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Il padre infedele de Antonio Scurati

de Antonio Scurati - Género: Italian
libro gratis Il padre infedele

Sinopsis

ROMANZO FINALISTA AL PREMIO STREGA 2014 "Forse non mi piacciono gli uomini." Il giorno in cui tua moglie, all'improvviso, scoppia a piangere in cucina, è una piccola apocalisse.
Uno di quei giorni in cui la tua vita va in frantumi ma giunge, anche, per un attimo, a dire se stessa. E allora Glauco Revelli, chef di un ristorante blasonato, maschio di quaranta anni, padre di una figlia di tre, va alla ricerca della propria verità di uomo. Dall'ingresso nell'età adulta, l'innamoramento, la costruzione di una famiglia, la nascita e l'accudimento di una figlia, fino al disamore della moglie (che gli si nega dal momento del parto) e al ritorno feroce degli insaziabili demoni del sesso, tutto è passato in rassegna dal suo sguardo implacabile e commosso.
Con "Il padre infedele" Antonio Scurati scrive il suo libro più personale, infiammato dal tono accorato della confessione e, al tempo stesso, il romanzo dell'educazione sentimentale di una generazione.


Reseñas Varias sobre este libro



Voto: 2 e 1/2

Leggere un libro candidato al Premio Strega non sempre risulta una buona idea. Anzi, spesso, diventa l’incipit di un’ indagine a più ampio spettro sulle direzioni che sta prendendo la narrativa italiana.
Il padre infedele è un romanzo scritto in forma diaristica, nel quale il protagonista tenta di raccontare gli aspetti positivi e negativi della vita alla figlia. Volendo riassumere a partire dal prologo, direi che è la storia di un uomo che ha capito, in seguito alle lacrime della moglie, che la sua vita coniugale è finita, per poi propinarci il racconto letterariamente arzigogolato di come è arrivato a tal punto. Fine. A condire il tutto ci sono la pubblicità della famiglia felice della Barilla, una visione piuttosto animalesca e misogina del sesso, una prosa altisonante e spesso complicata. Con ciò non voglio dire di non aver apprezzato l’elogio della lingua che solo un docente del calibro di Scurati avrebbe potuto regalare, ma in molti casi si verifica un effetto rebound, per cui il consistente utilizzo di subordinate rende la lettura faticosa, restituendo la sensazione di dover tradurre ciò che si sta leggendo come in presenza di una versione tratta dai testi di Cicerone. Certo, a narrarci la storia è Glauco, un laureato in filosofia che poi diviene chef, ma essendo un memoir rivolto alla figlia credo che avrebbe dovuto avere un altro registro, sicuramente meno alto-borghese e proustiano.
Non siamo in presenza di un cattivo libro, attenzione, ma credo che le mie aspettative fossero ben più alte rispetto a ciò che ho ritrovato tra le pagine. Se voleva essere uno spaccato generazionale della realtà genitoriale, Scurati è riuscito in poche occasioni a lasciar trapelare una sottile critica nei confronti di chi decide sempre più tardi di diventare madre/padre. A rendere il tutto ancora più antipatico è inoltre l’atteggiamento egoistico del protagonista, un edonista moderno al quale è interessano solo i propri sentimenti e non si accorge di ciò che subiscono gli altri (tanto da non rendersi conto della depressione post-partum della moglie).
In sintesi, lo stile di Scurati non accompagna bene il quadro ironico di una caricatura umana che sembra essere l’input dal quale è nata questa storia. Spero che gli altri libri di questo autore non seguano la stessa corrente, altrimenti mi sarebbe ancora una volta palese il motivo per cui preferisco la narrativa anglosassone a quella italiana.narrativa15 s Mosco398 40

Gasp!
ma una via di mezzo fra chi scrive così: "Sono a novemila metri di altezza e sto morendo. L’aria si blocca dentro al petto, non va giù. Ho il fiato mozzo e un macigno sul petto. Soffoco. Da due giorni respiro male. Pensavo fosse ansia: è un periodo di centocinquanta cose insieme. Invece sto morendo soffocata." (bignardi) e chi scrive così: "Sono un insetto biblico, un animale del Levitico, avanzo sul posto con movimenti desultori, striscio discontinuo come un invertebrato, le mie estremità sono ottuse, la mia cuticola non è più fatta di materia vivente, striscio e gemo, paio un caimano che si avviti con il corpo scaglioso nella melma priva di ossigeno per raggiungere di soppiatto l’acqua chiara di un fiume australiano" (Scurati) non ce lo meritiamo, no?
Fra chi usa e stiracchia 300 parole in tutto il libro e chi ci infila "eudaimonia"? duppalle, ecco.
Spocchioso, fastidioso, pasticcione: "il tasso medio di figli tra le madri italiane era di 1,19, quando il tasso di riproduzione della specie era pari al 2 per cento. Mancavano ben 0,81 punti percentuali a scongiurare l’estinzione." UH? 2% de che? 1,19 de che? sarebbero figli per donna, non percentuali, secondo me. Quando si fa i filosofi spocchiosi che ne sanno, non si devono fare di questi pasticci. (per chi se lo fosse perso, è nella cinquina dello strega. che vincerà, secondo me. chissà perché leggo straniero, eh?)
EDIT: E' arrivato secondo, ho sbagliato. Per 5 punti sui 140 del vincitore. Devo portare la sfera di cristallo a revisionare.
10 s Ficie281 12

Un'enorme perdita di tempo. Una storia priva di interesse raccontata da un personaggio superficiale, misogino, reazionario e logorroico. Insomma, un uomo come tanti che ho conosciuto, e di cui non ho voluto approfondire la conoscenza. Trite e scontate le continue riflessioni sulla paternità.
Fastidioso e controproducente lo stile contorto usato in ogni singola frase.

Infine, tre domande:
1. Come ha fatto un libro così inutile a venire anche solo proposto per un premio?
2. Qual era lo scopo dell'incipit, mai più ripreso?
3. Perché diavolo tutti i personaggi stranieri (a parte le prostitute romene ed africane, che essendo donne scendono automaticamente in secondo piano) sono, misteriosamente, catalani? Che razza di strana ossessione è mai questa?8 s Sub_zero696 300

Imagina que tu esposa, de la que llevas enamorado casi una década y con la que compartes una hija de tres años, se despierta una buena mañana y anuncia que "tal vez no le gustan los hombres". Entonces, tu plácida y apacible vida de repente se derrumba. O quizá te das cuenta de que nunca fue tan plácida o apacible como pensabas. Que el dulce sueño, ese cálido espejismo al que llevabas tanto tiempo aferrándote, ya no existe y ahora tienes que evitar hacerte sangre con los cortantes pedazos esparcidos a tu alrededor. Así pues, la demoledora declaración de su mujer ejerce como el detonante necesario para que Glauco Revelli, protagonista de El padre infiel, decida él mismo comenzar a escribir su propio y revelador testimonio. De esta manera, Revelli elabora un profundo y sinuoso esbozo de su peculiar psicología, de sus elevadas aspiraciones laborales, de sus experiencias como padre o de su relación con un entorno social revolucionario y cambiante que poco a poco ha ido transformando los valores con los que creció hasta hacerlos prácticamente irreconocibles. Sin embargo, toda esta luz que Revelli arroja sobre sí mismo evidenciará además la existencia de oscuros y retorcidos demonios...reto-20156 s Ana Cristina Lee703 292

Había leído buenas críticas de esta novela, pero la verdad es que me ha parecido flojita.

El drama familiar se nos presenta con un lenguaje cotidiano y muy realista pero la verdad es que no me ha emocionado ni me he identificado con los personajes.

Creo que trata temas interesantes, como el mundo de la gastronomía - el protagonista es cocinero - o los cambios de rol en el matrimonio actual, con una esposa que de un día para otro descubre su condición de lesbiana. Pero el conjunto no funciona demasiado y las 240 páginas se me han hecho largas.contemporánea costumbrista5 s Riccardo C.14 6

Il padre infedele è un romanzo che rientra perfettamente, decisamente troppo, nei canoni di una determinata e riconoscibilissima produzione letteraria italiana contemporanea. Chiusi tra le mura domestiche, molti autori si concentrano su esperienze minime del quotidiano, su temi sociali ed esistenziali contemporanei. Certamente non può essere di per sé un male, però ogni tanto si sente la nostalgia di romanzi più audaci, più immaginifici, se vogliamo anche più artificiali. Non trovate? Il padre infedele non è di certo un romanzo coraggioso, resta comodo comodo in un solco già tracciato...

http://www.lamacchiaumana.blogspot.it...

Ciò che potrebbe potenzialmente essere interessante si rivela molto poco incisivo. Scurati corre inoltre spesso il rischio di sconfinare nella parodia e nell'esagerazione. Non ho trovato una grande sensibilità nel saper dosare e variare l'intensità dei vari episodi narrati. Ad esempio, un viaggio in macchina con la figlioletta frignante ha per assurdo lo stesso peso e la stessa centralità di un momento, per me decisamente più importante e delicato, come la crisi post parto della moglie. Quest'esasperazione di ogni episodio, che fanno parte della quotidianità per ogni genitore e in ogni famiglia, è fuori luogo. Stanca e disorienta inutilmente il lettore. Il rischio è di trattare aneddoti vari con una drammaticità talmente esagerata da risultare una parodia, come quei comici che con i loro monologhi ridicolizzano vari aspetti della vita quotidiana. Ecco allora tutto il repertorio a cui attinge Scurati: dagli esercizi preparto alle mode pedagogiche più disparate, dalla ninnananna all'isteria consumista per i prodotti per bambini, non mancano nemmeno le notti insonni dei genitori.

Ciò che dovrebbe fare da contorno diventa invece materia forte del romanzo, sgretolandone il progetto. Credo che il tema della paternità che si voleva esaminare fosse di ben altro spessore. Questo del resto ne Il padre infedele talvolta emerge, ad esempio evidenziando l'anomalia contemporanea di avere figli sempre più tardi, quasi come un capriccio più che per un'esigenza. Nulla risulta sufficientemente incisivo o memorabile. Nulla riesce a staccarsi fino in fondo dalla patina da confessione intimista, ciò che c'è di interessante purtroppo si perde in dettagli di poco conto.

A questo senso di confusione e distacco contribuisce moltissimo lo stile e le scelte linguistiche utilizzate da Scurati. C'è molta ricercatezza per i termini usati, spesso molto carichi, quasi a voler rendere epico ciò che invece è banale e quotidiano. Non mancano le citazioni e i riferimenti colti. Scurati appronta una narrazione piuttosto elegante e ricca, alle volte oscura e ampollosa. Adesso, a me certo non spaventa la complessità e non credo che necessariamente un romanzo contemporaneo debba essere accessibile e scorrevole, anzi, apprezzo anche chi osa uno stile più aspro. Il problema è che in questo caso quest'esagerazione retorica e concettosa è una patina che non valorizza per niente il testo, non penetra a fondo, non è funzionale. Anzi, accentua quell'idea di parodia ed esagerazione che tanto penalizza il romanzo. Non è possibile che ogni momento ne Il padre infedele abbia la stessa intensità stilistica, lo stesso ritmo drammatico. È fuori luogo e alla lunga noioso perché non è un virtuosismo stilistico ben congegnato e vivace.

Certo, si potrebbe pensare che questo stile rifletta la scrittura e il pensiero di Glauco e non di Scurati. Però in questo caso il gioco tra scrittore e narratore, cuoco laureato in filosofia, avrebbe dovuto essere più scoperto. Magari adottando fino in fondo una struttura da diario? In ogni caso, se fosse anche una pura confessione intimista, non mi pare sufficientemente coinvolgente. Se invece Il padre infedele avesse voluto veicolare temi ed esperienze di più ampia portata, non credo ci sia riuscito.

Insomma, tante parole per dire una cosa semplicissima: Il padre infedele non mi ha lasciato molto, letto e presto dimenticato. Mi sembra il classico libro a tema biografico-esistenziale come ce ne sono tanti, senza nessun guizzo particolare, ma con una presunzione stilistica esagerata. La scelta di valorizzare dei temi molto comuni con una tensione drammatica molto elevata non ha pagato per niente. Non c'è niente di così innovativo. Anzi, spero vivamente che non fosse nelle intenzioni di Scurati di inseguire un'analisi generazionale, perché mi stanno cominciando a stufare.
3 s sinepudore236 6

Perché ostinarsi? mi chiedo. Perché l'amore, mi rispondo, è l'ultimo dei cieli che ci sono crollati sul capo.
#quote2 s Pupottina584 61


Un libro particolare, diverso dal solito, dallo stile ricercato e intriso di dissertazioni che portano a profonde riflessioni. Un libro complesso, come complessi sono i sentimenti. Scritto quasi come se fosse un monologo che il personaggio stila per ripercorrere le fasi, veramente importanti, della sua vita, quelle che l’hanno portato alla consapevolezza di essere diventato padre e non più soltanto un uomo, un marito e un amante irrequieto. Un libro pregno di così tante sfumature, pensieri e riflessioni che leggerlo una sola volta non basta. Un libro che può essere preso in qualsiasi momento della vita per sfogliarne le pagine e leggerne una a caso, affinché possa aprire un mondo di possibili, irrefrenabili riflessioni sull’esistenza, sulla quotidianità, sulla banalità della vita, sull’essere umano in generale e sull’importanza di taluni sentimenti che portano a scelte prioritarie, più o meno, consapevoli. Un romanzo che indaga la società partendo da un singolo individuo, un uomo qualunque, che affronta la giornata cercando di sbagliare il meno possibile e non sa tenere a bada i suoi pensieri peccaminosi, tormentato com’è dai “demoni” della propria sessualità.
E se questo non bastasse a definire il romanzo IL PADRE INFEDELE di Antonio Scurati bisogna leggerlo e rileggerlo, analizzarne e coglierne quella che, svelata fra le righe, è la sua vera essenza: l’amore.
Glauco Revelli è un giovane padre nella Milano di oggi, che si destreggia tra famiglia e lavoro per superarne, di volta in volta, le problematiche che si presentano. Quando sua moglie Giulia gli rivela che forse gli uomini non le piacciono più, arriva il momento profondo della riflessione. È uno spunto, un pretesto, un input per analizzare da principio il proprio vissuto e cogliere il momento del fallo, dell’errore, del non compreso che ha pregiudicato la situazione attuale. È difficile per Glauco comprendere. Però, i suoi problemi sono gli stessi affrontati da tutta la sua generazione nel compimento pratico dell’attuale educazione sentimentale.
È un libro che parla in primis agli uomini, ma che aiuta le donne a comprenderne i meccanismi alla base dei loro ragionamenti.

http://youtu.be/j8B0LmanulU
alfabeto-autore esimio-sconosciuto narrativa ...more2 s Alfredo Scognamiglio87 6 Read

Secondo posto al Premio Strega di quest'anno dietro a Francesco Piccolo.
L'ho letto per primo perchè se ne parlava un gran bene.
Un padre dei nostri giorni, terribili giorni, quasi mi viene da dire, ripercorrendo il racconto di Scurati.
Ma come è che siamo arrivati qui, sembra chiedersi il Padre del titolo.
E' un milanese, chef sempre alla ricerca della prima stella Michelin che lo proietterebbe nell'iperuraneo mondo della gastronomia modaiola e pervasiva che come ha detto qualcuno slitta verso il Kitsch metropolitano.
Quando ha la ventura di diventare padre di una bambina, perde contemporaneamente l'amore della moglie afflitta da depressione post-partum e perde se stesso dietro improbabili percorsi di tradimenti, alcolismo e tentativi maldestri di carriera nel Food design.
Ancora un romanzo cosiddetto generazionale ed ancora un tentativo di miscelare riflessione filosofico-esistenziale con il racconto del quotidiano post-industriale recessivo svagato e smarrito.
Si è capito che questo "genere" non mi piace?
Ebbene si anche il Siti dello scorso anno allo Strega non mi era piaciuto per lo stesso motivo.2 s Stefano234 8

Onestamente, non riesco a dare un giudizio positivo.
La storia potrei anhe capirla, ma è davvero eccessivamente elucubratoria. Non che abbia qualcosa contro i romanzi cerebrali, ma devono essere supportati da una scrittura veramente forte per non scadere nel noioso o nello sconclusionato. Purtroppo Scurati, che ho apprezzato nei primi due romanzi sulla storia di Mussolini, con la sua prosa non riesce a sostenere il peso della sua stessa narrazione.
Se a questo ci aggiungiamo una scrittura che ho trovato eccessivamente ampollosa e arzigogolata, cosa per altro notata anche in altri suoi saggi, la lettura ne risente grandemente, fino a sfiorare la noia in alcuni tratti.circolo-lettura-20211 Elalma811 88

Potrebbe essere letto come un grido d'amore verso la figlioletta da parte di un padre che si sente inadeguato. Ma è molto scontato, troppo. Sia perché sono molte le pubblicazioni (di madri, è vero, ma la sostanza è la stessa) di genitori consapevoli del loro ruolo, che si sentono così diversi dalle generazioni che li hanno preceduti, sia per il senso di vuoto e di sfiducia verso il mondo intorno, per nulla adatto a crescere dei figli, provato inevitabilmente da molti. E anche lo stile è pomposo e inutilmente ridondante; tuttavia, l'empatia viene spontanea e anche la simpatia, perché fin'ora a sentirsi inadeguate e "infedeli" verso i figli eravamo noi madri.
italiana1 Sandra79 8

Barboso , noioso, sproloquiante. Un manuale contro i padri falliti? Un diario ? Un saggio ? "che roba è questo libro " . Inutile dirvi che lo sconsiglio vivamente . 1 Chiara (Catullina)295 69

Le seghe mentali di un milanese spocchioso maschilista.
Antipaticissimo e noioso.1 Paolo Ventura316 1 follower

...abbandonato al 52% ...proprio non mi ha "preso", probabilmente ho aspettato troppo a metterlo via.
qualche volta (in passato molto di più) è un piccolo (grande) dispiacere abbandonare una lettura, ma per fortuna ora ne faccio meno una malattia.
tempo risparmiato! viceversa perso quello dedicato all'opera "indigesta".
...la cosa più attraente/interessante (o "ingannevole" nel mio caso) il titolo.



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Va così, di questi tempi: è l’ideologia del supermercato a creare nella mente maschile la psicologia del marito.
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Convocai tutti i miei eroi culturali perché mi sostenessero in quella lotta impari. Citavo Hegel (“È dal travaglio del negativo che nascono le cose”); citavo Hemingway (“Qualunque cosa ti facciano, quando qualcuno ti amerà tutto sarà cancellato”); citavo Nietzsche (“Tutto ciò che accade per amore, accade al di là del bene e del male”).
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È lì, tra minestrine, unghie tagliate e feci che il nostro destino si compie. E così sia.
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Non avevamo quasi più desideri che non si riducessero a bisogni, tutti soddisfatti. Raramente azzardavamo un programma di vita che andasse oltre l’orizzonte del weekend. Pochi, pochissimi tra noi si avventuravano in pensieri a lunga gittata, in prospezioni di archi temporali che abbracciassero l’intera esistenza. Quasi nessuno si azzardava oltre questa misura. Ed era inutile girarci attorno: la più vistosa, e per questo ignorata, evidenza della nostra ingenerosità verso noi stessi, del nostro braccino corto con la vita, era la nostra infecondità generazionale. Lamentavamo spesso l’altrui incapacità di progettare il futuro ma tendevamo a dimenticare che al di là di tutto, da che mondo è mondo, fare figli era il gesto principe di ogni pensiero del futuro. E noi, favoriti dalla sorte, facevamo pochi o nessun figlio.
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Il punto cruciale è invece un altro: perché ogni volta che ho desiderato un’altra donna o un’altra vita ho sentito di tradire non mia moglie ma mia figlia?
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bio-memoirs_ish gave-up-abandoned italian-writer ...more BattaglieDisarmate Chiara Scanzi42

Glauco Revelli diventa padre di Anita. Come suo padre prima di lui, decide di mettersi in proprio e aprire un ristorante tutto suo; dove può comandare in cucina e quali piatti servire alla clientela.
Glauco Revelli è però circondato dai suoi demoni: i frutti della sua immaginazione, dei suoi impulsi.
Lui e sua moglie, da quando sono diventati genitori, non sono più riusciti a sfiorarsi. Ma Glauco tocca spesso la moglie, e le donne che incontra, nella sua immaginazione. Il torto più grande, però, sente di farlo a sua figlia: un padre dovrebbe essere meno insofferente al suo ruolo di padre. Non che padre e figlia non passino assieme momenti felici. Le aspettative così alte, le responsabilità così importanti, rendono Glauco apatico nei confronti del ruolo di padre. Non perché lui non voglia o non ne senta bisogno, ma perché potrebbe rovinare tutto, e rovinare tutto nella vita di un figlio significa fallire. Per questo Glauco non tenta e non prova.
E Giulia, la moglie, decide che non può andare avanti in quel modo. Anche Giulia sta affrontando una crisi interiore. Da qui possiamo notare lo spaccato tra la crisi interiore che poi si ripercuote sull’involucro esterno; andando a creare un ulteriore crisi.
Scurati analizza la dimensione maschile e dedica il suo romanzo a tutti i padri divenuti, appunto, padri per la prima volta; in un sistema ingannatore, che ha promesso vie più semplici delle reali strade tortuose che si incontrano a un certo punto della vita.contemporanei-italiani Claudio Santoro40

Per quanto il linguaggio sia molto ricercato la lettura resta scorrevole, come padre poi mi sono rivisto in molte riflessioni che il protagonista fa sulla paternità e sulle sue insicurezze, come uomo e come marito. Nel complesso mi è piaciuto, posso dire addirittura che mi sono sentito arricchito da questa lettura, però... non lo so, forse le riflessioni un po' troppo prolisse, forse la quasi interezza del libro vissuta nella testa del protagonista mi davano un'idea di depressione già in stato avanzato, una trappola già scattata che un po' stona con il ruolo sempre attivo con la figlia. E' un però, un retrogusto, ma il libro mi è piaciuto moltoromanzo saggio Claudia31 4

Lettura scorrevole e coinvolgente. Il libro parla in prima persona della vita di un neopapà alle prese con la genitorialità e i nuovi precari equilibri della vita coniugale, mentre si barcamena tra gioie, dolori, stanchezze, momenti preziosi, debolezze, riflessioni, sconfitte, futuro. Tolti forse un paio di passaggi che, da donna, mi sono "arrivati" come biecamente misogini - ma che gli perdòno perché il protagonista non si fa sconti e si cala volutamente a tratti nell'abisso della grettezza (la vita anche questo è) - in questo romanzo ho trovato tanta tenerezza, tanto incespicare, tanta umanità. Miss Chocolate196 11

Kad sam vidjela da knjiga ima ocjenu 2,86 nisam mogla odoljeti porivu da ju procitam. Jer, jebote, sto moze biti toliko lose da ima 2,86 ns goodreadsu. Pa evo, nakon sto sam ju procitala, mogu shvatiti ljude koji su joj dali ocjenu jedan ili dva i tri. Vise od tog ne. Ove jedinice i dvojke vjerojatno muci konzervatizam, nabacanost, bes?utnost, a ovi od trojki su dobre osobe. Od mene dvojka jer evo, mjesec dana nakon sto sam ju procitala uopce se ne sjecam o cemu je on pisao. Neki pokusaji filozofije o ljubavi, roditeljstvu, razvoju drustva, kapitalizmu, demokraciji i liberalizmu. Ali da se sjecam sto je autor ovdje htio reci, nemam pojma. I, you know what, nije me briga.1 Chiara Gavasso27 1 follower

Un libro che mi ha lasciata perplessa. Mi ha comunque interessato e l'ho letto velocemente, ma l'inizio e la fine non li ho capiti. Le idee dell'infedeltà del padre e della condizione attuale dell'uomo mi sono piaciute, anche se a volte espresse con troppa enfasi stilistica. Sono curiosa di leggere altro di Scurati. LaRaffi8 1 follower

Letto in più riprese, il romanzo ha il difetto di ricordare quello di Piccolo, La separazione del Maschio, ma di non esserne all'altezza: scene di sesso poco collegate alla trama, un intreccio che tarda a partire. Un momento di rara poesia nel finale. Alessia Adele34 2

Non sono riuscita a finire questo libro, sebbene avessi aspettative altissime.
L’autore a mio avviso usa troppi giri di parole per raccontare il nulla assoluto, fattarelli. Arrivi a perdere l’interesse per ciò che vorrebbe davvero raccontare.
Sconsigliato.appesi Enrico80

Libro non facile, complesso e a volte pesante
Mi è piaciuta molto la descrizione dell’incontro con la direttrice di banca (da ex bancario lo definirei perfetto ).
Il finale è anche molto interessante e riflessivo (piaciuto molto)
Se ha pazienza di arrivare alla fine ti premia. Claudia12

Lo stile di Scurati è un qualcosa di unico AndreaMarretti114 6

A tratti faticoso ma Scurati è sempre molto bravo.
La fatica del matrimonio e della paternità, con cui i mariti e padri si trovano a fare i conti. Gabriele Della Torre725 10

Libro letto in un baleno senza però lasciare granché.italia Alessandra12

ti apre gli occhi su un argomento che pochi affrontano del tutto, mi ha fatto riflettere così tanto che l'ho trovato spettacolare, ho amato come raccontava e cosa raccontava Maria Barilà75

Con scrittori come Antonio Scurati si apprezza il gusto e la bellezza delle parole e della lingua italiana. La storia di un uomo che parte dalla propria crisi di coppia per ripercorrere il passato, gli anni della giovinezza e dell’essere adulti. Fasi della vita raccontate con intensità e autenticità descrittiva nelle quali si possono riconoscere situazioni comuni e diffuse. Si può sempre trovare un modo per superare le difficoltà? Lucia228 23

... e se e' una femmina si chiamera' Futura...

In " il padre infedele" vi si racconta la storia dell'uomo moderno sullo sfondo dI una Milano da inalare, con le sue aspirazioni i suoi travagli e i suoi fallimenti, pescando a piene mani anche nelle sue " seghe mentali" .
Lo strumento usato per estrapolare tutti questi notevoli e particolareggiati concetti è una dialettica lussureggiante e desueta al limite del "So' tarmente intelligente che non mi capisco manco io",
perché se è vero che sono parole il cui esistere è certificato dal vocabolario è altresì indubbio che sono talmente inconsulte da parer inventate lì per lì per assonanza fonica o per capriccio.
(Scaturigine felice=parto).XD
Dicevamo la storia di un uomo, ma è sbagliato, perché sarà essenzialmente la storia di un padre, seppur in divenire e seppur oberato dal suo ingombrante
esistenzialismo privo di essenzialismi. ..
"Mentre me ne stavo lì , imbambolato, a riconsiderare l'ipotesi di poter essere felice, mi accorsi che novanta secondi di pubblicità erano bastati a spazzare via dieci anni di duro lavoro su me stesso"
...considerazioni sociologiche...
" Dì addio alla nobiltà sdegnosa del tuo misantropo disprezzo del mondo,. Dì addio al ridicolo eroismo della giovinezza. Dì addio all'artista. Schiarisci la gola, rendi l' onore delle armi a tutto te stesso e poi... poi fatti una famiglia"
...e di ardite e visionarie metafore: )
" Mi fu sopra con una leggerezza antigravitazionale, mi offrì il suo bacino perché la mia piena detritica vi defluisse, avvinghio' le sue braccia e le sue gambe vegetali attorno alla mia mole, come una giungla tropicale che si riprenda le rovine di un' antica capitale d'Indocina.(...) Ero sbalordito. "
Ho trovato toccante la china di inesorabile infelicità di questa famiglia dei nostri tempi e commovente il rapporto con la figlia.
Secondo i gusti miei avrebbe giovato una leggera potatura del lirismo, ritocchi calibrati, come si usa fare per gli ulivi, timidi e rispettosi tagli tesi solo ad alleggerire e ad abbassare le fronde così da renderne più agevole la raccolta dei frutti. Francesca Figura209 8

LA GENERAZIONE DEI NON-UOMO!

Ammetto che ho deciso di leggere questo libro solo perchè era tra i migliori del Premio Strega. Adesso andrò un pò contro corrente rispetto a tutte le recensioni su questo libro. A me non è piaciuto per niente,penso perchè non è proprio il mio stile,ma cercavo qualcosa di diverso per allontanarmi un pò dal genere thriller,qualcosa di rilassante. Questo libro,a mio modestissimo parere,non è per niente rilassante,per capire certe frasi dovevo rileggerle o lasciar perdere e magari perdevo il filo del discorso e stato molto pesante come libro nonostante la trama e il filo logico del libro sia bello. Praticamente non si può dire spoiler perchè non c'è niente di imprevisto o da scoprire.Narra la storia di questo uomo che non si sente all'altezza di essere tale,non si sente uomo perchè la moglie lo rifiuta,non si sente padre perchè sua figlia è comunque attaccata alla madre,non si sente se stesso e non pensava che la sua vita potesse essere quella,dentro questo romanzo leggiamo le difficoltà di un uomo diventare tale. Diciamo che la trama mi è piaciuta molto,ma non il modo in cui è stato scritto. Max Rocca188 4

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