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The Dead Girls' Class Trip de Anna Seghers

de Anna Seghers - Género: English
libro gratis The Dead Girls' Class Trip

Sinopsis

A new translation of the best and most provocative short stories by the author of Transit and The Seventh Cross.
Best known for the anti-fascist novel The Seventh Cross and the existential thriller Transit, Anna Seghers was also a gifted writer of short fiction. The stories she wrote throughout her life reflect her political activism as well as her deep engagement with myth; they are also some of her most formally experimental work. This selection of Seghers’s best stories, written between 1925 and 1965, displays the range of her creativity over the years. It includes her most famous short fiction, such as the autobiographical “The Dead Girls’ Class Trip,” and others, like “Jans Is Going to Die,” that have been translated into English here for the first time. There are psychologically penetrating stories about young men corrupted by desperation and women bound by circumstance, as well as...


Reseñas Varias sobre este libro



4,5*
#novellasinnovember

De repente lembrei-me que a professora me recomendara que fizesse uma redacção sobre o passeio da turma. Amanhã ou talvez ainda esta noite, se não estiver cansada de mais, hei-de começar o trabalho.

É assim que termina “O Passeio das Raparigas Mortas” e é aqui que reside a prodigalidade desta novela, na capacidade da autora fundir o passado e o presente. Contando uma história que se passou quando era jovem, antes da Primeira Guerra Mundial, Anna Seghers, exilada no México na década de 40 devido à perseguição da Gestapo, consegue transportá-la para o seu presente, como se estivesse no meio das colegas e a percorrer hesitantemente a sua cidade intacta, sabendo-a agora completamente destruída pelos bombardeamentos, incapaz de subir as escadas de casa para ir ter com a mãe na varanda, sabendo-a morta depois de ter sido desterrada por Hitler.
Neste passeio que Netty recorda, o bucolismo contrasta com o facto de sabermos que, de uma forma ou de outra, todas as suas colegas haveriam de morrer na Segunda Guerra Mundial, em bombardeamentos, em campos de concentração ou por suicídio. Ficamos a conhecer raparigas como Lore, que em adulta foi amante de um nazi enquanto o traía com um judeu, Nora que viria a ser diretora da Associação das Mulheres Nacional-Socialistas e a renegar a sua professora judia que tanto admirara, a idealista Gerda, que não aguentou que o marido hasteasse em casa a bandeira da cruz gamada, e as duas amigas Leni e Marianne, que haveriam de ser separadas por ideologias opostas, tendo esta praticado uma deslealdade cruel que a narradora não consegue compreender.

Agora as duas, Marianne e Leni, uma das quais perdeu a filha por culpa da outra, saíram do recinto, abraçadas e de cabeças encostas. Aquilo entristeceu-me.

A segunda novela centra-se em Zillich, aparentemente um inofensivo lavrador que, um dia, é reconhecido devido às suas “orelhas de porco” como guarda de um campo de concentração. Na sua fuga, cruza-se com outros antigos SA, com sobreviventes dos campos de extermínio e com uma população a tentar reconstruir um país dizimado pela guerra, onde, por mais que minta e se disfarce, não deixa de se sentir acossado.

Os americanos, atrás da escrivaninha, viam em Volpert um homem cheio de terrível sede de vingança, mas supunham possuir métodos bastante eficazes para apagar depressa tal sede, como depressa se apaga qualquer outra espécie de sede. Mas mesmo que encontrassem Zillich manhã, não exterminariam todo aquele mal de que ele era apenas um minúsculo rebento. A geada não desapareceria por isso, como não renasceria a planta queimada por ela. A melancolia no seu coração não se extinguiria nunca mais. Não, ele não ficaria aliviado.

Anna Seghers comprova que não há como um autor que passou pelos acontecimentos e que viveu de perto as situações no seu país para conferir autenticidade às suas obras, mesmo quando acho que já li tudo sobre a Alemanha nazi.

O Passeio das Raparigas Mortas – 4,5*
O Fim – 4*29 s Dimitri140 73

Tutte le altre ragazze al nostro tavolo erano felici come Nora di stare vicino alla giovane insegnante, senza minimamente immaginare che più tardi avrebbero sputato addosso alla signorina Sichel e l’avrebbero insultata chiamandola “sporca ebrea”.

Una bella gita scolastica sul Reno prima della Grande Guerra viene ricordata dopo molti anni dall’unica superstite di quella classe: alcune sono finite in un campo di sterminio, altre si sono suicidate; la maggior parte ha aderito più o meno convinta al nazismo ed è morta sotto i bombardamenti alleati.
Risalta il contrasto tra l’allegria e il candore delle studentesse e quello che sarebbero diventate dopo pochi anni: vittime o carnefici. E Anna Seghers propone continuamente per ogni singola persona questo contrasto temporale tra ciò che era e ciò che è diventata. E’ il grande pregio del racconto, l'alternanza tra flashback e anticipazioni, la fusione tra passato rievocato e futuro ricordato che coinvolge non solo le persone, ma anche le cose. Cose che la memoria fatica a ricordare intatte.

Mi avviai trotterellando con un paio di compagne in direzione della Christhofstrasse. Dapprima mi sentii inquieta. Non appena dal Reno svoltammo verso il centro mi si strinse il cuore, come se mi aspettasse qualcosa di strano, qualcosa di male, forse una terribile notizia o una disgrazia incoscientemente dimenticata durante la gita piena di sole. Poi mi fu chiaro, non era possibile che la Christhofskirche fosse stata distrutta da un attacco aereo notturno perché sentivamo le sue campane serali. Avevo temuto inutilmente di andare a casa per questa strada perché mi si era fissato alla memoria che la zona centrale della città era stata completamente distrutta dalle bombe.
12 s2 comments Stratos Maragos69 14

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8 s Gianni307 40

In questa edizione del 1981, purtroppo ormai fuori catalogo, il racconto La gita delle ragazze morte è pubblicato assieme ad altri tre racconti scritti da Anna Seghers tra il 1928 e il 1945, accompagnati da un breve saggio biografico redatto da Christa Wolf nel 1972. La scrittura della Seghers mi è sembrata fluida, evocativa, ma non semplice perché a tratti l’interpretazione resta aperta, aderente ai temi del proprio tempo senza essere realista in senso stretto, e per tale motivo riesce a essere universale; allo stesso tempo è una scrittura impegnata, rispecchia le scelte etiche e politiche dell’autrice che si riveleranno anche scelte controcorrente nel secondo dopoguerra, pur senza essere apologetiche. La biografia di Anna Seghers è estremamente interessante.

La famiglia Ziegler è il racconto triste del 1927/28 che apre questa breve raccolta; gli Ziegler sono una famiglia di artigiani con un piccolo laboratorio di maglieria dove si confezionano articoli che la piccola Marie vende a domicilio. Colpiti dalla crisi economica del periodo che riduce le possibilità di lavoro e di sostentamento, con il passare del tempo vedono decadere le loro condizioni di vita e di salute. Marie è la ragazzina anonima, magra e grigia, che si fa carico di portare avanti il lavoro, di far continuare la vita come era sempre andata, e si consuma in solitudine e rassegnato silenzio sino alla morte anche se vorrebbe essere altrove, ”In gola implorava il fratello di portarla con sé, di non abbandonarla.” Marie non riesce a maturare una scelta di vita sociale al di fuori del peso della famiglia, non accetta l’invito della ragazza dal berrettino rosso che le suggerisce ”perché non vieni con noi, siamo sempre tante tutte insieme, vieni una volta con noi”; differentemente il fratello, allontanato in una casa di correzione per aver rubato in un forno, trova una via d’uscita lontano dalla famiglia in cui ritorna per l’ultima volta prima di andarsene per sempre, ”Pensava a città lontane, ai suoi compagni, al suo lavoro, a sfilate, assemblee, bandiere, manganelli, fame e piazze nere di gente. Non avrebbe dovuto venire.”; due modi opposti di affrontare la crisi.

Verso l’ambasciata americana (1929/30) è un racconto dinamico, perché la voce del narratore alterna la messa a fuoco dei diversi protagonisti e perché parla di un corteo che si snoda lungo le strade di una città tedesca verso l’ambasciata americana per protestare contro la condanna a morte degli anarchici Sacco e Vanzetti cercando di evitare i blocchi dei poliziotti. Il corteo avanza, lentamente o di corsa, si smembra in più rivoli che fluiscono su strade laterali e si ricongiungono, ed è mutevole anche nelle convinzioni e nell’umore. Chissà se i dimostranti arriveranno all’ambasciata e ci arriveranno in tempo e in quanti ci arriveranno; saranno ancora vivi i due anarchici o li avranno già giustiziati? E i poliziotti che faranno, visto che si sentono già gli echi degli spari? E in questo movimento si snodano anche le microstorie personali, i pensieri quotidiani, come quelli della donna che si trova nel corteo quasi per caso, è stanca, ha la testa alla casa e ai figli, prenderà a cuore la causa strada facendo, sino a che la ”la donna fu trascinata via ancora una volta, il corpo impastato così saldamente nella piazza che lei stesso non lo ritrovava più; il viso schiacciato contro le sbarre dorate del cancello.”

La gita delle ragazze morte, scritto nel 1943/44, è un racconto dai connotati fortemente autobiografici. Netty, che è il nome reale della Seghers, è in un luogo del Messico in convalescenza per i postumi di un trauma; nel corso di una passeggiata attraversa il cancello che recinta un edificio e si trova in un giardino rigoglioso ed è come attraversare un varco temporale, perché questa azione riporta alla memoria una gita scolastica lungo il Reno, assieme alle compagne, alle insegnanti e ad altre classi. Il ricordo si alterna tra la giovinezza, con le amicizie, le simpatie e le complicità, e la consapevolezza di quanto è successo dopo, quando le strade si sono separate e hanno condotto a destini diversi. Alcuni ragazzi sono morti nei campi di battaglia del primo conflitto mondiale, altri hanno cercato di opporsi all’ascesa dei Hitler, alcuni hanno aderito all’ideologia nazista, altri sono finiti nei campi di concentramento, molti sono morti. E tra i ricordi, anche quello della madre, in un sovrapporsi tra passato e presente, ”Mia madre era già nella piccola veranda ornata da cassette di gerani che dava sulla strada. Mi aspettava. Sembrava giovane, la mamma, molto più giovane di me. I suoi capelli lisci erano scuri al confronto dei miei. I miei stavano già diventando grigi, mentre nei suoi non s vedevano ancora ciocche grigie”. Anche se Netty valuta alcune scelte in modo severo, non rinuncia a capire e trova nella scrittura una cura al dolore, tornando verso casa ricorda ”A un tratto mi rammentai che la mia insegnante mi aveva incaricate di descrivere accuratamente la gita scolastica. Domani stesso o persino stasera, quando la stanchezza se ne fosse andata, avrei eseguito il compito assegnato”
Anna Seghers fu effettivamente vittima di un incidente che le provocò un trauma e portò alla perdita della memoria e a una lenta guarigione; si trovava già in Messico quando fu raggiunta dalla notizia della deportazione della madre in un campo di concentramento dove morì presumibilmente tra il 1942 il 1943.

Chiude la raccolta il racconto La fine, scritto nel 1945; la guerra è finita, la Germania è un cumulo di macerie ed è sotto occupazione delle truppe alleate, il lavoro è ancora un miraggio e spostarsi nel paese è difficile, come difficile è la convivenza tra coloro che sono stati perseguitati dal regime nazista e che si sono anche salvati dai campi di sterminio e i persecutori che assumono un basso profilo, cambiando anche nome, per rientrare nel tessuto civile che deve ricostruirsi. Zillich è un contadino che ha fatto strada tra i responsabili di un campo di sterminio e che al termine della guerra ritorna a lavorare la terra al suo paese dove ritrova la moglie e il figlio. È qui che Zillich sarà riconosciuto da un ex prigioniero del campo e dovrà provare a fuggire, allontanandosi dal paese per trovare lavoro e cambiando nome, ma senza trovare pace perché da un lato incontrerà altri che possono portare alla luce le sue responsabilità e dall’altro ben presto emerge la sua natura autoritaria, l’ideologia nazista è penetrata ben più a fondo di quanto possa apparire. Zillich ne uscirà solo attraverso il gesto estremo del suicidio che non avrà il minimo atto di compassione neppure dal giovanissimo figlio.10 s Michael1,559 182

1965 hat Anna Seghers selbst für den Rundfunk ihre komplexe Erzählung vom Schicksal einiger Schulkameradinnen während der Hitler-Barbarei gelesen, die mir jetzt wie ein Vorläufer von Grass und Johnsons Texten vorkommt.
Ich muss zugeben, ich habe Anna Seghers bislang vorurteilsbedingt ignoriert, weil ich Das siebte Kreuz nicht lesen mochte.

Am Rande erwähnt: Die Ich-Erzählerin erhält hier von der Lehrerin den Auftrag, einen Aufsatz über den titelgebendem Ausflug der Schulmädchen zu schreiben, deren späteres Schicksal in des NS-Zeit sich im einzelnen schon abzeichnet. Die Abneigung des Erzählers in TRANSIT gegen das Schreiben und Lesen von Büchern geht auch auf die Aufsatzpflicht zurück, mit der die Lehrer die Kinder traktierten.
Wer das Unglück vielleicht schon ahnt, wird keine verklärenden Aufsätze über Ferienerlebnisse und Ausflüge schreiben mögen.audiobook7 s Carla285 77

“O Passeio das Raparigas Mortas” é o conto que dá o nome ao livro e que ainda contém um segundo conto, “O Fim”. Se em “O Passeio das Raparigas Mortas” nos é apresentado um cenário simultaneamente idílico e de pesadelo com saltos entre o presente (antes das guerras) e o futuro (durante e depois das guerras), em “O Fim” acompanhamos o presente de um ex-guarda de um campo de concentração acossado pelo passado.

“O Passeio das Raparigas Mortas” configura o que será o futuro daquelas jovens despreocupadas e felizes com o advento das guerras que dilacerarão a Alemanha (de várias formas) e que as colocarão em lados diversos da barricada. O passeio nas margens do Reno acentua a perspectiva dúplice de uma união que será destruída com a aniquilação dos valores vigentes nessa Alemanha em paz e que dará lugar aos ódios surgidos de opções militaristas e xenófobas.

“O Fim” retrata a perseguição e fuga de um carrasco nazi após a guerra. Confrontado com os seus demónios, Zillich não mostra qualquer arrependimento dos seus actos e parece apenas lamentar o miserável destino que o obriga agora a curvar-se perante outros quando outrora se curvavam perante ele.

Zillich não se atreveu a caminhar debaixo da chuva até à aldeia. E, vistas bem as coisas, tão pouco seguro estaria lá como cá. Aqui, ao menos, não se molhava. Acocorou-se num canto da barraca, a cara escondida entre os joelhos. A chuva caía com fragor. Quase magoava Zillich, como se a chapa zincada fosse a sua pele ou como se a sua pele fosse de chapa zincada.

Uma última nota apenas para referir que o livro foi traduzido por Ilse Losa.

2017 biblioteca-pessoal6 s J.M. HushourAuthor 6 books226

"Isn't one deception worth another?"

This is a superb selection of some of Seghers' short works, the bulk of which were composed during her exile in Mexico following her flight from the Nazis. Thus, her supreme novel The Seventh Cross many of these stories deal with Nazism, collaboration, and the ubiquitous banality of evil.
A recurring theme, and one that Seghers approaches with macabre beauty, is answering the question, How does one become an evil person? In the title story, the narrator remembers dead classmates and their fate during the Nazi period. In other stories, Nazis are pursued, their social and political genealogies laid out for the reader, and innocents, as always, suffer.
Other tales are beautiful, if sometimes grim, little morsels, with death ever-present, the futility of life brooded upon, and, in the end, all overcome by the sublimity of Seghers' craft. You'll find few authors who sublimate fiction through their almost reassuring morbidity.5 s Andrea127 30

Il ricordo, come una visione, di una gita di una classe femminile e di come, con l'arrivo del nazismo, siano state tutte spazzate via con la loro purezza. Un racconto esemplare, intriso di dolce malinconia e che non fa distinzioni di schieramenti, in quanto alla fine sono tutte vittime; e spetta all'autrice, in qualità di unica superstite, il compito di narrarci quello che era, che sarebbe potuto essere e che non è più. Caldamente consigliato3 s Antje649 44

Es ist die alte Geschichte, das wiederkehrende Dilemma: Anna Seghers und ich.

Wie bereits in "Das siebte Kreuz" gelingt es Seghers nicht, mich mit ihrer Erzählung zu packen. Es wurmt mich, weil mich ihre Themen interessieren und locken, um mir letztlich den gesuchten Lesegenuss zu verweigern. Ihre Art zu erzählen, erreicht mich nicht - lässt mich betäubt, jeglicher Gefühlswahrnehmung beraubt, zurück.

Erschwerend kommt hierbei noch hinzu, dass ich ihr "Ausflug der toten Mädchen" nicht las, sondern hörte. Sie sollte mit eigener Stimme ihrer Erzählung eine persönliche Note verleihen, was sie natürlich auch umsetzt. Aber sie erreicht mich nicht. Sie erzählt katastrophal, setzt keine Pausen, wo sie wohltäten. Selbst den Schlusssatz "Ich wollte die befohlene Aufgabe machen." versemmelt sie in meinen Augen ganz und gar. Einen solches prägnantes, perfektes Schlusswort derart unbeachtet in den Raum verfliegen zu lassen, ohne stimmlich den Punkt zu setzen, missfiel mir außerordentlich und nahm mir die letzte hohe Erwartung, die ich an dieses Werk knüpfte.

Ich finde es bedauerlich, dass ich zu keinen der Mädchen einen Bezug fand. Stattdessen versanken sie - von mir schnell vergessen - in der oberflächlichen Aufzählung ihrer wichtigsten Lebensstationen und einer ermüdenden Verschachtelung von Sätzen, die stets das gleiche Schema verfolgten. Es steht ein Name im Raum, er bekommt durch zwei drei Beschreibungen des Charakters und des Aussehens eine wage Hülle. Und dann, gerade wenn ich mich beginne mit der Person zu befassen und versuche sie imaginär zu greifen, ist ihr Schicksal bereits besiegelt und von der Bildfläche wieder verschwunden.

Mir fehlten Essenz und Tiefen. Allein die Idee und Umsetzung des permanenten Wechsels der Zeitebenen konnte mich überzeugen. Schade!1933-1945 audio-book read-2017 ...more3 s Anne V mit vogel v3

I wrote an essay about Anna Seghers's story.
In my opinion one understands her story more if one has at least a glimpse of her life/her life in exil.
It is a fantastic piece of literary work! A frame story and switches beetween now and then, the loos of beloved familymembers and how people develope from friends to enemies due to the pressure of the German system before and during the Nazi time. Seghers has a unique type of textwritting. She used lots of literary figures which makes it extraordinary and not just everyday literature. I absolutly love this piece of work!3 s Johnakos Panoutsopoulos67 2

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Individual ratings on a 10 scale.
Jans is going to die: 10
The Zieglers: 6
The LordÂ’s Prayer: 4
The Square: 5
The Best Tales of Woynok, The Thief: 4
Meeting Again: 6
Tales of Artemis: 7
The Three Trees: 5
Shelter: 8
A Man Becomes a Nazi: 8
The Dead GirlsÂ’ Class Trip: 8
The End: 9
Mail To The Promised Land: 10
The Innocent Ones: 10
The Ship of The Argonauts: 7
The Guide: 22 s Jane935 29 Read

Ein Fiebertraum aus vergangener Zeit2 s Coney33

Kindliche Erinnerungen an die Zeit vor den 2 Weltkriegen, die mit dem Wissen um die Tode der Anwesenden erinnert und aus der Sicht einer Frau geschildert werden.unilektüre verbrannte-autor-innen2 s Marlene15

zu sagen ich hab’s ganz gelesen ist ne Lüge, aber die zwei anderen Erzählungen werd ich vielleicht später lesen2 s Alèxia Ribó9 1 follower

Imprescindible!2 s aída heane282 15

Esta historia ha sido muy diferente a las que estoy acostumbrada a leer. Es la primera vez que leo algo de Anna Seghers, y todo lo que narra en esta obra me ha puesto los pelos de punta.

La protagonista, Netty, se ve de pronto con sus compañeras del colegio en una excursión que tuvo lugar hace años. Netty se sorprende al verlas porque sabe que todas ellas están muertas. A partir de este recuerdo, va explicando cómo fueron cambiando sus vidas y qué hicieron después del instituto, hasta contar la manera en la que cada una de ellas falleció.

Este relato fue publicado en plena Segunda Guerra Mundial, cuando Hitler y el partido nacionalsocialista estaban en el poder. Por este motivo podemos ver cómo las vidas de las muchachas son muy diferentes unas de otras, pero el contexto histórico se refleja, sobre todo, en cómo murió cada una de ellas. La guerra, el hambre, los campos de concentración, las traiciones, las bombas y sobre todo la desesperación, así como la ascensión de Hitler y los horrores que tenían lugar en la Alemania de esta época, quedan reflejados en el relato de Anna a través de las diferentes muchachas y sus vidas.

La excursión de las muchachas muertas ha acabado siendo muy diferente a lo que había imaginado. Además, también suscita diferentes preguntas en torno a la protagonista: ¿está esta viva en realidad y todo se trata de un recuerdo?, ¿o puede ver a las muchachas porque ella ha sido otra víctima de la guerra?

A pesar de que Der Ausflug der toten Mädchen es un relato denso, que refleja unas condiciones y una época muy duras, lo recomiendo muchísimo.
clase classics2 s Helena Butterfield50

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Very sad, but very interesting all the same. Rather difficult for a native English speaker, simply because of the switching between the present, and various events in the past. A bit of a slice of life for the people who were not necessarily in the middle of World War II, but had to live through it.school-books2 s Ross192 66

No human being should read this. It confused me greatly. Character development, plot lines, dialog, scene description, all thrown out the window in favor of this stream-of-consciousness writing. Well, it doesn't work in English, and it certainly doesn't work in German!2 s Ana Enriques247 12

Un conjunto crudo y escalofriante de historias cruzadas narrado con maestría y con un uso muy interesante de los espacios y el tiempo.2 s ??????? ??37 4

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The stories in this collection are fascinating and crafted with such an obvious love for language that I think I'll be thinking about them for a while, especially the title story (brilliantly written and a perfect story all over).1 Sofsof20

Aunque el encantador título de este cuento nos deje a la ilusión de que esta sería una historia poco convencional, dramatica, incluso, sádica, el cuento de Anna Seghers, no solo habla de ese paso a la adultez, sino de cómo cambiamos al llegar a este.
Cuantas veces he imaginado, que tan distintos no veríamos al llegar a se adultos, a asumir responsabilidades o como esta historia narra, sobrevivir o no a la guerra mundial.
El cuento es encantador en base al cambio de la narración entre la ternura y la forzosa realidad, aquellos bellos recuerdos de la adolescencia que se comparan constantemente con la tristeza de la realidad, de las muchachas muertas.

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