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La via perfetta. Nanga Parbat: sperone Mummery de Daniele Nardi

de Daniele Nardi - Género: Italian
libro gratis La via perfetta. Nanga Parbat: sperone Mummery

Sinopsis

Sulla Terra ci sono quattordici montagne che superano gli 8000 metri: il Nanga Parbat è una di queste. La nona in ordine di altezza e una delle più difficili; in particolare se la si affronta dallo sperone Mummery, che nessuno ha mai salito. Nei suoi cinque tentativi di conquistare la vetta in invernale, Daniele Nardi lo ha provato quattro volte. Quel «dito di roccia e ghiaccio che punta dritto alla vetta» aveva catturato la sua immaginazione. Un percorso così elegante da sembrare perfetto. L'impresa di Nardi e del suo compagno di cordata Tom Ballard si è interrotta a un passo dalla conclusione, ma Daniele, come fa ogni alpinista, aveva messo in conto che potesse accadere, e si era rivolto ad Alessandra Carati. Hanno lavorato insieme per quasi un anno. Alessandra lo ha seguito al campo base del Nanga Parbat e, dopo essere rientrata in Italia, è rimasta in contatto con lui fino all'ultimo giorno. Nella posta elettronica aveva un'email che era un impegno: terminare il racconto che Daniele aveva iniziato.


Reseñas Varias sobre este libro



Mi ritrovo molto nelle riflessioni che ho letto riguardo al rischio spudorato e incurante delle capacità tecniche che gli alpinisti si prendono, dal momento che gran parte dell'azzardo è nelle condizioni climatiche.
Se poi parliamo di scalare un 8000, di inverno, lungo una via che non è mai stata aperta da nessuno, attrezzando la montagna il meno possibile e provandoci 5 volte... beh, riguardo a questa impresa lo stesso Messner ha detto che ognuno ha il diritti di suicidarsi come preferisce.
Mi rendo conto che ho affrontato questo libro con un pregiudizio nato qualche settimana fa quando ho scoperto che Nardi faceva parte della chiesa di Scientology e una delle ragioni per cui voleva arrivare in vetta in modo così eclatante era per piantare una bandiera di un'associazione legata alla chiesa. Io poi avrei nutrito lo stesso pregiudizio se avesse voluto piantare la bandiera della Caritas, ma il sospetto che sia stato incentivato a correre un rischio simile, nonostante i colleghi alpinisti avessero provato a dissuaderlo rimane. Quando lui parla e condivide le sue riflessioni mi è sembrato insopportabile, un po' sbruffone e sicuramente con un brutto carattere. E lo stesso Daniele non nega di avere un carattere "difficile"
La parte riguardo alle spedizioni è molto coinvolgente ed emozionante, anche se si conosce già la fine. I vari tentativi per aprire la strada, le diverse spedizioni, ma anche le rivalità tra alpinisti, la quantità di materiale che serve... Io non ne sapevo niente e ho dato un'occhiata a un mondo complesso e affascinante, dove la competizione tra alpinisti è serratissima, al limite delle scorrettezze e guerre tra bande, dove i soldi e la popolarità sono limitate e bisogna strapparsele l'uno con l'altro, dove la montagna è lavoro e fatica e dolore, e dove ci si procurano lesioni inimmaginabili: Nardi parla spesso degli edemi polmonari e cerebrali che colpiscono gli alpinisti d'alta quota come di una cosa quasi normale, di arti congelati e persone che vaneggiano per l'ipossia e mi chiedo in che stato arrivano quelli che conquistano la cima e a che prezzo2022 60-x-2022 asia ...more11 s Come Musica1,724 470

La scalata dello sperone Mummery, sul Nanga Parbat: una delle vette più ostiche per gli alpinisti.

“Lo sperone appartiene al massiccio del Nanga, è un dito di roccia e ghiaccio che punta dritto alla cima. Eppure è sempre il raggiungimento della vetta ciò che conta, il traguardo che ogni alpinista tiene fisso nello sguardo, pensavo.”

Per chi ha praticato un po' di alpinismo, per chi ama le montagne, questo libro è, in alcuni punti, musica che fa vibrare le corde del cuore, in altre invece è vento gelido che parla di morte.
La montagna è maestra di vita, ti porta a fare i conti con i propri limiti, ti porta a svuotarti di te per riempirti di lei. Non fa sconti. È una maestra severa, implacabile, esigente. E a mio avviso, ti insegna, come il mare, che è meglio non sfidarla.
Cos'è il Nanga Parbat per Daniele Nardi? “Il Nanga Parbat è una spina.
Starci sotto ti mette addosso una pressione violenta. E non è solo il peso della sua storia: è una montagna fuori scala.”

La montagna porta con sé l'esplorazione e "L'esplorazione dà una gioia elettrica, ti fa sentire vivo con la massima intensità possibile."
“Un alpinista è un esploratore, non resiste a una via di cui si è innamorato [...]
Perché la visione iniziale è diventata un’idea, e l’idea un progetto a cui pensa tutti i giorni e a cui dedica le sue energie migliori.”

Il Nanga Parbat gli parla e continua a chiedergli implacabile "Qual è il tuo limite?"
Ma Daniele ha le orecchie e il cuore chiusi. Vuole farcela ad ogni costo. Vuole arrivare in vetta e non sente ragioni. Non sente i segnali che gli invia la montagna, non sente i segnali che gli invia il suo corpo. Non sente perché forse non si è completamente svuotato di sé.

Non sente la voce del suo amico Louis che lo aveva messo in guardia: “Ho letto la tua ultima email due volte, ci ho pensato su. Non so se faccio bene a dirtelo, ho la sensazione che ci sia ancora molto del Nanga nel tuo cuore. Non so che cosa esattamente, dolore, rabbia, un sentimento di ingiustizia.
Scalare una montagna, specialmente il Nanga, non risolverà niente.
Non si scala per scappare da qualcosa, per dare prova di qualcosa, per dare senso a qualcosa. Non sono buone motivazioni.
Te lo dico di nuovo, la montagna non risolverà niente, anzi, peggiorerà le cose. Personalmente, penso che durante una spedizione raccogli sempre quello che porti sulla montagna.
Se porti dolore, tristezza, rabbia, accanimento, avrai in cambio piú dolore, piú tristezza, piú rabbia.”

Non sente. E noi però sì, sentiamo il suo grido che risuona ad alta quota.
“Appesi alla corda, senza piú la forza di muoversi, con lo scorrere dei minuti, il gelo se li prende. Forse sono riusciti a parlarsi per l’ultima volta, in un saluto breve, pieno dell’amore fulgido e potente che si sprigiona sul confine con la vita. Alla fine hanno chiuso gli occhi.
Prima di abbandonarsi Daniele ha svuotato il suo cuore di ogni cosa, perché potesse essere abitato per sempre da Daniela, da Mattia.”

Di Daniele Nardi resta questa impresa immane, questa sua ostinazione pervicace nel raggiungere la vetta, nel realizzare il suo sogno.
“Almeno una volta nella vita, a tutti dovrebbe capitare di incontrare un Daniele Nardi che con un sorriso ti spinge ad andare a vedere cosa c’è oltre la linea dell’orizzonte, e a camminare insieme a lui sul ghiacciaio.”9 s Melissa1 review1 follower

Travolgente!!! Si percepiscono le emozioni belle e brutte, come se fossero le tue mentre stai leggendo.
La passione con cui parla dei suoi tentativo ti tengono ancorata alle pagine, vuoi continuare a leggere perché ormai sei avvolta dalla magia dell'adrenalina con cui descrive tutte le sue esperienze.
È straordinario cosa c'è dietro una scalata, dietro la passione per la montagna, non è completamente immaginabile proprio perché il suo sogno era il Nanga, un gigante di neve e ghiaccio.. come potremmo mai immaginarcelo noi qui al caldo, e pure leggendo senti la pelle d'oca quando parla di 40 gradi sotto lo zero.. ti guardi le mani quando racconta che gli sono congelate e il dolore è atroce.
Sorridi quando racconta delle serate passate a cantare e tenersi al caldo insieme al resto del gruppo, è romantico quando racconta di sua moglie.. è qualcosa di inspiegabile ma allo stesso tempo comprensibile, tante domande ti vengono in mente durante la lettura ma a ogni fine racconto capisci cosa voleva fare e cosa lo spingeva a non mollare.
Un esempio per tutti! La sua forza è incredibile.
Rimarrà per sempre sul Nanga ? noi ce lo porteremo nelle nostre case con il suo libro e lo ricorderemo con quegli occhi scintillanti pieni di vita!7 s Alberto Caviglia75 6

Ieri sera mi sono buttato a letto intorno alle 23:30. Il mio Kindle segnava 67% di completamento del libro.

Mi sono ritrovato alle 01:48 a chiudere il Kindle, con gli occhi lucidi e la storia di un alpinista che inseguiva il suo demone.

Perché è questa, secondo me, la particolarità. Nardi non seguiva “un sogno”, lui seguiva un demone. E in questo c’è ancora qualcosa di più strano: dai demoni, si fugge. Lui no, lui lo cercava, lo inseguiva ovunque. Ho trovato più romanticismo in questa passione insensata per uno sperone che in tante storie di “amore” che vedo intorno a me.

Ad perpetuam rei memoriam, Daniele!mountains5 s Elisa241 5

Ricordo lontanamente quando anni fa seguivo la pazza avventura di questo uomo, che con tutta la sua cocciutaggine si accingeva ancora una volta (la quinta) a cercare di realizzare il suo grande sogno. Salire in vetta al Nanga Parbat in invernale attraverso una via che non era mai stata esplorata.
Ricordo di aver pensato, con facilità come molti fanno: cosa può spingere un uomo ad andare incontro ad una spedizione che ha una percentuale di morte praticamente del 99%?
Quando poi è uscita la notizia che Daniele era disperso da giorni e le probabilità di trovarlo ancora in vita praticamente nulle questa domanda è esplosa nella mia testa. Perché. Credo che nessuno di noi ‘comuni mortali’ che vivono la montagna nella normalità potrà mai capire veramente cosa significhi, cosa spinga ad avventure così estreme. Mi sono imbattuta in questo libro per caso, cercando altro, ma mi ha chiamata, così come mi aveva ammaliata il tentativo di realizzare il suo sogno.
È un libro vero, è la sua storia. È lui. Un po’ pazzo, sognatore, grande atleta. Ci era quasi riuscito a compiere un impresa che sarebbe rimasta nella storia. Un libro verità, che racconta la sua storia, non quella dei media.
Un libro intimo in tante sue parti, che ci trascina sotto questa montagna colosso con forza, passione ed entusiasmo.
Un libro che racconta anche lÂ’altra faccia dellÂ’alpinismo, quella che tutti si immaginano ma che pochi raccontano.
La via perfetta di Daniele era ancora sogno oppure era diventa ossessione?
Un libro che consiglio a tutti di leggere, scritto bene scorre velocissimo ed è difficile staccarsi dalle pagine.
Mi sono commossa ed è impossibile non pensare a Daniele che resterà per sempre sul Nanga, unito al suo sogno. 3 s julcia92 4

jetsem heartbroken2 s Mattia10 3

E il mio pensiero va a te, alla tua voglia di alta quota, a quell'avventura in solitaria, a quel giovedì di agosto, alle chiamate senza risposta, alla tua auto rossa all'inizio del sentiero, alla notte insonne, al tentativo di scacciare i pensieri peggiori, al soccorso alpino, all'elicottero giallo che sfida il maltempo, alla triangolazione del segnale del tuo telefono, al tuo cappello rimasto così vicino alla vetta, alla chiamata per avvisarci che ti hanno trovato, alla disperazione profonda, agli articoli di giornale che spuntano come funghi, alle centinaia di persone presenti al funerale in quella piccola chiesetta sull'Appennino, al sacerdote che confonde il tuo nome con quello di tuo fratello, lì presente, per tre volte, al diluvio universale al cimitero, perché ti piaceva la pioggia, al vuoto che hai lasciato nelle nostre vite, a te, Damiano.2 s Mirko16

Non è solo solo la storia di un uomo, ma è il racconto di uno stile di vita !1 Lettrice Scarsa13

Un libro completo, in tutti i sensi. Dall'infanzia di un giovane laziale che si innamora dell'alta quota, le prime spedizioni, le esperienze che forgiano il corpo e di quelle che forgiano il carattere. Di come nasce un sogno, dell'organizzazione maniacale e del ritorno a essere ingenuamente felici in situazioni disperate. La montagna ci fa crescere, complimenti a Nardi e alla Carati che sono riusciti a dare al lettore un assaggio saporito di qualcosa di grandioso. Il libro si divora in poco tempo, perfetto per chi vuole superare un temporaneo blocco del lettore. La storia è avvincente, ma il testo è bilanciato. La vita di Daniele, descritta nei suoi tratti saliente fino e dopo la nota tragedia è la vita di un uomo appassionato che ha amato il Nanga fino alla finealpinismo-esplorativo biografie1 Clara Mazzi753 35

Alessandra Carati (scrittrice, editor e sceneggiatrice) ha accompagnato Daniele Nardi nel corso della sua preparazione al suo ultimo tentativo al Nanga, non solo concretamente (anche se ha raggiunto il campo base restandoci pochi giorni) ma anche tramite diversi incontri in cui si è fatta raccontare la sua vita al fine di sviluppare una biografia che facesse conoscere al lettore chi era Nardi e perché si sia cimentato in quest’impresa che gli è stata fatale. Ha fatto un ottimo lavoro, riuscendo a sviscerare la personalità dell’alpinista e a riproporcela in maniera interessante e intelligente a tal punto che sebbene Nardi non mi avesse mai molto convinta (seppur con tutto il rispetto e il dispiacere), “La via perfetta” è stato un libro che mi ha catturata e che ho voluto leggere molto velocemente perché volevo sapere come “andava avanti” (pur sapendo come sarebbe andata a finire): Daniele Nardi non mi ha mai catturata più che tanto, ma questo libro me l’ha fatto capire meglio (così come ho chiuso con Simone Moro, visto che è il secondo libro – incluso quello su Tomek, in cui lui esce veramente parecchio male). La bravura della Carati emerge soprattutto quando con pochi tratti riesce persino a far capire meglio la coppia Nardi-Ballard, cosa che invece non era riuscita a Marco Berti col suo libro tutto su Tom. Brava la Carati, allora: un bell’esempio di scrittura con cui, lei che alpinista non è, riesce (forse proprio per questo) a spiegare bene la montagna e a coinvolgere un pubblico più ampio degli alpinisti “praticanti” senza per questo esprimersi in maniera non appropriata. Mauro6

Uno dei libri più belli che io abbia mai letto.
Traspare un Daniele umano, con tutti i suoi pregi ma anche i suoi difetti, riportati molto schiettamente. Tutto l amore per la montagna e le sensazioni fortissime, i viaggi mentali, le emozioni e le ricerche interiori che spingono gli alpinisti.
Avrò letto il finale tragico almeno 3/4 volte negli ultimi due mesi: Alessandra fa un lavoro stupendo per chiudere il racconto e far passare gli ultimi importanti messaggi di Daniele e dei suoi amici/"nemici" alpinisti.
Davvero stupendo ed emozionante.

Quello che mi ha spinto a leggere il libro era principalmente la domanda: c'è un confine sottile tra sogno e follia. Da che parte stava Daniele? Sinceramente dopo la lettura e dopo altri esempi (non solo Daniele) la risposta non è arrivata, anzi forse ho capito che non è importante. E soprattutto che nessuno dovrebbe permettersi di giudicare una scelta personale, soprattutto senza sapere i veri motivi, le situazioni, la personalità, il quadro generale etc.
Ho estremo rispetto per chi, rischiando la vita, si spinge oltre i propri umani limiti..in tutti i campi (automobilismo, alpinismo, spaziale, etc). Lo farei? Probabilmente no, mi manca quel qualcosa. Ma fortunatamente ci sono dei Daniele che ci fanno sognare e esultare per dei successi, a volte purtroppo con un costo estremo.
Grazie Daniele, rimarrai per sempre nei nostri pensieri, nella storia dell'alpinismo. Rimarrai per sempre legato al Nanga e in parte anche al Semprevisa

Leggetelo Mattia Davolio79 3

Di Daniele Nardi e della sua impresa - perché tale rimane - si è detto tanto, forse troppo, spesso in maniera non troppo lusinghiera.
Daniele era un visionario, un sognatore. Voleva la vetta del Nanga, in inverno, il frutto proibito di ogni alpinista. Ma fin dal suo primo giorno lassù, al campo base, i suoi occhi e il suo cuore rimasero folgorati dallo sperone Mummery, una parere di roccia, neve e ghiaccio che sale dritta fino alla vetta.
Una via imbattuta e pericolosa, ma bellissima, perfetta.
Ci ha provato cinque volte, in solitaria o accompagnato da grandi scalatori come Elisabeth Revol, Alex Txikon e Ali Saltoro. L'ultima gli è stata fatale. E gli ha causato una terribile gogna mediatica.
Ci sono due cose che il mondo dell'alpinismo italiano, per la gran parte settentrionale, non ha mai perdonato a Daniele: l'essere un terrone e l'essere sempre e comunque sé stesso, nel bene e nel male.
Due cose che l'hanno tormentato per tutta la sua breve vita, che l'hanno spinto a voler dare continue prove di sé e delle sue capacità.
Daniele forse non sarà ricordato come certi suoi grandi e famosi detrattori, ma per chi ha voglia di ascoltare la sua storia rimarrà per sempre un esempio di integrità e coraggio.books favorites non-fiction Giuseppe41 5

Daniele Nardi amava la vita, intensamente. Forse più di tanti altri che vivono le proprie passioni più ardite e avventurose sul divano di casa, pensando di poter pontificare con giudizi sommari.
La sua testimonianza appare vivida, la sua personalità travolgente.
Lo sperone Mummery, che qualcuno avrebbe voluto rinominare Nardi-Ballard è la via perfetta, quella che sicuramente rispecchiava la pulizia di scalata di Daniele, la sua voglia di uno stile alpino puro.
Forti sono le emozioni che trasudano queste pagine. I suoi sogni, la sua voglia di arrivare nonostante i pregiudizi, l'impegno e la dedizione nell'inseguimento di un sogno che voleva potesse divenire realtà. Ma la cosa che più mi ha colpito di lui è la consapevolezza dei propri limiti, quella che Daniele chiamava "mancanza". Bello e commovente perché, in fondo, lui e Tom hanno dimostrato che si poteva fare e che spesso l'impossibile può essere reso possibile, nonostante la tragica fine, sopraggiunta non per un gesto di follia ma per un estremo gesto di amicizia. Simona Garbarini475 2

Daniele Nardi ‘romoletto’ e’ un outsider nel mondo dell’alpinismo. Viene dal centro Italia, ha fatto tutto da solo, e ha un sogno: scalare il Nanga parbat, di inverno passando non per le vie più lunghe, ma per la via diretta, lo sperone mummery, dove è morto il fratello di Messner.
In molto lÂ’avvocato di lasciar perdere, ma per lui questa via eÂ’ una sorta di demone, una maledizione.
Anche perché ha la sensazione di essere stato estromesso da una precedente scalata sul nanga parbat e cova un desiderio di rivincita,
Alla fine muore.
Ma il libro, scritto da Alessandra carati, scrittrice italiana, solleva un sacco di interrogativi. Che cosa è giusto e che cosa no, per cosa vale la pena vivere, ha senso seguire i propri sogni e fino a quanto, alla fine i grandi sono quelli che arrivano ai traguardi o quelli che cercano di comportarsi in integrità
Sicuramente questo libro non è esaustivo sulla vicenda - altre voci sono state spese - ma è comunque un testo che fa pensare Alice499 10

Per gli sportivi provo sempre grande ammirazione.
Per la loro dedizione, competitività, abilità e volontà.
Spesso, pero, tutte queste qualità rischiano di diventare accanimento, incapacità di accettare i propri limiti, irrazionale ostinazione.
Il raggiungimento del Nanga Parbat per Nardi, secondo me -anche dalle mail raccolte in questo diario di viaggio- è stato tutto questo e lo ha portato ad intraprendere un'avventura con un epilogo infausto.
Sarà per la mia scarsa propensione a rischiare la vita nelle attività sportive, sarà per la profonda lontananza dal suo modo di pensare ma questo libro mi ha messo molta angoscia e provocato poca empatia.
Resta il grande rimpianto di aver perso un bravo alpinista, davvero appassionato. 2022-alphabet-challenge 2022-calendario-tematico 2022-esimio-sconosciuto ...more Papillon717

Daniele Nardi in questo libro mi sembra raccontarsi per quello che può apparire incrociando le sue storie: non interessato a farsi piacere, spigoloso a volte forse spaccone. Il libro è schietto, Daniele parla del suo punto di vista, di uno che aldilà di tutto, per scelta sua o di altri, si è dovuto far strada da solo nella sufficienza generale. Non è simpatico non vuole esserlo ma è un sognatore un idealista delle sue idee e le persone così non sono persone facili. Ma sono persone che tracciano una linea e ovunque vada quella linea la si può vedere, la distingui dalle altre e senti il rispetto che si deve ai puri. Nicole Bartolini27 1 follower

Raramente un libro è riuscito a smuovere emozioni talmente tanto radicate e profonde da portarmi alle lacrime. Questo si.
È una storia, quanto più reale, cruda e vera possibile, di coraggio e un immenso amore per l'ignoto e la montagna. Per quella montagna.
Daniele, innamorato dello stile alpino puro poiché probabilmente è quello che più esaspera il contatto con la montagna, ha passato una vita a superare i suoi limiti a far valere la sua idea di alpinismo e a scalare montagne per il gusto di superare il suo limite, per buttare un occhio al di là dell'orizzonte.
Traspare tutta l'intelligenza alpina di Daniele, la sua estrema conoscenza della montagna e rimane il suo più grande insegnamento: non è la vetta che conta ma la strada. Angelica Barcella110 5

Una passione è una passione, c'è poco da fare. Puoi non comprendere perché una persona sia così appassionata da qualcosa da farla diventare un'ossessione, ma non puoi giudicarla.
Non conosco l'alpinismo, so, o almeno, sapevo poco o nulla degli Ottomila, non capisco perché una persona debba necessariamente spingersi oltre i limiti, in situazioni chiaramente estreme e pericolose.
MA consiglio caldamente questo romanzo perché permette per un attimo di entrare nella mente di chi i limiti li vuole a tutti i costi superare, di chi si allena e tenta più volte una strada mai percorsa.2022 Silvia66 9

“Almeno una volta nella vita, a tutti dovrebbe capitare di incontrare un Daniele Nardi che con un sorriso ti spinge ad andare a vedere cosa c’è oltre la linea dell’orizzonte..” Alessandra Carati

La tristezza di comprendere solo a posteriori la forza, lÂ’eleganza e la purezza di un alpinista che era primo di tutto un uomo dal carattere un poÂ’ burbero ma diretto e sincero, con sogni grandiosi e un cuore grande. PlanetCatu42 1 follower

Mi è piaciuto molto! Nonostante io non sia per niente appassionata di alpinismo è nemmeno me ne intenda, è stata proprio una bella lettura.
Linguaggio semplice (con qualche termine tecnico che sono andata a cercarmi) che possono capire tutti. La parte descrittiva è molto realistica ed è semplice immaginarsi ciò che viene descritto.
Un libro molto bello che mi ha commosso e che mi rimarrà nel cuore (penso proprio che comprerò altri libri sul tema!). Madda6

Libro mozzafiato, che ti lascia incollato alla storia dalla prima all'ultima pagina. Ha uno sfondo drammatico, nostalgico. Un uomo che, alla ricerca di se stesso, si ritrova vivo solo sullo sperone Mummery, un colosso di pietra e ghiaccio del Nanga Parbat, una delle 14 montagne sopra gli 8000 metri. La storia di Nardi mi ha lasciato dei grandi interrogativi, ma anche degli insegnamenti che reputo utile riportare. Parlando degli sbagli, di quanto difficile sia compiere una scelta, Nardi ci dice che ci si deve affidare all'istinto, alla pancia, per non lasciare che la mente intacchi con i suoi ragionamenti strampalati e spesso sregolati. Come si può non appassionarsi? I suoi tentativi disperati sono riportati ordinatamente nel libro, facilmente tramandati e comprendibili. Questa lettura non è solo vana ricerca e sofferenza, ma è anche amore, curiosità, ironia.
Buona lettura!daring immersive raw ...more Alessandro Argenti258 4

Libro che trae successo dalla tragedia. Scritto in modo diretto, senza badare alla forma quanto piuttosto alla sostanza. Ognuno poi ha il diritto di farsi un'idea sul protagonista e ciò che lo spinge. Ho letto tantissimi volumi di montagna e questo, non ci fosse stato l'eco mediatico inevitabile, ce lo saremmo dimenticato sugli scaffali. Andrea Bertucci1 review

Libro appassionante, sincero, diretto così come il suo autore. L'amore viscerale per la montagna, la passione e il sogno, per alcuni forse impossibile ma non per Daniele che nel rincorrerlo ci ha perso la vita. Che siate amanti della montagna o meno non ha importanza: questo è un libro per chi ama vivere. Matteo Baggio53 1 follower

Libro da leggere tutto dÂ’un fiato; lÂ’alpinismo descritto nella sua essenza, nei suoi chiaroscuri, nelle sue ossessioni. Il modo in cui Nardi e la Carati descrivono i vari tentativi di scalata dello sperone Mummery ti accompagnano in modo coinvolgente e commovente fino al tragico epilogo. Poco importa se le accuse lanciate a Simone Moro sembrano essere effettivamente un poÂ’ tendenziose: anche questo fa parte del mondo, contraddittorio, dellÂ’alpinismo estremo. Alessia4

Bellissimo libro. Il primo che ho letto sull'alpinismo.
E' riuscito veramente a trasmettere tutto il suo amore per la montagna, l'alpinismo e il suo sogno che ha inseguito fino alla fine.
Nessuno racconta meglio di lui com'è vivere e stare sull'Himalaya.
Libro travolgente e letto tutto d'un fiato.
Lo consiglio anche a chi non è appassionato del genere.
Laurent Fine2

Breathtaking, moving, sensational. It is a compelling account but also a great book and a great piece of mountaineering, by a deeply intelligent man who also masters the Italian language to a rarely encountered extent. Ambra250 7

Coraggioso, testarlo, leale, sincero, con un grande cuore e un grande sogno nel cassetto. Ciao Daniele, è stato bello conoscerti attraverso le tue parole. Veronica133 4

Chi si sentiva minacciato dallÂ’ardore altrui, e lo doveva delegittimare, infangare, calpestare Claudia2

L'importante non è raggiungere la meta, ma come la si raggiunge ... Valentina4

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