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Ah l'amore l'amore de Antonio Manzini

de Antonio Manzini - Género: Italian
libro gratis Ah l'amore l'amore

Sinopsis

Serie del vicequestore Rocco Schiavone


Reseñas Varias sobre este libro



Uno dei pochi autori che ancora mi strappano una risata mentre leggo. NOn a denti stretti, proprio risata!!!
Lunga vita al vicequestore Schiavone!!!!19 s Uhtred296 18

Nice, nice, nice. When you've already read the previous 10 books in a series, you always have a great fear that the eleventh will disappoint you. And instead, this investigation by Rocco Schiavone was also a splendid journey. Schiavone's investigations are not just investigations; they are a journey through Humanity. Rocco is a Man, with all his flaws (and there are many); but they are the reason why Rocco is a man. He has his own vision of the law, of what is lawful to do and what is not. But I believe that each of us, after all, feels the same things and therefore I think that is why I Rocco Schiavone: because his vision of life is very similar to mine. Rocco's investigation into the murder of entrepreneur Roberto Sirchia fascinated me, and I really d the final twist, but I also loved seeing Rocco struggling with his hospitalization, after losing a kidney for a firefight. I d his way of living that forced confinement, his way of relating to other patients, his relationship with hospital food and his rules (which Rocco obviously does not respect). Then there are the parallel stories of Italo, always struggling with his gambling habit; of Casella, who lives a love story a little bit old fashion; of Antonio, who instead lives a love story with 3 women, each one without knowing the others; of Cecilia and Gabriele, Rocco's strange roommates; the story that has just blossomed between the anatomopathologist Alberto Fumagalli and the Commissioner of the Scientific Police, Michela Gambino; and finally the story, which takes an unexpected turn, between Rocco and Sandra Buccellato, a journalist who in the past had given Rocco a hard time. In short, a small book editor Sellerio's ones, but really full of adventures. A book that involves you on several levels and that in the end you are really sorry closing because it's finished. Bravo Manzini, and see you on Rocco's next investigation.19 s Irena Pasvinter330 71

Rocco Schiavone is not your usual tough or quirky or clever policeman, and Antonio Manzini's novels are no regular crime investigation stories. The mystery is secondary. What makes these books memorable are the characters: tragic, rude and brilliant Rocco; his childhood friends (professional thieves); his colorful crew (simpletons D'Intino and Deruta, ladies man Schipioni, gambling Itallo, lonely Casella); and many other masterfully drawn characters that come to life on the page.

And of course, the world of these novels is the world of Italy, with all its many different accents, languages and cultures. It's a sheer pleasure to get a glimpse of this cultural richness and complexity.

I first met Rocco Schiavone in TV series, and started reading Antonio Manzini's books not without some trepidation: what if the perfection of the cinematic story is largely due to the effort of scriptwriters, director and actors who created a jewel out of a mediocre detective series? But the books are all the movies are and more (especially when Marco Gialini and other actors speak in your head as you read;)).

Some of the quotes which I couldn't help marking:

«Allora Schiavone, mi ha detto il dottor Negri che lei non mi mangia» fece il medico.
«Se la mangiassi sarei un cannibale».
Il giovane assistente fece una smorfia.
«Non mangio perché qui dentro la roba fa schifo. Badi che non mi sto lamentando, infermiera, rispondo a una domanda».

«Credo che la gamba l’ho persa per autopunirmi della mia vigliaccheria».
«Come l’hai persa?».
«Incidente. Ormai sono passati vent’anni. Ogni tanto, soprattutto la mattina appena sveglio, mi sembra di avere ancora il piede attaccato».
«A me succede con le persone» rispose Schiavone, «quelle che ho perso. Come se ci fossero ancora».


«Niente. Vede, non ho un cazzo da fare, quindi penso».
«Mi va sul cartesiano?».
«Più complesso. Giro ad mentula canis ergo cogito ergo sum».


«Vede, ho una personale classificazione delle rotture di coglioni che la vita nella sua indifferenza mi propina giornalmente. Si va dal sesto livello fino al decimo. C’è un po’di tutto, i tabaccai chiusi, Radio Maria, i calzini che al posto dell’elastico hanno un laccio emostatico, D’Intino, che è un mio agente, battesimi, comunioni, matrimoni, Natale e Capodanno. Ma al decimo livello c’è una sola, solitaria regina, padrona indiscussa del mio destino. E sa qual è?».

Il caso sul groppone. È la più grande rottura di coglioni che esista perché lo devo risolvere. Non è sete di giustizia la mia, mi creda, è che non mi piace essere preso in giro. Solo che per capire mi devo trasformare».

«Dicevo omicidio. Solita domanda. Cui prodest?

«Lei ha la delicatezza di un trattore, lo sa?».
«Lo so».
«Mi stupisce come riesca a trovare sempre compagnie femminili pronte a dividere il letto con lei».
«Perché gli lascio più della metà del materasso».

«Gli ha messo i suoi uomini addosso?».
«Uomini è un po’ troppo. Diciamo un agente più o meno antropomorfo».

Taglia il tronco di un albero e puoi contare gli anelli, capire l’età, se la crescita è stata limitata da insetti, oppure se c’è stata scarsità d’acqua, se ha subito qualche trauma, qualche malattia. Seziona la vita di un essere umano e hai macchie indistinte, ombre, frammenti di ricordi ammucchiati, come oggetti vomitati dal mare sul bagnasciuga d’inverno.

«Dottor Baldi, questo è omicidio al 600 per cento, mi creda».
«Non esiste».
«Cosa?».
«Il 600 per cento. Al massimo può dire 100 per cento».
«Lo so, era un’iperbole».
«Lo so che era un’iperbole, per questo le ho risposto con una tautologia».

«Ecco, tutti e due, sembrate due ragazzini di dieci anni. Giuliano, rientra in macchina, e lei, Rocco, a casa. Ma guarda te se a questa età dovete fa’ ancora i deficienti!».
«Signora, Roma?» chiese Rocco.
«E certo, San Giovanni. Lei?».
«Trastevere».

Si incamminarono verso il centro della città.
«Quant’è che manca da Roma, Carla?».
«Dammi del tu. Saranno ventidue anni».
«Be’, ormai ti sarai abituata».
«No» rispose quella e scoppiarono a ridere.

La bellezza, quella oggettiva e insindacabile, davanti alla quale qualsiasi esteta non poteva che essere d’accordo nel definirla tale, lo aiutava, più potente di quel senso di sconfitta e di imbecillità umana che si portava dietro e che lo schiacciava; finiva per riportarlo in superficie, gli dava ristoro e consolazione. Tornavano a fiorire i pensieri migliori, perché se era vero che un uomo aveva appena tolto la vita a un altro e lui si era dovuto insozzare in quella melma di aberrazione per stanarlo, c’era anche stato un essere umano in grado di scolpire la Fontana dei Fiumi, di progettare Sant’Andrea della Valle, di ritrarre la Vocazione di San Matteo.

«È il più bel Capodanno della mia vita». Prese un sorso di spumante insieme a un pizzico di coraggio. «Cara Eugenia, è un po’che ti volevo parlare. È da tempo che aspettavo questo momento, da quella notte in cui scesi a difenderti, ricordi? Io provo per te un sentimento forte che mi spinge con questa mia a chiederti se vuoi provare a cominciare...».
«Sembri una lettera di assunzione».
Tutto il coraggio di Casella si sciolse scivolando giù per le tegole del tetto.
«Come?».
«Dico che parli come una lettera burocratica. Dillo con parole tue».
La guardò negli occhi. Sulle lenti le si riflettevano i fuochi d’artificio alti nel cielo. Non sentiva più le esplosioni, e neanche il vento freddo.
«Con parole mie?».
«Sì, Ugo, con parole tue».
Casella ingoiò un grumo di saliva.
«J’t’voje tant béne ca t’strigness a mme e t’baciass fin’a duméne».
«Non ho capito» disse Eugenia ridendo.
«J’t’voje tant béne ca t’strigness a mme e t’baciass fin’a duméne» ripeté Casella aiutandosi con la mimica.
«Lo so, l’avevo intuito già la prima volta».
«Che l’avevo detto?».
«No, che ti ho incontrato per le scale. Ci hai messo un sacco»11 s Gabril823 188

" Tutti abbiamo paura di essere abbandonati. Da un amico, dalla salute, dalla vita."

Ho cominciato la conoscenza del ruvido, maleducato, irresistibile Rocco Schiavone dall'inizio, con Pista nera e subito sono volata alla fine, con questa ultima avventura firmata Manzini.
Adesso mi aspetta tutto quel che c'è nel mezzo.
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