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Memorie di una ladra de Dacia Maraini

de Dacia Maraini - Género: Italian
libro gratis Memorie di una ladra

Sinopsis

Attraverso la storia di una carcerata, Teresa, è possibile ritrovare il ritratto di una Italia povera e spregiudicata, intenta alla difficile arte della sopravvivenza.


Reseñas Varias sobre este libro



La storia di una donna dalla vita quanto mai travagliata, narrata in modo semplice, scarno, dalla stessa protagonista semianalfabeta, nell'Italia dalla Seconda Guerra Mondiale fino agli anni '70.
Mi ha convinta molto questo libro di Dacia Maraini, in cui la rocambolesca vita di Teresa Numa - una donna realmente esistita che la Maraini conobbe durante la sua inchiesta nel carcere di Rebibbia nel 1969 - viene raccontata con una lingua povera, senza fronzoli, come una serie quasi ininterrotta di piccole truffe, furti, borseggi, e mille altri espedienti per trovare un posto per dormire, per poter mangiare un pasto caldo; intervallati da soggiorni in varie carceri del paese e anche nel manicomio criminale di Pozzuoli. È simpatica, Teresa, suscita compassione per il mondo duro in cui si è trovata a vivere, suscita indignazione per le condizioni terribili nelle carceri e per essere stata rinchiusa senza alcun motivo in un manicomio criminale, ma alla fine si diventa esasperati da questa girandola continua di situazioni, perché, anche se lei dice: In carcere non ci voglio tornare più, Teresa non sembra avere la forza, la tenacia, ma neanche la possibilità di condurre una vita diversa, onesta, perché quella è l'unica vita che abbia mai conosciuto.brb4 l-altra-metà-del-cielo6 s DarkMiryam108 5

Uno dei motivi per cui amo Dacia Maraini è la sua capacità di dare vita e voce a personaggi totalmente differenti l'uno dall'altro e calarsi completamente nella loro parte.

Teresa è veramente esistita, la stessa Maraini ce lo conferma: "L'ho incontrata in un carcere nel 1969, le ho parlato per due minuti e ho capito che era il personaggio che cercavo”.

Attraverso un linguaggio schietto, disordinato e per niente colto, Teresa Numa ci racconta la sua storia. Ci par quasi di vederla questa donnina, 50 anni passati ma col viso di una trentenne, la cui unica colpa è quella di aver sempre bramato la libertà.

I ricordi d'infanzia si mescolano in un chiaroscuro di emozioni: un rapporto quasi tranquillo (ma insofferente) con la madre, alla quale rubava i bottoni dei vestiti migliori per giocare a bottonella con le amiche, un pessimo rapporto con un padre padrone che, alla morte della moglie, si mette in casa l'amante e la sorella di questa - perfide e ricattatrici. E numerosi fratelli, chè quasi ne perdiamo il conto -e forse l'ha perso anche lei.

Teresa sogna la libertà. E quando questa le viene offerta su un piatto d'argento (si fa per dire) quando il padre la sbatte fuori di casa, una gioia selvaggia la pervade. Ecco che, finalmente, potrà fare tutto quello che vorrà! Ma non sarà così facile, anzi. La ragazza dovrà barcamenarsi tra borseggi, truffe e contrabbando per riuscire a mettersi in tasca qualche soldo (speso, poi, con una rapidità impressionante),ma spesso e (mal)volentieri le cose prenderanno una brutta piega portandola in carcere.
E si sa: quando vieni pescato una volta, verrai pescato sempre, anche quando non hai colpe. E se poi hai un carattere come quello di Teresa, che non si piega alle leccate di scarpe (per non dire altro), rischi anche di finire al manicomio di Pozzuoli solo perchè hai guardato nel modo sbagliato la persona sbagliata.

Lo stile diretto e spesso sgrammaticato che viene utilizzato dalla Maraini per dar voce alla sua Teresa, quella voce ce la fa sentire davvero: un accento laziale, il tono arrochito dal fumo delle sigarette, i pensieri che se ne vanno liberi e senza filtri - tanto che, in un paio di punti, se ne scappa pure qualche bestemmia.
Ma è lla voce di un popolo che troppo spesso viene messo a tacere. Gente che, nel secondo dopoguerra, non ha potuto far altro che viver di espedienti per sopravvivere; persone senza una cultura (che Teresa vorrebbe tanto farsi in carcere leggendo qualche libro ma che non può fare perchè le viene negato di avere un paio di occhiali per vederci meglio); uomini e donne veraci, ma non stupidi, che si costruiscono un futuro da sè, come possono.
Ci sono i più furbi, che non si fanno acchiappare mai. Ci sono quelli che mettono la testa a posto, quelli che spariscono senza far più avere notizie di sè. Poi ci sono quelli che, come La Spagnola, ti restano vicini per tutta la vita, nonostante tutto e nonostante tutti. Infine ci sono quelli come Teresa che conoscono una sola strada e, per quanto facciano per uscirne, non riescono ad uscirne mai.

Teresa è una protagonista che ti ispira simpatia: la vorresti abbracciare, quasi, quando ti racconta dei soprusi subiti, specialmente nella lettura delle pagine in cui viene descritto l'ambiente del manicomio di Pozzuoli. Vien da chiedersi come abbia fatto a mantenere la propria lucidità mentale, come possa essere ancora viva nonostante le malattie non curate, le condizioni igieniche dovute all'ambiente carcerario e un paio di imboscate in cui la lama del coltello a lei indirizzato non sono andate - miracolosamente - a buon fine.
Forse perchè chi non ha davvero nulla da perdere non ha nemmeno nulla da temere.3 s Giulia Bruschi2

Splendido, sia per il realismo della prosa che per la storia di Teresa.3 s piperitapitta982 381

Dice Teresa, dico io.



Dice:
«Che vorrà dalla mano? Me la dovrà leggere come uno zingaro, mi vorrà leggere se ho un destino di ladra.»


Dico:
Mi è piaciuto in parte l'espediente adottato da Dacia Maraini, il suo voler dare seguito all'inchiesta condotta nelle carceri di Rebibbia agli inizi degli anni Settanta scegliendo di dare voce a una delle carcerate, Teresa, che in prima persona, con parole semplici e un linguaggio povero, ci racconta la sua storia.
La sua è una storia di miseria e ignoranza come tante, un'infanzia vissuta in stato di semi abbandono tra Anzio e Roma e poi in giro per l'Italia, e un alternarsi continuo di fughe, botte, furti, carcere, borseggi, manicomio criminale e poi carcere, uomini sbagliati e ancora carcere, il tutto filtrato dalla sua innocenza (iniziale) e dalla sua ingenuità (perpetua).

Dice:
«Facevo la sicura, ma il cuore mi girava in petto come una trottola»


Dico:
Ma alla lunga questo spaccato sociale, in cui da una parte ci sono i benestanti e dall'altra i miserabili, da una parte l'ingiustizia e dall'altra la legge, da una parte ci sono truffatori di tutte le specie capaci di truffarsi anche tra di loro ma anche pronti a slanci di grande solidarietà e generosità e dall'altra le persone 'comuni', cioè quelle che in carcere non ci vanno a finire, incapaci di compiere un solo gesto di umanità, ha finito per annoiarmi.
Va bene il racconto semplice, va bene il sapore picaresco, va bene Teresa la ladra che solo a immaginarmela con la voce di Monica Vitti già mi fa simpatia, ma io speravo di sentire anche quella di Dacia Maraini, a mio parere un po' troppo defilata.

Dice:
«Io volevo essere libera, ero sempre stata libera come un uccello di bosco, all'aria aperta, magari a mangiare pane e pomodoro, ma libera»


Dico:
Quello che in ogni caso ne esce demolito, già allora, è il sistema carcerario: inefficiente, sovraccarico, tutt'altro che mirato al recupero ma al disprezzo e allo spregio delle più elementari norme di rispetto dell'essere umano.
E le cose, ancora oggi, temo non siano cambiate granché.

Dice:
«Prendi la tua roba e esci.
La mia roba era niente perciò ho preso niente e me ne sono andata.
Dico: com'è che mi scarcerano?
Dice: sei assolta per inesistenza di reato; il giudice Dell'Alba ha fatto un errore giudiziario»


Dico:
Fine del commento.

Dice:
«In carcere non ci voglio tornare più»

autori-italiani dal-romanzo-al-film letteratura-italiana ...more2 s Federica316 112

Probabilmente sarà colpa del periodo (le letture dell'ultimo mese le ho quasi del tutto stroncate), ma purtroppo non mi ha coinvolto e convinto più di tanto.

All'inizio era una lettura abbastanza piacevole, nonostante non mi stesse entusiasmando più di tanto, ma, più andavo avanti, e meno avevo voglia di continuare a leggere. La storia di Teresa è diventata ripetitiva, il che non sarebbe neanche un grosso problema, se non fosse che è lei stessa a restare sempre uguale, a compiere sempre gli stessi sbagli e a mostrare sempre la stessa ingenuità -che all'inizio può anche suscitare simpatia, ma a lungo andare mi fa solo alzare gli occhi al cielo e mi fa pensare di nuovo?. È toccante in certi passaggi, non lo metto in dubbio, ma l'ho trovata anche esasperante

Le biografie mi interessano, maggiormente se raccontano vite così lontane da quella che è la mia realtà, ma presumo ci sia un limite all'interessamento che questo genere può suscitarmi.2 s ferrigno543 91

Memorie di una pìcara

Dacia Maraini racconta la storia di una donna che sopravvive di piccoli furti e truffe in una Italia del dopoguerra sporca. Affamata e cinica, per lei gli affetti sono dei lussi ma, nonostante tutto, la protagonista ogni tanto si concede. Lo stile è sorprendente per quanto è diretto ed essenziale, la retorica che -ad esempio- trabocca in "La storia" di Elsa Morante, qua è COMPLETAMENTE assente. Ha la struttura del romanzo picaresco. Considerando il periodo in cui è stato scritto sorprende per la modernità, per una visione della condizione femminile che è già post-femminista.
1 Cassandra113 49

Teresa, che parla in prima persona con una sintassi e un lessico da semi analfabeta, è un personaggio talmente vivo e "reale" che alla fine ti sembra di conoscerlo: tifi per lei, ti addolori per la sua (mala) sorte, speri che in qualche modo ce la faccia.

Perché lo stile leggero, da romanzo picaresco, maschera una storia drammatica, frutto di un'inchiesta approfondita sulle carceri femminili in Italia nel '900.

Unica pecca: forse è un po' troppo lungo.romanzo1 Nicholas Stocco14 10

‘Memorie di una ladra’ è un romanzo pubblicato nel 1972 dalla scrittrice italiana Dacia Maraini. Racconta la vita di Teresa Numa, personaggio ispirato a una donna realmente esistita, e delle sue esperienze come rapinatrice, ladra e prigioniera in diverse carceri italiane.

Struttura: Il libro ha una lunghezza di 304 pagine, organizzate in 36 capitoli, che hanno come titolo la prima frase (o parte di essa) del capitolo stesso. La narrazione rispetta l’ordine cronologico: inizia nel 1917, con i primi ricordi d’infanzia di Teresa, e arriva fino agli anni ‘60, momento in cui racconta la sua storia.

Contenuto: Il romanzo racconta dettagliatamente la vita rocambolesca di Teresa Numa, dall’infanzia fino all’età adulta. Teresa nasce ad Anzio, vicino a Roma, nel 1917. Ha diversi fratelli, con cui non ha mai avuto un rapporto molto intimo, e, dopo la morte della madre e il nuovo matrimonio del padre, decide di abbandonare il tetto familiare a causa di attriti con la matrigna. A 18 anni è coinvolta in una violazione di domicilio, ma riesce a sfuggire alla prigione, e poco doposi sposa con Sisto, un ferroviere con cui avrà un figlio. Anche questa relazione è turbolenta, sia perché il marito è infedele, sia perché le sue sorelle non approvano l’unione e così riescono a farla rinchiudere in un manicomio con un pretesto. Si trasferisce a Roma, dove viene in contatto con gruppi malavitosi di ladri e prostitute che saranno la sua salvezza e la sua condanna: tra furti di portafogli, vendita di sigarette, frodi alimentari e riciclaggio di banconote false, alterna periodi di grande ricchiezza e lussi sfrenati con epoche di miseria e, ancora peggio, di carcere in condizioni inumane.
Attraversa l’Italia da Sud a Nord scappando dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale, è ricoverata all’ospedale a causa di una peritonite, conosce e si fidanza con un uomo, Ercoletto, con cui cerca di costruirsi una vita ma le ricadute nel mondo della criminalità saranno frequenti e non la terranno mai troppo lontana dalle galere italiane.
Uno dei punti più interessanti della storia sono proprio le condizioni e gli equilibri che sperimenta quando è in prigione: vive in stanze umide e sporche che è costretta a condividere con altre prigioniere con cui ha relazioni a volte amichevoli e a volta conflittive; soffre la fame e molti problemi di salute per via del cibo scadente e limitato. Allo stesso tempo, racconta come altre detenute ricevano pacchi di cibo, vestiti e sigarette dai familiari, grazie ai quali possono scambiare prodotti fra di loro e migliorare le loro condizioni.
Teresa però è sola, perché nessuno della sua famiglia vuole avere a che fare con lei, a parte un fratello, Orlando, che è frequentemente in carcere. Orlando ha un figlio, Orlandino, di cui Teresa inizia a prendersi cura come se fossesuo, ma che è costretta a lasciare tutte le volte che deve scontare una pena.
Il romanzo termina, di nuovo, in carcere: Teresa è ormai sulla cinquantina, è stanca di fare questa vita e si auspica che, una volta libera, possa trovare un lavoro legale e vivere serenamente con Ercoletto e Orlandino.

Stile e registro: Maraini ha scritto un vero e proprio romanzo picaresco. In ‘Memorie di una ladra’ il narratore coincide con la protagonista, infatti tutti gli eventi sono raccontati da Teresa in prima persona, proprio come se si trattasse delle sue memorie di vita.
Per questa ragione, il registro è orale e familiare. Troviamo moltissime strutture tipiche dell’oralità, come il ‘che’ polivalente o la dislocazione (pag. 98: Ammazzala che faccia tosta questa Dina!; pag. 101: Dice: m’ha parlato di te Carluccio. Dico: ah sì, Dice: sei sempre con Dina? Dico: sì; pag. 128: La zingara lo sapeva che doveva arrivare quel giorno; pag. 129: Lo usano i muratori che infatti mio cognato faceva il muratore; pag. 130: quella, Maria, guardava dalla finestra. Dopo me l’hanno detto, ma lì per lì io non lo sapevo; pag. 139: arriva un professore, il professore Matteacci, Matteotti, un nome del genere) e, data la scarsa istruzione della narratrice, sono frequentissime le espressioni di registro popolare e basso (pag.99: basta che lo lisci un po’ e ci casca; pag. 108: il mondo è fatto a cazzo di cane!; pag. 114: Diceva così acciocché poteva brancicare il portafoglio a questo e poi mandarlo a quel paese; pag. 129: Una era dentro per omocidio e l’altra per omicidio pure; pag. 144: Sapevo che quello s’era incanaglito brutto) e anche errori grammaticali, come l’accusativo preposizionale, che in italiano standard non è corretto (pag. 126: A me mi piacciono troppo gli uomini; pag 126: A me non mi racconta niente nessuno; pag. 131: Venerina picchiava a una perché questa picchiava a a Maria).

Interesse didattico: ‘Memorie di una ladra’ è consigliato soprattutto a un lettore di livello intermedio alto o avanzato. Si tratta di un romanzo complesso per la forma e il registro con cui è scritto, non adatto a un lettore che non abbia ancora chiare tutte le strutture (corrette e standard) della grammatica italiana. Dal punto di vista del vocabolario, non ci sono grandi difficoltà, eccetto alcune espressioni di uso colloquiale che possono risultare poco chiare.
A parte ciò, il romanzo è ricco di tematiche, visto che l’autrice si è ispirata a una carcerata realmente esistita che lei stessa ha conosciuto e intervistato. Il testo offre uno spaccato sulla società italiana del XX secolo: il ruolo della donna nella famiglia, il mondo sommerso della piccola criminalità, la povertà, le condizioni miserabili delle carceri. contemporanei Cristina 119 1 follower

Un'Italia che non c'è più è quella che descrive Dacia Maraini in questo romanzo nato dopo l'incontro con una detenuta durante l'inchiesta sui carceri di Rebibbia nel 1969.
Questa è una storia vera; è la storia di Teresa Numa , una donna che ha passato tutta la vita ad entrare ed uscire dal carcere a causa dei numerosi furti e borseggi che faceva per sopravvivere. E' Teresa stessa che ci racconta la sua storia in questo romanzo picaresco, con un linguaggio popolare pieno di espressioni e parole colorite in un flusso di coscienza.
La vita di Teresa è uguale a molte donne sole del dopoguerra, quella che ci racconta è quella dei bassifondi, dei derelitti, in mezzo ai ladri, tuffatori e prostitute.
Cacciata di casa da adolescente conosce presto la fame, il non avere una dimora fissa. Anche gli uomini che incontra sono tutti sbagliati.
E' un romanzo tragico- comico e le peripezie di Teresa se da un lato ci ispirano compassione dall'altro ci strappano anche un sorriso, la sua ingenuità è disarmante, entra in carcere anche da innocente talvolta per buonafede. A volte sarei voluta entrare tra le pagine del libro per scuoterla, per dirle di condurre una vita onesta, con un vero lavoro.
Attraverso Teresa, Dacia Maraini mette a nudo le condizioni disumane dei manicomi, dei carceri, delle donne negli anni del dopoguerra; ci racconta la vita dei bassifondi in una Italia che non esiste più. Il romanzo mi è piaciuto molto anche se alla lunga, soprattutto l'ultima parte che ho trovato ripetitiva, diventa leggermente stancante.
Piccola curiosità: per tutta la durata del libro, il personaggio di Teresa l'ho immaginato con il volto e la voce di Monica Vitti che l'interpretò nel film Teresa al ladra. Jorge Ministral254

Con una infancia desordenada y no exenta de violencia, Teresa Numa se convierte una mujer rebelde que no quiere llevar una vida sometida a ningún hombre ni familia que la exploten, y decide vivir libre de lo que pueda, que generalmente es del robo, el fraude, la estafa y distintas formas de delincuencia.
Sola o con alguna colaboradora se hace con las carteras de sus víctimas masculinas mientras las distrae con carantoñas y toqueteos, pero rechaza la prostitución.
Teresa va yendo de ciudad en ciudad y de cárcel en cárcel, en una época en que las carencias sanitarias, de alimentación e higiene son a menudo estremecedoras.
Sus penalidades y peripecias a lo largo de toda Italia recuerdan a la novela picaresca española tipo "El lazarillo de Tormes", aunque cuatro siglos después.
El estilo resulta un tanto repetitivo, ya que las historias son todas muy similares. Luca Frasca383 6

Un’altra notevole prova della Maraini abilissima nel tratteggiare, da un romanzo all’altro, figure femminili affatto differenti.
La scrittura, così ricercatamente semplificata ed a tratti sgrammaticata, conferisce notevole credibilità alla voce narrante.
L’autrice racconta tribolazioni e miserie della sua protagonista con un tono leggero che restituisce per intero la grande vitalità di questa donna sfortunata: Teresa, aggrappata con forza alla vita, subisce le malversazioni della quotidianità senza abbattersi, vivendo e godendo dell’attimo presente, incurante di progetti a lunga scadenza, ma sempre coerente con se stessa e conservando intatto il suo candore. Chantal913 27

A mí me ha gustado mucho. Su narración se puede hacer algo densa para algunas personas porque no tiene guiones (al estilo Sally Rooney), pero personalmente para mí no ha sido impedimento para disfrutar de la lectura. Me ha gustado mucho la forma de escribir de Dacia, así como la forma de narrar la novela e ir conociendo la vida de Teresa Numa. Me angustiaba cada vez que entraba en la cárcel, así que supongo que el cometido de la autora está conseguido ya que he podido meterme en la historia. Creo que no es una lectura para todos los gustos, pero al menos con el mío ha acertado.bookshelf read-in-2023 Karina Montalvo191 11

Esta novela no pretende empatizar con la protagonista, sino explicar el contexto y las condiciones que permean el sistema que derivan en crimen, y que se perpetúan dentro de este. Además, presenta un punto de vista femenino, desde el cual, su lucha no sólo es de clase, sino también desde su condición de mujer. fuera g-novela sg-crimen ...more Angelica33 5

Di travelli cecchi e di un mondo reale e crudo tanto quanto lo stile di questo libro. Grazie a Dacia Maraini per essere stato un punto importante per la nostra indipendenza e il cambio di paradigmi che poi in fondo è la libertà

Kudos per l’edizione del ‘74 bellissima e profumatissima Laura CostantiniAuthor 39 books83

Capisco che è una testimonianza importante di un periodo storico. Ma come lettura non mi ha appassionata. Ho smesso di leggere a pagina 103. Peccato. Valeria Nicoletti201 14

Un capolavoro linguistico e storico di una delle più prolifiche autrici italiane, un'acuta osservatrice, da cui abbiamo tantissimo da imparare. Stefyemme13

Un personaggio molto particolare. Carolina Möller5

No lo pude terminar de tan aburrido que me resultó. Muy reiterativo vilen7

Leí la edición de 1973 de Ediciones de la Flor.
Excelente historia, triste y atrapante. Aclaro la edición porque la traducción es excelente, a un español bien argentino María Pique18 2

La historia de Teresa Numa, que transcurre en cárceles, pensiones y el hampa en distintas partes de Italia, la 2da guerra, la amistad, la maternidad, la pobreza, el amor, la familia. Un gran libro cuya primera edición en español fue argentina en 1973, de una autora no lo suficientemente reconocida. Hex75978 52

altro che i romanzi criminali: dacia maraini, senza il minimo accenno di retorica e senza strafare con il tono popolare ci porta nella vita di teresa, ladra per necessità e poi perchè in fondo non c'era meglio da fare.
ed è una storia di truffe, di furti (ovviamente), di povertà e di carceri (compreso l'infame manicomio criminale), raccontata col sorriso sule labbra di chi non vuol darsi per vinto ma senza neppure un briciolo di autocompiacimento, con rudezza ma senza per forza fare i trucidi, senza neppure calcare troppo la mano col romanesco (che c'è ma non schiaccia mai la lingua italiana: occhio al "dice" che ritroveremo decenni dopo in pennacchi!), e con realismo disarmante, perchè la maraini evidentemente sapeva di cosa stava parlando, mantenendo sempre per tutto il libro il rispetto per la protagonista che in fondo è una vittima degli uomini, della famiglia, della società e -per usare un termine temo desueto- del sistema.
la storia passa affianco a teresa senza quasi sfiorarla (se non per il fratello comunista e per l'incredibile capitolo sotto le bombe in sicilia, uno dei vertici del libro), il mondo cambia (anche quello criminale, come si nota dagli accenni sempre più frequenti alle tossicodipendenti in carcere man mano che passa il tempo) ma lei è troppo presa dal sopravvivere per farci caso: tra un periodo e l'altro in carcere gli anni passano ma noi quasi non ci facciamo caso, presi a seguire le sue disavventure e i suoi rari ma effimeri momenti di tranquillità.
libro dal piglio cinematografico (e difatti ci fecero subito un film), "memorie di una ladra" scorre velocissimo: da recuperare! italia_novecento Carmen30 1 follower

" negociaba el precio, cobraba, volvía a la fábrica de aceite, siempre alerta para que no nos descubrieran los guardias. retomé mi vida de antes y el aburrimiento se esfumó de golpe'novela Monica Riva190

Mi è capitato per caso fra le mani e per caso ho iniziato a leggerlo: l'ho finito nel giro di 24 ore!
La storia di Teresa appassiona, ci riporta indietro nel tempo, quando il nostro paese era povero e affamato.
Teresa, la protagonista, è una donna che subisce mille ingiustizie, mille tribolazioni e tante umiliazioni e, malgrado sia di fatto una ladruncola che vive di espedienti ha una sua morale e dei suoi principi, e soprattutto ci conquista con la sua ingenuità e spontaneità.
Memorie di una ladra è anche un romanzo corale che racconta il mondo degli esclusi, dei perdenti e soprattutto parla delle donne, escluse tra gli esclusi, indifese tra gli indifesi, che malgrado tutto resistono alle avversità, trovando il modo di "arrangiarsi" arlecchinamente.
Infine questo romanzo è anche una denuncia sul mondo carcerario italiano del novecento, con i suoi abusi di potere e le sue violenze.
Maria Chiara Maestri812 9

Teresa Numa è una donna che riassume in sè tutte le donne spesso usate dai propri uomini e che, stupidamente, credono che tacere sia conveniente. Teresa, nel finale, dimostra poi di non essere una vera criminale, come il fratello, ma di essere in grado di affrancarsi da quella vita, stanca di tutto quello che ha subito. incipit mania2,589 65 Want to read

Incipit

Mia madre aveva quindici anni quando ha partorito il primo figlio ...
Memorie di una ladra incipitmania.commaraini-dacia ele97 6

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