito!), eppure non ho avuto alcuna difficoltà a entrare nella storia e avvicinarmi ai personaggi del Commissario Arcadipane, del suo mentore Bramard, e altri.
Ho trovato la scrittura di Davide Longo scarna, asciutta, essenziale, molto vicina a quella di Raymond Carver, un linguaggio letterario molto simile a quello pittorico di Edward Hopper. E come gli avventori dei fast foods notturni dipinti da Hopper, anche i personaggi di Davide Longo si aggirano solitari in una Torino brumosa e alienante. Bellissima anche la descrizione del contrasto tra una generazione urbana iper tecnologica e quella incredibilmente arretrata degli immediati dintorni della città. Gli uni e gli altri alienati e sconfitti da una vita che non riescono a cavalcare con sentimenti di speranza e fiducia, ma solo di rassegnazione e.... rabbia.
Gabriella38 2

E' il primo romanzo che ho letto di Davide Longo e mi ha motivata per leggere i primi due. Arcadipane è un uomo complicato e il narratore fa uscire molto bene la sua personalità a tutto tondo. Un uomo fragile, ma un bravo poliziotto. Non troviamo solo la profondità della caratterizzazione dei personaggi, ma anche la parte gialla è ben strutturata, con bei colpi di scena. Importante anche la descrizione dei paesaggi, soprattutto il Piemonte e, ancora di più, Torino che non è la città regale, colta che di solito ci fanno conoscere gli autori, ma è una Torino più nascosta, quella della periferia. Insomma, Longo è stato per me una nuova e bella conoscenza Marly Nas118 2

Actueel thema (een gevaarlijk online spel) dat echter ondergeschikt lijkt aan de uitwerking van het karakter van de hoofdpersoon, commissaris Arcadipane. Zijn huwelijk is geëindigd, hij heeft amper contact met zijn kinderen en hij mist zijn oude baas Bramard.
De ontknoping is ergens onbevredigend en tegelijkertijd precies goed. Het leven is niet perfect.

Het Italiaans van Davide Longo is lastiger te begrijpen dan dat van Maurizio de Giovanni. De stijl van Longo is wat hoekiger. Ook werkt hij graag met elipsen, waardoor je soms denkt “maar wat gebeurde er dan met…?” Gelukkig worden die gaten later wel weer ingevuld. Agata73 10

Arcadipane guarda l'uomo che da vent'anni è il suo sottoposto: sempre in camicia, sempre con la riga, sempre piemontese, sempre puntuale, sempre non in mutua, sempre per bene, sempre d'altri tempi, sempre una rottura di coglioni, sempre senza di lui come farebbe.

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Siccome sono un genio ho iniziato la trilogia del terzo libro. Forse ho fatto bene, e sicuramente recupererò almeno Il caso Bramard.

Un libro con ritmo, non il solito giallo in senso stretto. Più che al mistero si dà spazio alle voci, come quella del commissario Arcadipane. Questa è la perfetta dimostrazione che il giallo moderno non deve per forza basarsi su cento plot twist che ribaltano tutto ad ogni capitolo per tenerti attaccato ad ogni capitolo.

La scrittura è pulita, le immagini e i pensieri sono concreti e hanno un sapore italiano a cui è difficile resistere. Una bella lettura, leggera e non banale dal punto di vista della scrittura.mystery thriller Patriarcaettore195 4

Davide Longo mi ha lasciato veramente sul filo del rasoio fino alle pagine finali. Bravo. Poi un poliziotto piemontese che fa sicuramente concorrenza a tutti quelli che abbiamo letto e magari anche visto sul piccolo schermo. Una ottima lettura che consiglio, per il tema che il libro porta in sé, per la bellezza dei personaggi e la mai abbastanza sottolineata necessità di quanto i genitori siano determinanti per i propri figli (e viceversa). Luca Pasquy125 1 follower

Di 4 stelle ne ho date poche, forse troppo poche.
Questo libro le merita tutte, e nemmeno sto a raccontare il perché.
Fidati, se vuoi, e assapora un sucai zuccheroso mentre sfogli e sorridi, ti commuovi e soffri, ti domandi e torni a sorridere. Marco65

Un bel romanzo leggero. La trama non ha nulla di particolare o di sorprendente però hai voglia di arrivare alla fine. I personaggi mi son sembrati abbastanza piatti ma forse il mio giudizio è condizionato dal metodo di lettura telematico e dalle continue interruzioni alla lettura che ho fatto. Tiziana16

Romanzo scoperto per caso. Davide Longo sa scrivere e sa stupire. Un romanzo giallo un po' onirico con personaggi sofferenti ma ironici. Una Torino autentica nel suo mistero e nella sua "pacatezza" che però nasconde qualcosa di più di un filo di follia. Assolutamente meritevole. Marco740 5

Davvero ben scritto e ben congegnato. Un thriller che ha le radici nel Dark Web, Arcadipane in crisi esistenziale si rivolge ad una strana terapeuta e col suo aiuto e di Isa e Corso riuscirà a portare a termine l'indagine.
loc-c Elisa Salamini30 2

La scrittura è brillante, ma in questo terzo volume il sistema dei personaggi si ingarbuglia inutilmente. Perché in una serie far affezionare i lettori a personaggi ben scolpiti per poi metterli da parte? Maria Silvia102

3,75*audio made-in-italy gallizio782 37

Seminare stancayellow-di-corsa Graziella231 10

Faticoso. Volutamente strano, involuto però in parte fuori dagli schemi. Elia Maldini16 Read

Terminato alle 14:19 p.m. Kin2,089 24

Autor del comentario:
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Not as good as book 1, the constant fighting between her and Blake was annoying. Kat jumped into the too stupid to live with both feet..for someone who is so confident in her badass powers, she got her ass handed to her a lot. DonÂ’t understand the dynamic between Kat and BlakeÂ…obviously Blake knows Tilly is in love with him or wants a piece of him, but he implies in front of Tilly that he is into Kat. The protectiveness he is showing over Kat we do not see him doing that with the others..Then there is the family dynamics in book 1 it implied that Brad and Blake were besties, but yet he did not know about Kat, she lived there until she was 17, and this town is fairly small, but yet her parents live in the same town, and never cross paths, but there is also a wrong side of the tracksÂ…Blake is pure asshole, donÂ’t see what Tilly sees he maybe hot on the outside but asshole on insideÂ…Kat was too I am independent woman, you canÂ’t tell me want to doÂ…got really tiringÂ…then finally the 3 pages of back and forth between Kat and Dash..I was shut the fuck up Kat and just go the fuck awayÂ…by the end of this book only one I cared about was Aunt Luna. Give my chances of reading next slim chance as this story is very similar to authorÂ’s Hollows series, dynamics very similar.1 Spinneretta2,468 13

good

WARNING! Cliffhanger! This one is definitely a 5/5 on the trauma scale type cliffhangerÂ… and yes, it is the beginning of a new story, but it still ends on a cliffhanger.

Kat finds herself investigating another death in her old town, this time it seems that demons might be involved.
The Forsaken are still around, and trying to use Kat, plus she has her toxic family to deal with; and Dash is present and still mysterious.

This is the second book in the series, and picks up a little after the end of book one. Our thirty-seven (I did get the age wrong last time which I figured out after I wrote the review lol) detective is dealing with a lot. SheÂ’s attracted to a guy who is keeping secrets, constantly battling an annoying sheriff, and dealing with the family who abused her. SheÂ’s started to make friends in town, though itÂ’s not easy, and of course she is also dealing with the creepy critters that crawl in the dark.
SheÂ’s a strong character, but not at her best in this book- she makes some big mistakes, which are incredibly frustrating for the reader. At the same time, the mystery behind her magic grows deeper although we do seem some answers regarding Dash.
ItÂ’s a good book, with a mystery that is fairly quickly cleared up, and an ongoing story that grows ever more complicated. IÂ’m looking forward to finding out more about KatÂ’s abilities and hoping her mistakes arenÂ’t irreversible!

An enjoyable book, this is for the PWF/Paranormal mystery lovers out there. April Mollenkopf443 7

Things with the Forsaken are not over. Kat and friends won the battle but not the war. And thereÂ’s a new demon that has been killing people. Just more stuff for Kat to figure out.

Kat is also still trying to figure Dash out. And the Sheriff is riding her hard for the name of her source who happens to be Dash. Things are getting interesting .

I donÂ’t consider this book a cliffhanger. The problem with the demon is solved. The Forsaken issues are a hook and wonÂ’t be solved until the last book in the series. And with the twist in last few pages in this book, I am looking forward to the next book. Andrea9

IÂ’m trying to this series.

First off I should say I read a lot. And by a lot I mean 5 to 10 books a week. I churn through them butter. IÂ’m pretty forgiving of grammar and spelling issues as long as the plot and characters are interesting and the editing isnÂ’t atrocious.
So here we have Kim Richardson who is a pretty decent writer. Plots are usually interesting and lots of fun characters. Until Kat. What a useless heroine. No one who makes that many bad decisions should survive to the end of the book. SheÂ’s not cute or snarky or anything but enraging. IÂ’m cheering for the bad guys at this point.
Having said all that, IÂ’ll probably finish the book, but IÂ’m really really hoping this completely useless main character gets a clue really soon. Cornelia Posey35 2

Absolutely hooked on this series

Just finished the 2nd booking and am anxiously awaiting the next book and as with all of Ms Richardson's books I was completely hooked on the series within a few sentences into book 1 she is one of the few authors that I feel comfortable enough to buy entire series all at once if I could I'd give this series 10 stars Chris Fracisco389

Intense all around

There's is so much going on and yet the deeper we begin to peek into Kat's family and the new friends around her, the more questions come up. The characters all mesh together nicely but Dash and Kat continue to be the biggest mystery along with The Forsaken. On the edge waiting to find out more and continue to follow this series. Denise Robertson2 Read

Kat is obnoxious and just plain stupid. Can't read anymore as she is infuriating.

Hated it. Story started out good but just can't tolerate Kats attitude anymore. Won't read any more by this author S Spurr86 2

Awesome new paranormal series. Easy to read & fast paced. We learnt more character background information in this book. Ends on a cliffhanger- roll on book 3. Nicola898 11

4.5 stars. Book 1 had a few wobbles but this entry is pure A game. Jennie378 27

more

No!!!!!!!!! That ending what I need more that cliffhanger I didnÂ’t see coming this book was entertaining and fun I give it this book 4 1/2?? Marissa210 6

Excellent Book!

This is another excellent book in The Witches of Moonfell series! I can't wait to read book three! I definitely want to know what happens next! Candy R10

Love it!

Characters you will get invested inÂ…love and love to almost hate. Great read. Loved both of the books in this series. Jassica Sun91

UNA VITA DA MEDIANO



Non credo proprio che siano le trame il punto di forza di questi gialli – la cosiddetta trilogia Arcadipane che se non sbaglio è nel frattempo diventata una quadrilogia – io, anzi, li trovo l’elemento più esile, quello dove fatico di più a sospendere la mia incredulità. A conferma mi pare di poter tirare in ballo i finali che sul versante plot giallo rimangono sempre confusi, incerti.
Ma credo anche che Longo ne sia perfettamente consapevole e che usi il “giallo” per parlare anche di altro, soprattutto per raccontare essere umani, strani, forse improbabili, ma più che umani, e raccontare un’atmosfera, fatta di malinconia, di apparenti fallimenti, di mezze misure.


I sucai sono caramelle a base di liquirizia insaporita all’arancio e ricoperte di zucchero. Arcadipane le compra sciolte, mezzo chilo alla volta, e le tiene in tasca, attingendo alla scorta con ritmo martellante. Sarei curioso di sapere cosa ne pensa il suo dentista, se il commissario ne ha uno abituale, cosa che è facile dubitare.

Il commissario Arcadipane, cresciuto a pane e Bramard, viene dal sud, dalla Basilicata. Ha adesso cinquantacinque anni – al contrario di quello che succede nella maggior parte delle “serie” giallo poliziesche come questa, qui i personaggi crescono e invecchiano da un romanzo all’altro – è ormai divorziato, conserva buoni rapporti con la ex moglie, ma nessuna speranza di riconquistarla. Per i figli è un padre di poco aiuto, i due ragazzi fanno volentieri a meno di lui, crescono senza la sua presenza, anche se lui vorrebbe invece marcarla: ma poi, il lavoro vince sempre, è a quello che dedica il meglio di sé.
È bassotto, tarchiato, calvo o giù di lì: sul versante fisico tutto meno che attraente. È o gioca a fare l’ignorante, il tonto, quello di comprendonio lento: ma gira e rigira, la sua mente è quanto mai attiva e i casi li risolve.
Longo lo definisce un mediano, uno che gioca a tutto campo, pedala avanti e indietro: incapace di usare entrambi i piedi, ma c’è, su lui si può contare.


Giorgione: La tempesta. Quadro più volte citato nel romanzo, a proposito di mistero e misteri.

Oltre che deboluccio sul piano dell’aspetto fisico, Vincenzo Arcadipane è in una lunga crisi, ha bisogno della psicologa (la parte più bizzarra di questo e del precedente romanzo), la sua autostima è latitante, umanamente fragile, facile al pianto. Condizione pessima per brillare nella sua attività.
E invece, con tenacia e parsimonia di parole, il nostro commissario, facendosi aiutare dai soliti Bramard e Isa Mancini, arriva in fondo, risolve il caso, svela il mistero.

A completare il quadro Torino, e i dintorni, le cascine, i casali, le montagne. Il cane con tre zampe chiamato per lÂ’appunto Trepet (tre piedi). Le caramelle sucai che Aradipane mastica a ritmo da catena di montaggio. E un indagine sul e nel dark web.

giallo-thriller-poliziesco italiana109 s Marcella Rossi320 13

In occasione dellÂ’uscita dellÂ’ultimo libro, Una rabbia semplice, Einaudi pubblica lÂ’intera trilogia scritta da Davide Longo.
Sempre scettica quando leggo delle recensioni estremamente lusinghiere, questa volta mi sono dovuta ricredere: questi tre romanzi sono effettivamente notevoli.
Se il primo libro può avere qualche esagerazione nella trama, gli altri sono perfetti. I personaggi principali, Bramard il commissario a riposo, Arcadipane il suo allievo in servizio, Isa la poliziotta ribelle, sono dipinti in maniera umanissima e precisa, e altrettanto si può dire di ogni personaggio presente nelle storie. Le atmosfere, i luoghi, fra Barriera a Torino e i monti dove vive Bramard, le valli del nord, sono descritti in maniera affascinante.
Sono lo stile e la scrittura di Longo a tenere i lettori incollati ai libri, scrittura insieme letteraria e scorrevole. Se si vuole trovare una scrittura simile o paragonabile bisogna arrivare a Fred Vargas.
Consigliati davvero.10 s Uhtred300 17

I d a lot this book. It's a noir, sure, but in the end what remains with you the most is the personality of Inspector Arcadipane. A man who is the opposite of what one would expect as the protagonist of a detective story; he is an antihero in all respects, both for his physique and for the very little presumption of being the best. Indeed, he is a man who is starting to reflect on his life, he is now in his fifties, and every now and then he makes a balance. And he doesn't what he finds very much, but he knows that after all it's his life and everything has helped him get to where he is.
The detective plot of this book is quite interesting, but it's not what holds the whole thing together; instead, the relationships that Arcadipane creates with the people around him, namely Ariel, Isa, Bramard and also the two old women who live in his condominium, are central. In the lines in which we see Arcadipane interacting with them, it seems that not much happens and instead as soon as we move on to another scene, we understand that certain things said and unsaid could even be the ideas for a whole other book, with Arcadipane and the other person as protagonists, as there are so many things that the author lets us understand without saying. Arcadipane is a man who cares about human relationships, even if he seems a little grumpy, he knows his peers very well and knows what drives them to do many things. He understands a little less why certain criminals ( the ones he meets in this book) do certain things, but that's another story that I obviously don't want to spoil. A beautiful book, very well written, with a very cultured and at times poetic style, but never heavy and always suitable for the situations. Three stars well deserved.
8 s Mariafrancesca di natura viperesca sta con gli ultimi della terra345 225

Alla fine degli anni '90 "Famiglia Cristiana" si decise a seguire le orme di altre riviste e per qualche settimana pubblicò, come supplemento per le edicole, le opere "minori" dei "I grandi della letteratura europea": non sbagliò un colpo almeno tra quelli che riuscì a pubblicare perché le uscite si interruppero per mancanza di lettori.

Certo queste collane vanno sul sicuro ma non tutti i lettori sono usi a leggere anche le opere più famose dei grandi e quindi benvengano. Se poi si pubblicano le opre di nicchia...
Ecco, questa collana "Anima noir" è per me una piacevole sorpresa. Non essendo una estimatrice ma solo una lettrice a singhiozzo (una pausa quando la testa comincia a fumarmi andando dietro le "Grandi opere"), mi sembrano tutte opere più che decenti anche come forma. Magari l'intreccio è un po' stiracchiato e i personaggi( soprattutto i protagonisti) un po' macchiettisti, come in questo, ma il contesto sociale, là "dove non c'è bisogno di occhi per vedere", ce lo hanno questi autori per me egregi sconosciuti ( e di cui dimentico i nomi, mi perdonino).
Lo dico io che sono i giallisti a essere gli epigoni dei feuilleton del XIX secolo.

P.S.
ma il titolo, che vuole dire?7 s Ermocolle414 34

"Si sporge verso di lui e Arcadipane può sentire per intero l'odore di ferro che emana il suo corpo: ferro usato, di ringhiera, di tenaglia, di maniglia. E olio esausto, erbe cresciute sui muri, sabbia. L'odore che ha il vetro, quello delle cose trasparenti, che hanno conquistato questa qualità con una mossa iniziale di ingegno seguita da un lungo lavorio. Questo potrebbe dire Arcadipane se avesse le parole per scomporre quell'odore e rimontarlo, invece può solo riceverne in faccia lo schiaffo."

La scrittura è quella originale, colta e frizzante che ho trovato nei primi due romanzi della serie.

I protagonisti si sono evoluti, sono trascorsi cinque anni e alcune relazioni si sono consolidate, altre invece sono naufragate nella desolazione del fallimento e della solitudine. Il cane a tre zampe, la psicopazza, l'ex superiore Bramard e l'indomita quanto anticonvenzionale collega Isa, il cast è al completo ma non mancherà l'effetto sorpresa: un nuovo arrivo di difficile decriptazione.

Il lavoro quotidiano è quello di sempre e mentre si arranca per trovare un equilibrio nelle proprie vicende personali, un'altra indagine chiede a gran voce di essere rielaborata, dentro storie in bilico fra realtà attuale e leggenda metropolitana sul tema della rete e delle sue sfumature di tonalità: surface, deep, dark.

Una lettura che mi ha ulteriormente convinta del talento di Longo e che mi ha coinvolto con interesse e piacere.6 s Come Musica1,756 483

Tra 3 e 4 stelle.
Bella la voce di Wlliam Angiuli5 s Deesse141 3

Premessa: i precedenti romanzi di questo autore mi erano parsi interessanti, anche se non sempre entusiasmanti. La scrittura è talvolta chiusa, ostica, come la personalità delle genti delle valli del nostro Piemonte. Ho letto che Baricco lo ha accostato a Paolo Conte, o a Camilleri. Ecco, penso che Camilleri sia molto più accessibile, nonostante il suo ricorso al dialetto. L'avvocato di Asti, invece....
Questo libro necessità, per la sua piena comprensione, della lettura dei precedenti 2 episodi. Altrimenti non si possono cogliere appieno tutte le cose accennate, lasciate trasparire, o peggio considerate acquisite, che definiscono i personaggi base. E, peraltro, i primi 2 libri della serie del commissario Arcadipane sono godibili, se non addirittura molto piacevoli. Quest'ultimo lavoro impone il sacrificio della difficoltà nella lettura delle prime, diciamo, 50 pagine. Che insinuano dubbi circa la direzione verso la quale l'autore vuole condurci. Poi, finalmente, la storia acquisisce respiro, inizia a palpitare, a coinvolgerci sempre più, in un crescendo che porta alla soddisfazione che accompagna la conquista di un traguardo ambito ed appagante. Lo consiglio assolutamente, non solo agli amanti del poliziesco. 4 s Stefano226 12

Di una bellezza “strug-gen-te”.

Un libro che termina con le parole:
- Niente, - dice lui. - Non importa.

Â… secondo me importa, importa molto!
Mi è piaciuto tanto. 2 s Lucia lulu1538223 6

È un libro per molti ma non per tutti. Si inserisce in una simil trilogia dove questo è il terzo libro della serie Arcadipane e Bramard. A tratti la trama richiede molta concentrazione, a tratti rallenta mentre a tratti va veloce. È molto particolare il suo modo di scrivere: in certi punti ti lascia quasi senza fiato mentre in altri fai fatica ad andare avanti. Quasi quattro stelline ma la curiosità è talmente alta che cercherò gli altri due libri.1 Simona936 212

Una Torino appena abbozzato, un personaggio cinico e malinconico, una indagine serrata che scava anche nell'occhio umano. 1 Vincenzo130 1 follower

Bella scoperta Davide Longo e i suoi problematici poliziotti che mi ricordano Adamsberg e i suoi della Vargas.
Torino e le valli del nord fanno il resto.
Leggerò anche gli altri due,
Bramard e Arcadipane meritano.1 Agnes380 190

Lo abbandono…non posso sprecare tempo così…ebook polizieschi1 Ghibli51 1 follower

Forse non bisognerebbe leggere tutti di seguito i libri di una serie, per esempio quando nella storia, tra un romanzo e quello successivo, sono passati 5 anni... Il rischio è di trovarsi un po' spaesati perché per noi sono trascorsi 3 giorni, invece i protagonisti si sono invecchiati, separati, licenziati, ammalati fuori scena. Ma io invece faccio sempre così. Un autore mi conquista e via, leggo tutto il leggibile in un solo fiato di fila. Quindi questo terzo capitolo della serie di Arcadipane mi ha accolto con un po' di malinconia, quasi disappunto. Ma poi è diventato struggente ed emozionante ancora più dei due precedenti. L'indagine da risolvere è ancora più avvincente (meno "storica" e più contemporanea). E la scrittura di Davide Longo è sempre una nutriente delizia per il cervello del lettore. Sono già in crisi di astinenza.1 LauraT1,199 84

Terzo – e per il momento almeno – ultimo libro della trilogia Arcadipane. A me sono piaciuti tutti; molto. Strani, alle volte confusi apposta – il non voler usare il nome del personaggio di cui sta parlando, ma il pronome generico – e cambiando persona senza un apparente stacco! – involuti a tratti.
La trama forse è la cosa meno azzeccata: sempre abbastanza improbabile; si regge sulle descrizioni della città e delle montagne, e soprattutto sulla descrizione psicologica dei personaggi.

Lo trovano al terminale. I capelli rossicci e lÂ’aria del ragazzino, anche se ha trentasei anni, due figli, una laurea in Informatica e abbastanza cervello da non voler fare carriera.
– Aveva già un sacco di difetti, cos’è, in questi cinque anni è diventato anche permaloso?
– No, stavo solo riflettendo.
– Non si lanci in attività spericolate. Mi dica cosa non funziona e sia concreto, sia crudo, non indori la pillola. Lo sa che se scrive in un messaggio «Ho tanta voglia di…» il T9 automaticamente aggiunge «lavorare». Quindi i suoi problemi, per quanto orrendi, non possono rovinarmi la giornata.
– Sua moglie è una donna sana, quindi non tornerà con lei nemmeno con una pistola alla tempia. Capitolo chiuso, è stata un agricoltore paziente, ha preso quel che poteva e doveva, sopportato i suoi silenzi, il suo lavoro, ma soprattutto il fatto che lei sia genericamente un uomo. Questo finché i figli lo richiedevano, adesso può assecondare la sua vera natura, e non sto parlando di sesso, parlo di crescere, di evolvere.
– Isa, tu sai chi è Muna? – chiede già chino per metà.
Isa non apre gli occhi, pare che la branda faccia quellÂ’effetto.
– Tutti lo sanno, – risponde, – è una specie di Banksy della grafica. Pare sia tedesco, altri dicono viva ad Amsterdam. Mistero. Anche perché l’unica cosa che si chiama Muna è un fiume della Siberia nordorientale gelato da ottobre a maggio, che nel suo corso non incontra nessun centro abitato. Forse ha a che fare con la sua idea di non farsi riconoscere. Ma chi cazzo se ne importa? Conta quello che fa, non chi è!
Invece si sale eccome, Isa e Arcadipane lo sentono dallÂ’aria rarefatta che entra dai finestrini e da come il tempo comincia a rallentare, a bucarsi, a riempirsi di vuoti. Normandia, sul sedile dietro, cosa senta nessuno lo sa.
– Di buono, – dice Isa, – c’è che cosí arriviamo che ha diciott’anni e la procedura si snellisce.
– Cosa è meraviglioso?
– Farvi tacere. Chiudervi finalmente la bocca. Voi che avete sempre cosí tanto da dire, da spiegare. Vedervi per una volta senza parole, senza la possibilità di nascondervi dietro tutto quel rumore… Vale la pena anche solo per questo.
ti devo dire tre cose. Due non sono belle e una è decente, in che ordine le vuoi?
– La decente in mezzo.
– È appropriato, – dice lei, sollevando la testa per guardarlo. – La prima è che non ti amo e tu invece sí.
– Non importa.
– «Non importa» è una bella risposta, tenuto conto che ci hai messo cinquant’anni per usarla. Vuoi sapere le seconda?
Arcadipane fa un gesto che vuol dire «procediamo».
Libreria Tua E Mia210 10

Trilogia finita stanotte, con tanto di nodo alla gola dovuto allÂ’improvvisa sensazione di abbandono. Abbandono da parte di chi? OvvioÂ… Arcadipane, Bramard e Isa.
Mi hanno lasciata qui, a chiedermi cosa succederà adesso, se li rivedrò, come li rivedrò e quando li rivedrò.
Ormai è un gruppo di amici con i quali mi piace passare del tempo, prendere un caffè e farmi una chiacchierata, mi mancano già a livelli indicibili!

Ma veniamo alle cose importanti: Davide Longo è uno dei migliori scrittori di noir che abbiamo in Italia.
EÂ’ riuscito a dar vita a due personaggi tanto diversi tra loro, quanto complementari.
Arcadipane: commissario di rara sensibilità e intuizione. Incasinato (tanto) sia nella vita privata che in quella professionale, ma capace di risolvere un caso proprio grazie alle sue doti speciali.
Bramard: mentore di Arcadipane, suo maestro e amico, un uomo burbero, ombroso, ma sempre presente, nel bene e nel male.
Intorno a loro non possono mancare donne forti e indipendenti, abbiamo Isa (che ho già definito la nostra Lisbeth Salander), e Ariel la terapista di Arcadipane, una tipetta sui generis che abbiamo conosciuto nel secondo libro della trilogia “Le bestie giovani”.

In questa nuova avventura Arcadipane si trova coinvolto in uno strano episodio di violenza. Un caso apparentemente semplice, ma niente è come sembra, no?
Il commissario dovrà a scontrarsi con un mondo a lui sconosciuto, quello del dark web, in un gioco folle e mortale che lo metterà a dura prova.

Che devo dirvi? Se non l’avete già fatto, correte a comprare tutta la trilogia, io, da parte mia, vado a rincantucciarmi in un angolo a morire di solitudine! Franci 5

Non ho letto i precedenti di Una rabbia semplice (ma lo farò subito!), eppure non ho avuto alcuna difficoltà a entrare nella storia e avvicinarmi ai personaggi del Commissario Arcadipane, del suo mentore Bramard, e altri.
Ho trovato la scrittura di Davide Longo scarna, asciutta, essenziale, molto vicina a quella di Raymond Carver, un linguaggio letterario molto simile a quello pittorico di Edward Hopper. E come gli avventori dei fast foods notturni dipinti da Hopper, anche i personaggi di Davide Longo si aggirano solitari in una Torino brumosa e alienante. Bellissima anche la descrizione del contrasto tra una generazione urbana iper tecnologica e quella incredibilmente arretrata degli immediati dintorni della città. Gli uni e gli altri alienati e sconfitti da una vita che non riescono a cavalcare con sentimenti di speranza e fiducia, ma solo di rassegnazione e.... rabbia.
Gabriella38 2

E' il primo romanzo che ho letto di Davide Longo e mi ha motivata per leggere i primi due. Arcadipane è un uomo complicato e il narratore fa uscire molto bene la sua personalità a tutto tondo. Un uomo fragile, ma un bravo poliziotto. Non troviamo solo la profondità della caratterizzazione dei personaggi, ma anche la parte gialla è ben strutturata, con bei colpi di scena. Importante anche la descrizione dei paesaggi, soprattutto il Piemonte e, ancora di più, Torino che non è la città regale, colta che di solito ci fanno conoscere gli autori, ma è una Torino più nascosta, quella della periferia. Insomma, Longo è stato per me una nuova e bella conoscenza Marly Nas118 2

Actueel thema (een gevaarlijk online spel) dat echter ondergeschikt lijkt aan de uitwerking van het karakter van de hoofdpersoon, commissaris Arcadipane. Zijn huwelijk is geëindigd, hij heeft amper contact met zijn kinderen en hij mist zijn oude baas Bramard.
De ontknoping is ergens onbevredigend en tegelijkertijd precies goed. Het leven is niet perfect.

Het Italiaans van Davide Longo is lastiger te begrijpen dan dat van Maurizio de Giovanni. De stijl van Longo is wat hoekiger. Ook werkt hij graag met elipsen, waardoor je soms denkt “maar wat gebeurde er dan met…?” Gelukkig worden die gaten later wel weer ingevuld. Agata73 10

Arcadipane guarda l'uomo che da vent'anni è il suo sottoposto: sempre in camicia, sempre con la riga, sempre piemontese, sempre puntuale, sempre non in mutua, sempre per bene, sempre d'altri tempi, sempre una rottura di coglioni, sempre senza di lui come farebbe.

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Siccome sono un genio ho iniziato la trilogia del terzo libro. Forse ho fatto bene, e sicuramente recupererò almeno Il caso Bramard.

Un libro con ritmo, non il solito giallo in senso stretto. Più che al mistero si dà spazio alle voci, come quella del commissario Arcadipane. Questa è la perfetta dimostrazione che il giallo moderno non deve per forza basarsi su cento plot twist che ribaltano tutto ad ogni capitolo per tenerti attaccato ad ogni capitolo.

La scrittura è pulita, le immagini e i pensieri sono concreti e hanno un sapore italiano a cui è difficile resistere. Una bella lettura, leggera e non banale dal punto di vista della scrittura.mystery thriller Patriarcaettore195 4

Davide Longo mi ha lasciato veramente sul filo del rasoio fino alle pagine finali. Bravo. Poi un poliziotto piemontese che fa sicuramente concorrenza a tutti quelli che abbiamo letto e magari anche visto sul piccolo schermo. Una ottima lettura che consiglio, per il tema che il libro porta in sé, per la bellezza dei personaggi e la mai abbastanza sottolineata necessità di quanto i genitori siano determinanti per i propri figli (e viceversa). Luca Pasquy125 1 follower

Di 4 stelle ne ho date poche, forse troppo poche.
Questo libro le merita tutte, e nemmeno sto a raccontare il perché.
Fidati, se vuoi, e assapora un sucai zuccheroso mentre sfogli e sorridi, ti commuovi e soffri, ti domandi e torni a sorridere. Marco65

Un bel romanzo leggero. La trama non ha nulla di particolare o di sorprendente però hai voglia di arrivare alla fine. I personaggi mi son sembrati abbastanza piatti ma forse il mio giudizio è condizionato dal metodo di lettura telematico e dalle continue interruzioni alla lettura che ho fatto. Tiziana16

Romanzo scoperto per caso. Davide Longo sa scrivere e sa stupire. Un romanzo giallo un po' onirico con personaggi sofferenti ma ironici. Una Torino autentica nel suo mistero e nella sua "pacatezza" che però nasconde qualcosa di più di un filo di follia. Assolutamente meritevole. Marco740 5

Davvero ben scritto e ben congegnato. Un thriller che ha le radici nel Dark Web, Arcadipane in crisi esistenziale si rivolge ad una strana terapeuta e col suo aiuto e di Isa e Corso riuscirà a portare a termine l'indagine.
loc-c Elisa Salamini30 2

La scrittura è brillante, ma in questo terzo volume il sistema dei personaggi si ingarbuglia inutilmente. Perché in una serie far affezionare i lettori a personaggi ben scolpiti per poi metterli da parte? Maria Silvia102

3,75*audio made-in-italy gallizio783 37

Seminare stancayellow-di-corsa Graziella231 10

Faticoso. Volutamente strano, involuto però in parte fuori dagli schemi. Elia Maldini16 Read

Terminato alle 14:19 p.m. Kin2,090 24

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